[…] There are women who are free
who understand how to keep going
there are women flowing over the edge
there are women who had to pretend they are women
there are women who no longer want to be women […]
L’ acclamata serie di cortometraggi MIU MIU Women’s Tales che invita le registe più originali e profonde di oggi a esplorare la vanità e la femminilità del XXI secolo, giunge al suo 25 episodio. Per l’occasione ci siamo riuniti a Londra per una giornata di racconti, condivisioni, dibattiti e proiezioni.
Nell’affascinante contesto di 5 Hertford Street, uno dei più celebri members club londinesi curato dal designer turco Rifat Ozbek, dove il tipico stile country house inglese incontra un’atmosfera fiabesca alla Lewis Caroll, abbiamo parlato di sguardo femminile, dell’essere donna nell’industria cinematografica, un ambiente ancora profondamente maschile, abbiamo discusso d’identità, consenso davanti e dietro lo schermo, e di come mediare l’estro creativo nel rispetto di storie e biografie altrui. Le tre conversazioni moderate da Simran Hans, Susie Lau e Fiona Lamptey hanno visto la partecipazione di personalità talentuose tra cui la regista e attrice filippina Isabel Sandoval, Janicza Bravo regista e autrice americana e Malgorzata Szumowska, producer e sceneggiatrice polacca, le quali avevano partecipato con il loro lavoro alle precedenti edizioni del progetto.
“I film sono per le persone, per le giovani donne, per le donne, per gli uomini, per poter vedere cosa significhi essere una donna oggi.”
Mentre il sole di una giornata quasi primaverile filtrava dalle finestre, la performance del poeta londinese Kai-Isaiah Jamal ha dolcemente portato al silenzio le voci di sottofondo e il tintinnio dei bicchieri, enfatizzando con l’intensità dei suoi versi, l’importanza del progetto MIU MIU Women’s Tales: non solo una piattaforma per celebrare il lavoro di donne visionarie e capaci, ma uno spazio per portare avanti una conversazione che vada al di là del mero concetto di genere, una dialogo che possa finalmente espanderne il significato creando un linguaggio culturale che permetta a tutti di definire chi sono e chi desiderano essere. La sera, la premiere del nuovo episodio di MIU MIU Women’s Tale, EYE TWO TIMES MOUTH, scritto e diretto dalla regista messicana Lila Avilés, è stato culmine di un programma ricco, denso e stimolante.
Avilés il cui lungometraggio The Chambermaid (La camarista) fu selezionato per rappresentare il Messico alla 92a edizione dei premi Oscar, si è sin da subito distinta per l’acuta sensibilità nel ritrarre le semplice verità della vita, esplorando rispettosamente storie di persone e universi altrui. Con EYE TWO TIMES MOUTH, attinge anche alla propria storia tornando al suo primo incontro con l’opera quando lavorò ad una produzione di Madama Butterfly a Città del Messico, “Me ne sono innamorata”. In questo poetico corto, la curiosità interdisciplinare della regista prende forma nella storia di Luz, interpretata dalla soprano Akemi Endo, la quale lavora in una galleria, ma la cui vera passione è quella di diventare una cantante lirica. Invitata a un’audizione per la Madama Butterfly in uno dei teatri più importanti di Città del Messico, Luz deve quindi esercitarsi. I suoi amici Lucian e Chío l’accompagneranno in questo percorso, insegnandole a far danzare la voce e le mani insieme, con la medesima poesia geometrica che governa il mondo. EYE TWO TIMES MOUTH è una storia di metamorfosi e affermazione aspetti profondamente intrinseci “al percorso di scoperta che ognuno di noi compie attraverso le vita” come condivide affettuosamente Avilés durante il talk a seguito della proiezione.