In occasione della sua quarta mostra personale, Tillmans continua ad espandere le possibilità poetiche del mezzo fotografico. Un’intima ed ampia riflessione sulla creazione dell’immagine, attraverso la simultaneità della vita, la materia e il concetto spazio temporale. Fold Me presenta un corpo di lavoro totalmente nuovo. Il titolo dell’esibizione prende il nome da un tropo visivo, la piega, ricorrente nella ricerca dell’artista già a partire dagli anni ’90, quando realizzò le sue prime immagini Faltenwurf (Drapery). Una piega è l’incontro dell’interno con l’esterno, un cambio di direzione che lascia un’impressione fisica. Attraverso le opere Paper drop e Lighter works, la piega viene formalizzata da Tillmans come un concetto che articola la materialità della fotografia. Secondo il suo punto di vista, la piega fa crollare le delimitazioni lineari e i confini di separazione, per esempio tra l’immagine e il suo vettore, e offre il potenziale per reimmaginare la struttura dello spazio.
In un mondo che corre veloce, dove la tecnologia accelera la produzione di contenuti visivi in costante evoluzione verso qualcosa di nuovo e sconosciuto, l’estesa visione di Tillmans è straordinaria e peculiare; le sue immagini si distinguono affidandosi serenamente alla documentazione fotografica dell’atto di osservare la realtà, senza filtri o sovrastrutture. Continuando a plasmare la scena dell’arte contemporanea, l’artista ha ridefinito il mezzo fotografico attraverso una perfetta integrazione di generi, tecniche e strategie espositive.
Provo, Utah and the Wasatch Range of the Rocky Mountains (2023) e Lunar Landscape (2022) condividono lo stesso soggetto, le pieghe della superficie terrestre, in diverse forme. Entrambi gli scatti destano meraviglia, curiosità, calma e allo stesso tempo grande energia, sono tanto materici quanto evanescenti. La prima immagine è uno scatto dall’alto del cielo, e raffigura il contrasto tra un piatto paesaggio urbano e un’elevata catena montuosa che si incontrano. In Lunar Landscape l’effetto della luna piena che si riflette sulle innumerevoli curve della superficie atlantica dà luogo a interpretazioni quasi diametralmente opposte dei paesaggi, qui presentati come frammenti di un insieme più ampio che sfugge al contenimento.
“Il mio lavoro è influenzato e sostenuto dal riconoscere e accettare la probabilità estremamente bassa di scattare una buona foto. Ciò non significa che tutto sia una coincidenza o che il mio lavoro sia il risultato di un accumulo e di una selezione di immagini. È una disposizione sperimentale di sensibilità che ho costruito nel corso di molto tempo, con diverse modalità di osservazione e una continua messa a fuoco che conduce alle immagini che compongono il mio lavoro”.
Un altro tema che scandisce la mostra è l’analisi dell’acqua nei suoi diversi stati. Scatti di still life si alternano a paesaggi terrestri ripresi dall’alto. Il movimento, reale o apparente, è una costante delle immagini, permeate dalla consapevolezza sociale e dalla messa in discussione dei valori e delle gerarchie esistenti. Watering, a (2022), still life accuratamente scattato dal fotografo ad Abidjan, in Costa d’Avorio, raffigura tappi di bottiglia che sembrano planare a mezz’aria, appoggiati sul segmento superiore di bottiglie di plastica trasparenti accanto a una bustina d’acqua, la forma più diffusa di acqua potabile nell’Africa occidentale. In Power Station (Low Clouds) (2023) un pennacchio di vapore acqueo proveniente da una centrale elettrica attraversa silenziosamente uno strato di nuvole basse, proiettando un’ombra. La leggerezza ed eleganza del soffice vapore evocano il concreto disordine della nostra fame di energia.
Le nature morte di questo nuovo corpo di opere rivelano un senso di intenzionalità e intimità: in Lagos still life II (2022), un mango e del platano leggermente ammaccati giacciono su un letto sfatto, insieme a sacchetti di plastica locali, erbe e un ornamento; mentre in Inner City Poppy Pods (2022) i soggetti sono piante e fiori cresciuti, frutto degli esperimenti personali di Tillmans. Rain Splashed Painted Life (2022), natura morta di grandi dimensioni, è un gioco ottico che inizialmente sembra suggerire un paesaggio romantico di un orizzonte al tramonto, ma che poi si rivela essere una vista ravvicinata di un muro schizzato di fango. Il muro stesso, se ci si concentra accuratamente, nella parte superiore della cornice svela un bordo dipinto di bianco, creando un effetto sfumato della cornice dell’immagine. New York from New Jersey (2022) è l’espressione della fascinazione dell’artista per la città di New York, il paesaggio circostante e le infrastrutture che supportano il costante flusso e riflusso della città. Nell’immagine di Tillmans vediamo la città come una sottile linea di punte, un corpo lontano collegato alle arterie del traffico in un vasto paesaggio dedicato al trasporto e alla distribuzione delle merci. Il percorso espositivo comprende anche una proiezione video, Seeing the Scintillation of Sirius Through a Defocused Telescope (2023), che vede protagonista Sirio, l’astro più brillante del cielo notturno. Chiedendosi se fosse possibile registrare lo scintillio di una stella in tempo reale, l’artista è riuscito a mettere leggermente a fuoco il suo telescopio per far apparire la stella come un piccolo disco sfocato sul sensore della sua fotocamera.
Nella sua nuova serie di opere Tillmans porta avanti anche il percorso di indagine ritrattistica, e sono proprio i ritratti a rendere completa e variegata l’esibizione. Tra i protagonisti ci sono due artisti iraniani, un attivista queer di Lagos, un rifugiato di Crimea che lavora a Toronto e una produttrice cinematografica di New York. I ritratti del fotografo sono a volte spontanei, casuali, risultato di incontri sul momento, mentre altre volte pianificati da tempo. Anche in questo caso il tempo è un tema centrale, ogni scatto parla di diversi momenti storici e del rapporto che ciascuno dei soggetti intrattiene con il proprio presente. Infine, tornando alla piega e alla materialità, vengono presentate alcune nuove opere di Lighters, un corpo di lavori iniziato da Tillmans nel 2005. Si tratta di sculture di carta fotografica, piegate in camera oscura prima dell’esposizione o, a volte, dopo l’elaborazione, caratterizzate da una fisicità tridimensionale che porta con sé un’immagine della propria genesi. I colori e le forme sono il risultato del disegno dell’artista su carte sensibili alla luce piegate in modo diverso.
Ancora una volta, uno dei più influenti fotografi del nostro tempo ha raccontato la sua e la nostra realtà attraverso un inconfondibile punto di vista artistico, caratterizzato da un’energia delicata, grande profondità emotiva e forti suggestioni sensoriali.
Fold Me è in mostra fino al 14 ottobre 2023, presso la sede di David Zwirner a New York, 525 e 533 West 19th Street.