Un’esplorazione del falso in natura, in diretto riferimento all’ultimo show di Anderson. Un’attenzione particolare alla linea, al colore, alla forma. Al centro dell’allestimento c’è un gigantesco fiore di Anthurium, che viene riadattato ad abito nel corso della sfilata: un prodotto della natura che sembra essere elemento di design, e viene usato come tale. Il direttore creativo si spinge nuovamente oltre i confini, attraverso una sperimentazione dinamica tra le forme, riducendo, stringendo e ridisegnando la silhouette. I mini-abiti sono molto corti: stile miniatura, in metallo smaltato e verniciato con fiori, o in maglia compatta e attorcigliata. L’attrice Taylor Russell (protagonista dell’acclamato “Bones and all” di Luca Guadagnino) apre la sfilata indossando un abito di velluto nero senza spalline, che richiama la silhouette del periodo barocco passando per la robe de style degli anni venti. C’è poi un altro quartetto di abiti particolari, la cui parte anteriore è fasciata e sospesa da punte triangolari di filo metallico che arrivano ad altezza volto. Anche le giacche di pelle e da caccia sono di dimensioni ridotte, quasi da sembrare delle miniature.

La normalità di magliette, camicie e chino viene distorta, imbottita, allungata e riproporzionata. Il concetto di drappeggio viene cristallizzato al suo apice. Maxi camicie e abiti in pelle sono il simbolo del know-how del marchio. La luce gioca con diverse texture: viene assorbita dal velluto e dal cotone cerato, e riflessa dallo smalto e dalla pelle. Di tanto in tanto, emergono alcuni dettagli pixelati, definiti da Anderson come “… strana illusione che rompe improvvisamente lo schema”. Tacchi a spillo, ballerine, “décolleté di gomma”, décolleté con tacco a palloncino sgonfio. Le borse hanno una forma precisa studiata ad hoc; la Puffer Goya continua il suo gioco di volumi, mentre la nuova Paseo ha una silhouette allungata e affusolata. I bracciali d’argento intrecciati aggiungono un tocco di raffinatezza ad una collezione che non è altro che una dichiarazione di stile, accentuata dall’atto creativo di contenere le forme.
“Stiamo cadendo nello schermo? Stiamo diventando i nostri telefoni? Ha forse a che fare con la posizione in cui ci troviamo nella società?”.