A Venezia Luca Guadagnino è stato premiato con il Leone d’Argento per la miglior regia. Scritto da David Kajganich, il film è un adattamento del romanzo “Bones and All” di Camille DeAngelis, in italiano “Fino all’osso”, e segna la nuova collaborazione artistica tra il regista siciliano e il giovane attore newyorkese Timothée Chalamet. La storia racconta il primo amore tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, interpretata da Taylor Russell, e Lee, un giovane solitario e dall’animo ribelle. La narrazione rappresenta il viaggio on the road dei due giovani che vagano alla ricerca, in loro stessi e in ciò che li circonda, di identità e bellezza. La meta del percorso è proprio quella di trovare il loro posto in un mondo pieno di pericoli, e soprattuto che non riesce ad accettare la loro innata condizione. Condividono un reale appetito feroce che li lega sempre più, allontanandoli dal resto del mondo, e continuano a fuggire sognando di trovare un giorno un loro punto di arrivo.
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«Sono attratto da coloro che, forse per scelta, non sono al centro dei giochi.»
Il racconto ruota intorno ad una linea sottile che oscilla tra horror e romanticismo, si vedono scene in cui esseri umani uccidono e mangiano altri esseri umani, ma allo stesso tempo si riconoscono le due anime fragili che si ritrovano a soffrire per il destino che si sono ritrovate. L’aspetto fondamentale su cui il regista vuole mettere l’attenzione è il punto di vista di chi si sente perso nella propria realtà, di chi si trova a vagare ai margini della società, essendone rifiutato. Anche il concetto del cannibalismo entra nella narrazione come metafora di una situazione che genera nell’animo umano paura, vergogna, e pregiudizio. I personaggi combattono con ansia e insicurezza, con i misteri che la propria persona ancora nasconde e con le difficoltà nate dal coraggio della ribellione. Il regista quindi esplora con questo viaggio di transizione le diversità, le difficoltà e le solitudini di quel frangente di società americana che passa inosservata e continua a farsi scivolare addosso la propria vita.
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“Il film è per me una riflessione su chi si è, e su come si possa superare ciò che si prova, specialmente se è qualcosa che non si riesce a controllare in sé stessi. E da ultimo, ma non meno importante, quando saremo in grado di trovare noi stessi nello sguardo dell’altro?”