Lo show celebra la relazione tra l’uomo e le stelle, tra il passato e il futuro, ed è proprio per questo che Kim Jones, Direttore Creativo di Dior, sceglie come location le antiche piramidi d’Egitto, luogo per eccellenza che rimanda al mondo antico. Al tramonto del sole, una passerella lunghissima illuminata di una luce tagliante emerge dal deserto e gli abiti, come sagome in movimento, cominciano a sfilare tra le tre piramidi di Chefren, Micerino e Cheope. I colori principali presentati nella sfilata riflettono quelli del cielo che sovrasta la location, del paesaggio stesso che la circonda e del tempo che scorre: una prevalenza di grigi si alterna a colori più neutri, che insieme lasciano il posto alle forti sfumature del tramonto. Gialli e arancioni si accendono a creare un tocco raffinato di colore tra le 75 silhouette che si incamminano nel vento del deserto. Il designer non lascia niente al caso ed infatti il numero degli abiti è proprio il numero degli anni trascorsi da quando il grande couturier Christian Dior ha fondato la Maison a Parigi. La collezione evita ogni riferimento all’abbigliamento dell’Antico Egitto e si concentra sull’importanza delle stelle e del cielo. La sfilata infatti si apre riprendendo l’immaginario dell’esploratore, qui presentato in chiave moderna, quasi futuristica. Gli abiti chiari, eleganti e raffinati, sono portati in passerella con caschi dalla visiera colorata abbinati a stivali tecnici.
“Il mio interesse per l’antico Egitto riguarda le stelle e il cielo. È il fascino del mondo antico e i paralleli con ciò che guardiamo oggi, ciò che abbiamo ereditato da loro e ciò che stiamo ancora imparando dal passato.”
Alla base di tutti gli elementi della collezione vi è l’unione tra presente e passato: il designer mixa perfettamente il rigore e l’ordine della tradizione sartoriale di Dior con i principi moderni e attuali dell’atelier maschile, dimostrando in ogni aspetto una forte attenzione nel taglio dei modelli. Gli abiti sono il mezzo della perfetta metamorfosi degli abiti classici femminili in un guardaroba maschile con dettagli di couture e praticità contemporanea. Ogni particolare proviene dal passato ed è rivisitato in chiave moderna, come i ricami d’archivio che sono trasformati in armature futuristiche. Completi ben strutturati che seguono la tradizione sartoriale della Maison francese sono abbinati a leggerissimi capispalla in seta trasparente che lasciano intravedere cosa sta sotto, per dare un tocco di fluidità e ricercatezza all’insieme. Le silhouette stratificate sono protagoniste dello show, infatti sopra giacche e maglioni sono portate lunghe mantelle in varie tonalità di grigio che creano movimento nel look. Il pezzo più importante è sicuramente il demi-kilt che trae origine dalla gonna a pieghe di un abito Dior deli anni Cinquanta chiamato Bonne Fortune e nella nuova collezione sottolinea lo stile contemporaneo. Gli abiti sono arricchiti da cappelli con visiera e veletta rigida per coprire il volto ed elmetti che ricordano, come gli stivali, il mondo tecnico e quello sportivo. Il Direttore Creativo Kim Jones è da tempo intenzionato a infondere nel suo abbigliamento maschile idee riprese dall’archivio femminile di Dior. E questo ultimo show è proprio il perfetto riassunto dei due mondi presentati in uno spettacolo unico, in cui passato e futuro si incontrano dando vita a capi che riflettono il passare del tempo in modo moderno ed elegante, come solo la Maison francese riesce a fare.
“In realtà, stavo osservando due cose. Gli antichi Egizi erano ossessionati dall’astronomia e Monsieur Dior era ossessionato dalle stelle e dall’astrologia. Quando vado nel deserto, guardo il cielo.”