MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

WISH THIS WAS REAL

2024.05.31

Testo di Francesca Fontanesi

Le prime influenze di Tyler Mitchell e l’immersione nella skate culture si riflettono in immagini che perseguono il sogno della spensieratezza e del senso di comunità in mezzo ai disordini della società.

Tyler Mitchell: Wish This Was Real
C/O Berlin Foundation, Berlin
Jun 1 – Sep 5, 2024

 

 

Attualmente residente a Brooklyn, Tyler Mitchell è nato e cresciuto ad Atlanta, dove ha potuto per la prima volta dare vita alle proprie ispirazioni. Al nono anno di scuola, ritenendosi troppo basso per praticare sport, Mitchell decide di comprare una fotocamera e realizzare alcuni video di skateboarding da caricare come tutorial su YouTube. Si trasferisce in seguito a New York per studiare cinema alla Tisch School of the Arts della NYU dopo essersi recato a Cuba nel 2015 con 30 rullini di pellicola e, al suo ritorno, autopubblica El Paquete, un catalogo sulla skate culture giovanile  di Havana. La passione per i lavori di Larry Clark e Ryan McGinley – in particolare il loro sguardo su quel senso di giovinezza e libertà – fa da motore per la carriera di Mitchell, nonostante i soggetti dei loro lavori fossero bianchi: “sentivo che quella era la mia stessa esperienza, ma non mi rivedevo nelle foto“. Estendendo la propria pratica in settori diversi, Mitchell dimostra come la fotografia di moda possa essere meno censoria e più simile alla bellezza del quotidiano.

 

Untitled (Blue Laundry), 2019. in the top image: Picnic, 2021.

“Spero ci sia uno sguardo sincero nelle mie foto”.

– Tyler Mitchell

C/O Berlin presenta la prima mostra personale di Mitchell in Germania, e copre quasi dieci anni della sua pratica artistica attraverso la New Black Vanguard, che lo scrittore americano Antwaun Sargent descrive come la proliferazione di materiale artistico e immagini di fotografi neri che lavorano nel mondo dell’arte e quello della moda, contribuendo a una nuova visione delle minoranze e a ridisegnarne la rappresentazione. Articolata in tre sezioni tematiche che seguono motivi diversi e che presentano le sue opere più recenti stampate su tessuto e diversi specchi, la mostra racchiude le diverse esplorazioni di Mitchell sui temi della ritrattistica, la natura e la memoria sociale. In Lives/Liberties, le prime influenze di Mitchell e la sua immersione nella cultura dello skateboarding si riflettono in immagini che perseguono il sogno della spensieratezza, del senso di comunità e dell’espressione di sé in mezzo ai disordini della società, tra cui un primo video, Wish This Was Real (2015), una riflessione sull’innocenza e i disordini politici negli Stati Uniti. In Postcolonial/Pastoral, il paradiso immaginato dal fotografo di Atlanta è caratterizzato dalle complessità dell’identità sociale: Mitchell mette in scena scene elaborate in Georgia e nella New York rurale e invita alla contemplazione attraverso paesaggi dai colori vibranti e ricchi di riferimenti simbolici. Family/Fraternity celebra la fratellanza e la resilienza delle black communities attraverso ritratti familiari intimi e nature morte, trasformando l’ambiente domestico in un santuario. Al centro della mostra c’è l’esposizione Altars/Acres, con fotografie e sculture a tecnica mista di artisti il cui lavoro risuona profondamente con il suo lignaggio creativo, come Garrett Bradley, Rashid Johnson, Baldwin Lee, Gordon Parks, Grace Wales Bonner e Carrie Mae Weems. Questo dialogo intergenerazionale  colloca la fotografia di Mitchell in un ampio spettro di sperimentazione ed espressione culturale.

Untitled (Topanga II), 2017.

“Il nostro immaginario è incredibilmente importante. Come gruppo, l’immaginario della comunità nera è il più grande superpotere che abbiamo”.

– Tyler Mitchell

Motherlan Skating, 2019.

Per maggiori informazioni co-berlin.org.

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