MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

Sisters, Saints, Sibyls

2024.05.30

Text by MUSE Team

Gagosian annuncia Sisters, Saints, Sibyls di Nan Goldin, la seconda presentazione di Gagosian Open, una serie di progetti off-site che consente al pubblico di sperimentare opere d’arte e installazioni immersive in contesti insoliti.

Sisters, Saints, Sibyls
Gagosian Open, 83 Charing Cross Road, London
May 30 – June 23, 2024

 

 

 

Nan Goldin comincia a pensare al film Sisters, Saints, Sibyls nel 2004 a partire da una reinterpretazione del mito di Santa Barbara, presentando la storia della martire cristiana in una proiezione a tre canali che riecheggia il formato del trittico della pittura religiosa classica. Le immagini di Santa Barbara sono accompagnate da una voce fuori campo che descrive la sua ribellione contro le credenze dei genitori, una trasgressione per la quale fu torturata. Vi è una fortissima analogia con il vero soggetto del film di Goldin: la sorella Barbara, morta suicida nel 1965. L’installazione fu originariamente concepita nel 2004 per la cappella dell’Hôpital de la Salpêtrière a Parigi, fondato come manicomio nel 1656 e luogo in cui Jean-Martin Charcot praticò i suoi esperimenti sulle donne chiamate isteriche. Oggi il trittico a lei dedicato è in mostra grazie a una serie di progetti off-site promossi da Gagosian, all’interno della Welsh Chapel di Charing Cross Road a Londra.

Sisters, Saints, Sibyls è un tributo a mia sorella e a tutte le donne ribelli che lottano per sopravvivere nella società. La mia intenzione era di esplorare, attraverso tre narrazioni, l’esperienza dell’essere intrappolati, sia letteralmente che figurativamente.

 

 

Nel 1958, la sorella maggiore di Goldin, Barbara Holly Goldin, fu mandata in un centro di detenzione psichiatrica all’età di dodici anni. Trascorse un periodo di tempo dentro e fuori da diverse strutture psichiatriche per i successivi sei anni. Barbara venne accusata più volte di comportamento aggressivo, atteggiamenti sessualmente provocatori, frequentazione di amici indesiderati, e di essere rumorosa e rozza nel parlare: i rapporti medici dell’epoca affermano che Barbara uscisse con un uomo di afroamericano più grande, di apparire confusa sulla propria identità sessuale e di rifiutarsi di radersi le gambe. Per essersi ribellata contro l’estrema conformità dei suoi tempi, della società e della famiglia, Barbara scatenò una tempesta sulle paure della classe media di metà secolo sulle questioni razziali e dei ruoli di genere, e Nan fu testimone degli abusi fisici e psicologici che la sorella dovette subire e che la famiglia cercò di tenere nascosti. La morte per suicidio di Barbara nel 1965, all’età di diciotto anni, è stata un evento determinante nella vita di Goldin, che l’ha spinta a ribellarsi e a fuggire dalla situazione in cui viveva all’epoca: in Sisters, Saints, Sibyls trasporta su schermo molti dei temi cari alla sua pratica fotografica, tra cui l’esperienza con la tossicodipendenza, la reclusione e l’autolesionismo, il confronto con la perdita e il dolore nel momento del raggiungimento dell’indipendenza.

Nan Goldin, view of Sisters, Saints, Sibyls at Gagosian Open, 2024. IN THE TOP IMAGE: Nan Goldin in her Brooklyn apartment, 2023 BY Jason Schmidt.

“Mia sorella è stata vittima di tutto questo, ma ha saputo reagire. La sua ribellione è stata un punto di partenza per la mia: mi ha mostrato la strada”.

– Nan Goldin

Nan Goldin, views of Sisters, Saints, Sibyls, at Gagosian Open, 2024.

Per maggiori informazioni gagosian.com.

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