MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

WHITE CANVAS.
LV TRAINER IN RESIDENCE

2023.02.24

La Maison francese ha reso la sneaker interamente protagonista del progetto chiamato “White Canvas – Sneakers in Residence” che vede tre artisti americani impegnati a riprogettare l’esclusivo modello diventato ormai un accessorio classico del brand.

La sneaker LV Trainer vuole rendere omaggio alle calzature da basket vintage, e viene utilizzata oggi come una vera e propria tela bianca per dare spazio ad alcuni writers della scena newyorkese di esprimere la propria creatività. Nel corso degli anni il Direttore Creativo realizzò alcune varianti dell’originale, disegnata per la sfilata Primavera-Estate 2019: un modello interamente ricoperto di strass lascia spazio ad accattivanti grafiche in colori pop o a proposte più classiche come l’utilizzo dell’emblematica tela Monogram Denim. Quest’anno la Maison francese ha reso la sneaker interamente protagonista del progetto chiamato “White Canvas – Sneakers in Residence” che vede tre artisti americani impegnati a riprogettare l’esclusivo modello diventato ormai un accessorio classico del brand. La scarpa, già coinvolta anche nella collezione in collaborazione con Yayoi Kusama, viene utilizzata per dare spazio agli artisti della Grande Mela di esplorare il proprio universo artistico, realizzando dei loro elementi significativi direttamente sulla LV Trainer, enfatizzando il carattere contemporaneo che contraddistingue la sneaker.

 

Lady Pink, la prima artista in questione, è conosciuta come l’unica donna capace di competere con gli uomini nell’arte dei graffiti: l’artista di origini ecuadoriane inizia la sua carriera come writer per dare sfogo alla rabbia e alla tristezza dovuta alla separazione dal suo fidanzato, scrivendone il nome sui muri della città. Continua poi dipingendo intere stazioni delle metropolitane, e ben presto riesce a fare della sua passione il suo lavoro, diventando una figura fondamentale nella subcultura hip-hop della città. I colori vividi sono una caratteristica dei suoi murales: il rosso infatti viene utilizzato per la personalizzazione della sneaker di Louis Vuitton nei dettagli della suola, sui lacci e per ricreare dei piccoli mattoni, ricordando i muri della città di New York, le vere tele dove l’artista ha imparato a catturare la sua identità. La firma di Lady Pink invece è impressa sulla suola della scarpa e realizzata con una bomboletta spray per un risultato ancora più autentico.

LV TRAINER MILAN, LEE QUINONES.
LV TRAINER MILAN.
LV TRAINER MILAN, RAMMELLZEE.

La LV Trainer di Lee Quinones invece è un insieme di linee oro astratte che ricordano l’effetto di un pennello che schizza colore, lasciando spazio in punta a una grafica di una mano stilizzata che incrocia le dita, come simbolo di porta fortuna. L’artista portoricano infatti si contraddistingue nel panorama dei murales per le sue composizioni arricchite da scritte portavoce di un messaggio socio-politico provocatorio. “Earth is hell”, Heaven is life” o “Stop the Bomb” rimbombano nelle strade newyorkesi e danno modo all’osservatore di riflettere, sentendosi partecipante attivo dell’opera di Lee. “Le sneakers sono parte di noi” ci confida l’artista, “La mia attenzione era incentrata sul colore, e sul mood. L’oro è un elemento di quiete!“. Il lavoro di Lee ruota intorno al concetto di less is more, ogni opera deve essere in grado di parlare da sé così come ogni suo elemento estetico distintivo. Attraverso la sperimentazione del colore e della tridimensionalità le linee che compongono il suo stesso nome si mimetizzano, confondendosi nell’opera con una straordinaria capacità artistica.

“Il modo in cui cammini dice molto di te, è parte della tua attitude… se per esempio vedi Obama camminare, è sexy, ha fascino ed essenza. Le scarpe sono la prima cosa che noti, e la camminata ha sempre un movimento e un ritmo, che fanno parte della tua identità.”

– Lee Quinones

SPLIT #1, LEE QUINONES.

Rammellzee è il terzo artista americano che prende parte al progetto con la Maison francese. Da madre sudamericana e padre di origini italiane, definisce il suo nome d’arte come un’equazione dove la lettera M sta per magnitudine, le due L rispettivamente per longitudine e latitudine e la Z per la barra di zinco. L’artista è considerato un pioniere non solamente nell’ambito dei graffiti, ma anche come anticipatore della filosofia Afrofuturista e come figura fondamentale dell’influenza hip-hop nell’Italia degli anni ’80. È ossessionato per l’iconografia gotica e fin da piccolo per l’alfabeto, desiderando di utilizzare le lettere in scenari differenti oltre che per la scrittura, dando loro dei significati più ampi anche nella matematica, da qui infatti la scelta del suo nome d’arte. Al giorno d’oggi la sua ricerca sulla lettera emerge come una necessità dettata da una società che si concentra maggiormente sull’aspetto visuale. La LV Trainer di Rammellzee si riconosce da un fondo nero su cui appaiono immagini e scritte con colori fluo, tra cui la parola “SOS” riportata più volte sulla tomaia.

 

Louis Vuitton vuole rendere la sneaker ideata dall’incredibile estro di Virgil Abloh un simbolo del brand, riproponendola come un quadro totalmente vuoto dove gli artisti sono liberi di esprimersi e di dare sfogo al loro mondo artistico. I tre writers realizzano altrettanti modelli differenti caratterizzati da elementi per loro fondamentali, che li hanno accompagnati dalle loro prime esperienze con i murales fino alla vera e propria carriera, rendendoli figure chiave nella figura pop americana.

 

 

Per maggiori informazioni louisvuitton.com.

LV TRAINER MILAN.
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