“Nel mondo fotografico di Michael Bailey-Gates, i soggetti attuano un gioco d’interpretazione. L’imitazione è una pratica profonda tanto quanto la personificazione. La distinzione tra “l’essere” e “l’apparire” viene meno. Nel lavoro di Michael i soggetti sono quello che sembrano, e questa ellissi richiede a chi guarda di essere uno spettatore ambizioso nel sognare e nel porsi domande.”- Cyrus Dunham
L’autore e attivista Cyrus Dunham ha curato il testo introduttivo di A Glint In The Kindling, il nuovo libro di Michael Bailey-Gates, edito da Pinch Publishing. Dunham condivide un’esperienza molto personale tratta dalle sue sessioni fotografiche con Michael, e fa luce sulla potente estetica dell’artista e sul potenziale della sua fotografia. In A Glint In The Kindling Michael immagina altri modi di essere entro i confini del binario. Le immagini, all’interno delle quali è allo stesso tempo soggetto e fotografo, raccontano verità del tutto personali plasmate dall’immaginazione. Gran parte del suo lavoro rivela l’artificio fotografico, spesso presente nell’inquadratura dove si intravede l’angolo di un fondale, o il cavo che porta all’otturatore della macchina fotografica: Perché quella donna si sta fotografando? Cosa vuole che crediamo? Cosa sta cercando di dimostrare? La trasparenza che rivelano questi scatti, riflette la profondità dei soggetti e ci invita in un mondo libero nel quale ognuno può essere esattamente ciò che desidera.
“Nel ritrarmi, Mike, ha creato una sorta di spazio. Penso che gran parte del suo lavoro consista nel vedere dentro persone, e permettere loro di giocare con le proprie fantasie. Questo le cambia, le porta a fare cose che altrimenti non avrebbero fatto se non avessero avuto l’occasione di farle davanti alla lente di Michael. Fingi finché non diventi tu stesso finzione, qualunque cosa tu voglia essere.”