L’ormai inafferrabile ed esclusivo immaginario che la Kelley di Hermès rappresenta nella moda diviene con la mostra Kellymorphose ancora più enigmatico e leggendario. La borsa trapezoidale si trasforma in gioiello da portare al collo, passando così dalla funzione all’ornamento. La sua metamorfosi sembra portare gioia sia per l’aspetto giocoso sia per quello estetico.
Kellymorphose, stravolgendo il funzionale e il prezioso, eleva la semplicità all’incanto anche negli altri pezzi della collezione: la collana Kelly Gavroche, per esempio, sembra un’eterea sciarpa legata – come un’illusione – da un cinturino laterale completo di diamanti.
“Mi piace il movimento – una catena che si avvolge su se stessa, un anello che si divide in due, un portachiavi che oscilla mentre si cammina – mi piace catturare la mobilità senza mai fissarla al suo posto. Mi piace lo slancio del corpo, che fa eco allo slancio creativo.”
La mostra di Hermès è un audace tributo alla gioielleria, uno statement da parte di Pierre Hardy che ripensa il gioiello come forma capace di dare movimento al corpo, all’accessorio come slancio creativo. Vediamo in mostra catene con molteplici stili e personali possibilità di adattamento, preziose cascate lungo la schiena e chiusure con diamanti incastonati. Ogni pezzo è un gioco di proporzioni alla Lewis Carroll per un Précieux miniaturizzato. Attraverso la progettazione della collezione Kellymorphose, Hardy esplora ancora una volta come i gioielli possano essere ornamentali, pratici e giocosi, il tutto allo stesso tempo, come se volesse dimostrare in qualche modo che la gioielleria è un mondo everyday luxury.
“La borsa KELLY eleva i suoi componenti funzionali: le cinghie laterali e una chiusura elementare composta da un girante, una piastra e quattro borchie. Faccio lo stesso con KELLY JEWELLERY, reinterpretando o interrompendo le sue linee originali.”