MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

Abstract in the Ordinary

2024.09.10

La prima grande retrospettiva europea dedicata a Barbara Crane, organizzata dal Centre Pompidou di Parigi, celebra sessant’anni di carriera dell’artista celebrando la continua esplorazione di forme, tecniche e processi fotografici innovativi.

Barbara Crane
Centre Pompidou, Paris
September 11th, 2024 – January 6th, 2025

 

 

 

Precorritrice della fotografia sperimentale e astratta, Barbara Crane ha esplorato numerosi processi fotografici nel corso della sua lunga carriera. Studiosa della ripetizione e della decostruzione dell’informazione visiva, ha sperimentato ampiamente sequenze, griglie, rotoli e grandi murales modulari, lavorando in molti formati e materiali, dalle dimensioni più intime a quelle più grandi, utilizzando approcci fotografici diversi come il platino-palladio, i processi Polaroid, i trasferimenti di immagini, la gelatina d’argento e il digitale. Il risultato è un corpo in continua evoluzione di lavori concettualmente coerenti, variegati nell’approccio e sperimentali nello stile.

Nata a Chicago nel 1928, Crane ha studiato al Mills College in California, conseguito un Bachelor of Arts in Storia dell’Arte alla New York University e nel 1966 ottenuto un Master of Science presso l’Institute of Design dell’Illinois Institute of Technology. Inizia a insegnare fotografia nel 1964 e nel 1967 entra a far parte della facoltà della School of the Art Institute of Chicago. Il suo lavoro è notevole per la sintesi che raggiunge tra la tradizione della straight photography americana e una sensibilità più sperimentale, ereditata dalle avanguardie europee, tipica degli insegnamenti della scuola di Chicago. Crane combina una totale libertà nei confronti del mezzo con il perfezionismo tecnico, distinguendosi così dai suoi contemporanei. Il suo approccio fotografico alla città, Chicago in particolare, e ai suoi anonimi abitanti, diventa unico: sia il contesto artistico in cui si è sviluppata, segnato dallo strutturalismo e dall’arte concettuale, sia le sue numerose influenze – da John Cage a Henri Matisse, passando per il coreografo Merce Cunningham e il cinema sperimentale – hanno ispirato la sua pratica, dominata dai concetti di sequenza e serie, accidentalità e disciplina.

MJ Toles, Sans titre [Barbara Crane, Cleveland Institute of Art], march 1991 Polaroid Spectra. Collection Barbara B. Crane Trust © Mary Jo Toles.
Beaches and Parks, 1972-1978.
. Barbara B. Crane Trust collection © Barbara B. Crane Trust.
© Centre Pompidou, Janeth Rodriguez- Garcia.
Private Views, 1980-1984
. Barbara B. Crane Trust collection © Barbara B. Crane Trust.
© Centre Pompidou, Audrey Laurans.
Private Views, 1980-1984.
Collection Barbara B. Crane Trust © Barbara B. Crane Trust.
© Centre Pompidou, Audrey Laurans.

Sebbene sia presente in molte collezioni pubbliche e private americane, l’opera di Barbara Crane rimane in gran parte ancora sconosciuta in Europa.

Quest’anno, il Centre Pompidou di Parigi presenta la prima grande monografia in Europa dedicata alla fotografa americana, la cui carriera si estende per oltre sessant’anni. La mostra riunisce più di 200 opere, alcune delle quali sono state recentemente acquisite dal Musée National d’Art Moderne. In collaborazione con il Barbara B. Crane Trust, l’esposizione si concentra sui primi 25 anni di carriera dell’artista, presentando centinaia delle sue opere più importanti, molte delle quali mai esposte prima. Barbara Crane è stata la creatrice di un corpus plurale di opere, esplorando costantemente la forma e le tecniche fotografiche – stampe alla gelatina d’argento e digitali, stampe istantanee Polaroid, trasferimenti fotografici, stampe al platino-palladio, colore, b&w – come dimostrato nella selezione della mostra, che comprende la serie la serie Human Forms, che testimonia le prime ricerche di Crane sulla luce, il volume e la linea esercitandosi sui propri figli senza mai mostrare i loro volti e concentrandosi sui contorni dei loro corpi come forme di pura luce; Neon Series, realizzata durante un soggiorno a Las Vegas nel 1969, dove l’artista fotografò le insegne al neon della città con l’intento di riprodurre inquietanti combinazioni di motivi e lettere, sovrapponendoli in seguito a ritratti ravvicinati di individui ripresi all’uscita di un grande magazzino; People of the North Portal, composta da Doors e Heads, che si colloca nell’ambito della tradizione della street photography americana, mettendo in discussione il ruolo del fotografo nello spazio urbano; ma anche Beaches and Parks, Whole Roll, Baxter Labs, Loop Series, Chicago Epic, On The Fence, Maricopa County Fair, Objet Trouvé, Repeat, Wipe Outs e la Monster Series.

Neon Series, 1969. Collection of the Musée national d’art moderne, Centre Pompidou, Paris. © Barbara B. Crane Trust. © Centre Pompidou, Joseph Banderet.
Private Views, 1980-1984. Collection Barbara B; Crane Trust © Barbara B. Crane Trust © Centre Pompidou, Audrey Laurans.

Per maggiori informazioni centrepompidou.fr.

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