Bijoy Jain immagina la mostra come un’esperienza fisica ed emotiva. Breath of an Architect è un invito a respirare, a vagare nella quiete e a riscoprire il silenzio, un elemento che per l’architetto ha un suono preciso; ne sentiamo la risonanza in noi stessi e collega tutti gli esseri viventi, è il respiro della vita. Sincronizzati in tutti noi, il silenzio, il tempo e lo spazio sono eterni, così come l’acqua, l’aria e la luce, elementi innati. Convocando luce e ombra, leggerezza e gravità, legno, mattoni, terra, pietra e acqua, Bijoy Jain compone in questa mostra un’esperienza sensoriale, in risonanza con tutti i materiali. Realizzata al ritmo del respiro e modellata a mano, l’installazione della mostra è composta da frammenti architettonici. Sculture in pietra e terracotta, facciate di abitazioni tradizionali indiane, pannelli intarsiati, linee di pigmento tracciate con il filo, strutture in bambù e monumenti funerari portati a spalla in memoria di un santo durante il rito sciita. Queste strutture transitorie ed effimere presentano un mondo infinito e intimo al tempo stesso e ci trasportano in luoghi vicini e lontani.
La Fondation Cartier pour l’art contemporain l’ho immaginata come uno spazio abitato da una civiltà in movimento proveniente da un tempo sconosciuto. Un’architettura evocata dall’acqua, dall’aria e dalla luce, un’alchimia tra entità in cambio del loro reciproco affetto ed espressione. Inside Out – Outside In.
Su suggerimento di Hervé Chandès, curatore generale della mostra e direttore artistico della Fondation Cartier, Bijoy Jain ha invitato anche il pittore cinese residente a Pechino Hu Liu e il ceramista danese di origine turca residente a Parigi Alev Ebüzziya Siesbye a unirsi a lui nella creazione della mostra. In Breath of an Architect l’importanza sulla padronanza del rituale del gesto arriva fino alla risonanza e al dialogo con la materia; tutto in mostra condivide la stessa etica e sensibilità. I disegni monocromi neri di Hu Liu sono realizzati con la grafite, ripetendo iterazioni dello stesso movimento per rivelare l’essenza degli elementi naturali: l’erba è accarezzata dal vento, le onde e i rami degli alberi, questi riescono a trasmettere una solennità senza tempo. Anche le ceramiche di Alev Ebüzziya Siesbye sono il culmine di una grande abilità e destrezza, nonché di un intenso dialogo con l’argilla, cruciale nel suo lavoro.
Essere un architetto significa considerare la realizzazione delle cose, di essere immersivi e attenti all’ambiente, ai materiali e ai suoi abitanti, per la necessità che lo spazio e l’architettura siano inclusivi.
Per maggiori informazioni fondationcartier.com