The Graal Keeper of Elegance

2024.01.30

Testo di Francesca Fontanesi

La storia di Cristóbal Balenciaga, un animo solitario che ha scritto la propria storia su tessuti di pizzo e di seta. Dalla provincia spagnola alle rues di Parigi, la nuova serie su Disney+ dedicata al couturier esplora la vita e le opere di un uomo che ha ridefinito le convenzioni sociali di un’epoca e plasmato una nuova struttura stilistica nel mondo a venire.

Come la maggior parte dei suoi contemporanei, Cristóbal Balenciaga era un prodigio autodidatta. Nato nel 1895 in un piccolo paesino della provincia di Gipuzkoa, in Spagna, cresce aiutando la mamma sarta. Non esistevano all’epoca scuole di moda o di formazione in design o modellistica e, spesso, le famiglie che vivevano in povertà imparavano a cucire attraverso esperienze pratiche impartite dalle chiese locali. A 12 anni lascia la scuola e inizia a lavorare come apprendista nel laboratorio di un sarto. Lavorando in sartoria, Cristóbal viene notato dalla marchesa di Casa Torres, una nobildonna locale che ne fa il suo protégé e lo invita a trascorrere le estati a Palacio Aldamar, sua residenza estiva. A proprie spese, la marchesa lo manda a studiare l’arte della sartoria a Madrid: la prima boutique Balenciaga apre a San Sebastian nel 1919, ma non era ancora sotto il prestigioso nome che conosciamo oggi, bensì Elisa, una versione abbreviata del cognome da nubile della madre. Nel 1937, a causa della Guerra Civile Spagnola, Balenciaga fu costretto a trasferirsi in Francia, e il suo primo atelier parigino – situato presso l’Avenue Georges V – divenne rapidamente il più esclusivo di Parigi. Famoso per iniziare il suo processo creativo partendo dalla scelta del tessuto anziché dal progetto, Balenciaga sapeva come manipolare i materiali al massimo del loro potenziale e la sua maestria gli valse fin da subito molta ammirazione.

 

Nel luglio del 1940, mentre i nazisti e le loro mogli si affrettavano ad assistere alle sfilate della casa di moda recentemente arrivata nella capitale, Balenciaga chiude improvvisamente su decisione delle autorità tedesche. I nazisti sembrano infatti non apprezzare davvero i nuovi cappelli di Cristóbal; li considerano troppo eccentrici, una minaccia per l’ordine pubblico. Il couturier nasconde la sua rabbia e si dichiara apolitico. Poco tempo dopo la chiusura amministrativa, la casa riapre i battenti nel settembre del 1940, a condizione di non fare cappelli per tre mesi. Oltre a questo breve periodo di interruzione forzata, Balenciaga non ha mai smesso di lavorare durante la Seconda Guerra Mondiale, come le poche decine di altre case di moda autorizzate dal regime. Durante la Guerra, i clienti rischiavano la propria sicurezza per viaggiare in Europa e vedere i suoi capi: in questo periodo Balenciaga era noto per il suo cappotto quadrato, con le maniche tagliate in un unico pezzo con il carré, e per i suoi design in pizzo nero.

La ragione ufficiale che gli permise di continuare la sua attività non è mai stata comunicata ufficialmente: secondo alcuni storici e giornalisti di El Pais, ciò potrebbe essere legato ai legami che legavano lo stilista a Francisco Franco, alleato di Adolf Hitler. Alcuni parenti del regime del dittatore spagnolo, come Carmen Polo, Carmen Franco e la marchesa de Llanzol, erano suoi affezionati clienti. L’era post-bellica stava per rivelarsi un periodo di celebrazione.

È infatti solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che Balenciaga viene riconosciuto a livello internazionale come architetto dell’Haute Couture. Nel 1951 trasforma completamente la silhouette e la struttura tradizionale dei costumi dell’epoca, aggiungendo spalle più larghe e decidendo di eliminare il punto vita. Nel 1953 disegna la giacca a palloncino, nel 1957 il baby-doll dress amplificato da balze e drappeggi e il cappotto cocoon, la gonna a palloncino e l’abito a tulipano, un design a trapezio realizzato in gazar di seta.

Nel 1959, la fascinazione per l’astrazione e il rigore architettonico culminano nella linea Empire, con vestiti e cappotti a vita alta tagliati a kimono. Tra le sue clienti ci sono Bunny Mellon, Babe Paley, Millicent Rogers, Pauline de Rothschild, Marella Agnelli, Gloria Guinness e Mona von Bismarck. John F. Kennedy e Jackie litigano durante la presidenza a causa dell’amore della moglie per le creazioni del couturier spagnolo, abiti che il marito riteneva eccessivamente stravaganti per il pubblico americano: sarà il suocero, Joseph P. Kennedy, a pagare le spese. Per tutti questi motivi, Cristóbal Balenciaga apre la stagione delle serie più attese attese del 2024 su Disney+. Concentrandosi sulla vita di un poeta ermetico dal talento straordinario, la nuova serie segue la carriera del designer proprio mentre presenta la sua prima collezione Haute Couture nel 1937, a Parigi. Chanel, Dior e Givenchy erano allora giganti indiscussi del settore. Fino all’arrivo di Cristóbal.

 

“La mia vita è stata il mio lavoro: stile, discrezione, esclusività. Sopravvivenza, paura, tradimento, resistenza. Parigi, Madrid, Getaria. La stampa. Dior, Givenchy, Chanel. Tutti loro hanno creato il mistero di Balenciaga.”

FOLK SONGS

2025.11.07

La nuova mostra di Richard Prince, Folk Songs, sembra un disco suonato al contrario, una colonna sonora visiva del suo stesso mito. L’artista abbandona la sua ironia elettrica per qualcosa di più intimo, acustico, umano. Bill Powers dà voce a questo capitolo recente, tracciandone il profilo come un ritratto e una playlist di un immaginario inquieto.

JEWELRY

Art Deco Revival

2025.11.06

Van Cleef & Arpels celebra l’eleganza senza tempo in un museo che è esso stesso protagonista. Un viaggio tra epoche e culture, dove l’Art Deco prende vita nel dialogo tra architettura e maestria orafa.

Friedrich Kunath

Aimless Love

2025.11.05

Friedrich Kunath si incontra con Bill Powers in una conversazione che sfuma il confine tra arte e confessione. Il loro scambio diventa un’esperienza nostalgica attraverso ricordi, humor e malinconia, tracciando il terreno emotivo della mostra più personale di Kunath fino ad oggi, Aimless Love.

DANIEL ARNOLD

You Are What You Do

2025.11.04

Con il libro You Are What You Do, nel teatro incessante delle strade di Manhattan, Daniel Arnold dà forma a un racconto di ironia e compassione, dove ogni gesto, ogni volto e ogni ombra contribuiscono a un mosaico che restituisce la città non com’è, ma come si sente.

ISSEY MIYAKE

TYPE-XIII Eugene Studio project

2025.10.27

A Parigi, la collaborazione fra A-POC ABLE ISSEY MIYAKE ed Eugene Kangawa apre una finestra sensoriale tra sperimentazione tessile, installazione e arte della luce, la mostra invita il pubblico ad attraversare superfici che raccontano la memoria e il tempo.