Carlijn Jacobs è affascinata dalle forme tradizionali e performative del costume e del travestimento. La sua visione di fotografa mette in relazione fenomeni come la geisha giapponese e la tradizione millenaria del carnevale veneziano con la bellezza e la moda di oggi. Jacobs sta anche sperimentando con l’intelligenza artificiale, che incita e alimenta la sua immaginazione. Le immagini che riesce a creare tramite l’AI sono come fotogrammi di un incubo stranamente attraente, che occasionalmente possono essere un invito a entrare in un mondo fatato a cui lo spettatore può entrare e esplorare a suo piacimento. In mostra si osserva come il nucleo narrativo e creativo di Carolijn sia costruito intorno alla favola: Sleeping Beauty è un viaggio tra due mondi in un continuo stato onirico. Le eroine di Jacobs sembrano volersi staccare dalla realtà, dal convenzionale, dall’ordinario, in una serie di fotografie dove la natura delle cose è irreale e a volte appositamente inquietante. In occasione dell’exhibition, Carlijn Jacobs invita l’artista e designer olandese Sabine Marcelis a dialogare con il suo lavoro arricchendo lo spazio espositivo con una selezione dei suoi disegni, permettendo alle due di creare insieme il loro mondo dei sogni.
“Mi affascina l’idea della maschera. Ci si nasconde dietro qualcosa e si può diventare qualcun altro. L’intero mondo della moda è in realtà una forma di evasione: si crea un nuovo personaggio. Cambiare look e combinare l’esistente con qualcosa di inesistente è qualcosa che gioca un ruolo importante nel mio lavoro. Abbellire la realtà e dare così forma a un mondo che ancora non esiste.”
Un mondo, quello della mostra, dove si può giocare con il concetto di apparenza, perché il travestimento è lo strumento che ci permette di mentire, di dire quella bugia che tanto vorremmo dire. La maschera allora assume un simbolo radicale di camuffamento, poiché quando si sceglie di indossarla, ci si nasconde dalla realtà e si ha il diritto – apparente – di sentirsi qualcun altro. Le creature eccentriche messe in scena dalla fotografa assumono nella sua pratica una posizione di ribellione morale e sociale, dove soggetti ultraterreni si aggirano tra lo sfarzo di un ballo in maschera. La natura teatrale, l’originalità e l’aspetto anticonformista delle immagini di Jacobs segnalano una volontà di resistenza alle norme sociali contemporanee. L’ispirazione per il linguaggio visivo degli anni ’80 e ’90 che fonde diversi stili artistici in modo sorprendente, lo si ritrova ache nel progetto editoriale Eyes.
“Mi piace portare le cose fuori dalla comodità; le immagini a cui sono più legata sono le meno sofisticate. Mi piace semplicemente creare atmosfere e storie da cui mi sento attratta, visualizzare le cose che mi passano per la testa per un certo periodo di tempo.”
Per ulteriori informazioni foam.org e notenote.eu.