“Simone Leigh: Sovereignty” è il titolo del padiglione degli Stati Uniti della Biennale di Venezia 2022, dove l’inconfondibile attività scultorea di Leigh esplora ed eleva diverse considerazioni riguardo un’ampia varietà di temi tra i quali la storia, la razza, il genere e il lavoro; condivide e rivendica forti narrazioni di donne di colore nel corso della storia, ripercorrendo anche la diaspora africana, dall’arte dell’Africa occidentale del XIX secolo alla storia coloniale.
Il suo esteso corpo di lavori spazia tra scultura, video e performance, unendo forme derivanti dall’architettura vernacolare e dal corpo femminile.
“Ad oggi Simone Leigh è una delle artiste in attività più talentuose e prestigiose. Per il padiglione degli Stati Uniti, Leigh creerà una serie di nuove sculture e installazioni che affrontano quello che l’artista chiama un ‘archivio incompleto’ del pensiero delle femministe di colore. Il suo lavoro insiste sulla centralità delle forme femminili di colore in ambito culturale, e funge da faro nel nostro momento storico”, ha dichiarato Eva Respini, curatrice della mostra.
Tuttavia Respini non è l’unica a condividere questa idea, poichè anche Jill Medvedow, una delle committenti dell’esposizione, ha rafforzato questo sentimento affermando: “Nel corso di due decadi, Simone Leigh ha creato un corpus indelebile di opere che pongono al centro le esperienze e le vicende delle donne di colore, e l’ha fatto in un momento storico cruciale…dunque non posso pensare a un’artista che possa rappresentare meglio gli Stati Uniti”.
“Per raccontare la verità, bisogna inventarsi ciò che potrebbe sfuggire nell’archivio, collassare il tempo, preoccuparsi di questioni di scala, muovere formalmente le cose attraverso un metodo che riveli qualcosa di più vero dei fatti”.
Per l’occasione Leigh presenta una nuova serie di sculture figurative in bronzo e ceramica, sia all’esterno che all’interno del padiglione, estendendo la sua indagine sul tema ricorrente dell’autodeterminazione.
Attraverso i suoi monumenti e interventi architettonici l’artista sta ridisegnando i concetti di spazio, tempo ed esistenza.
Infatti, il titolo della mostra Sovereignty è una dichiarazione di indipendenza, sia individuale che collettiva, e si riferisce agli obiettivi anticolonialisti che erano centrali nel movimento Négritude.
Essere sovrani significa non essere soggetti all’autorità di altri, ma piuttosto essere gli autori della propria storia.
Anche se le opere figurative di Leigh presentano i loro soggetti come indipendenti e autosufficienti, non si limitano a celebrare solamente la forza delle donne di colore nel superare condizioni oppressive, ma piuttosto accusano le condizioni che troppo spesso richiedono loro di affermare la propria umanità.
Maggiori informazioni su simoneleighvenice2022.org, labiennale.org