GARANCE MARILLIER IN CONVERSAZIONE CON GUIA ORTOLANI
Forse avrete già sentito parlare di Titane, il film di Julia Ducournau che ha vinto la Palma d’Oro nel 2021, e che ha reso la Ducournau la prima donna a ricevere questo premio come regista solista. Garance è parte in- tegrante del cast ed interpreta Justine, un ruolo complesso e piuttosto adulto, considerando che questo è uno dei primi film in cui ha recitato. L’attrice ha l’attitude magnetica e rilassata di un’adolescente, anche se effettivamente non lo è più da qualche anno, e sfoggia una personalità eclettica, di cui ne è la dimostrazione il ruolo di Marinette Pichon, famosa ex calciatrice francese, che la Marillier interpreta nel film di Virginie Verrier in uscita quest’anno. Quando l’ho vista per la prima volta, ho pensato subito “ha proprio gli occhi d’Acquario”, che infatti è il suo segno zodiacale, di cui ha tutte le caratteristiche, essendo coraggiosa, determinata e piena di interessi artistici. In questa occasio- ne, Garance ci ha parlato del suo crescente desiderio di diventare regista, dei suoi progetti futuri e della sua passione per la moda.

GO Ciao Garance, che piacere parlare con te in occasione di questa Cover story per il numero di febbraio! Come hai iniziato la tua carriera di attrice? Cosa ti affascinava del mondo del cinema che ti ha spinto verso questa carriera?
GM Ho iniziato per caso, mia madre si è imbattuta in un casting pubblicitario di Julia Ducournau, ma io ero già immersa in questo mondo fin da molto piccola. Entrambi i miei genitori lavoravano nel cinema, mia madre nella produzione e mio padre come musicista. Ricordo che a 11 anni, guardando Vertigo, ho sviluppato un profondo interesse per la recitazione, non riuscivo a credere che Kim Novak potesse interpretare due personaggi.
GO Attraverso i film Junior, Grave e Titanium, Palma d’oro nel 2021, come si è evoluto il tuo rapporto con Julia Ducournau? E com’è stato reci- tare in film così complessi a un’età così giovane?
GM Julia è la mia famiglia, la mia amica, una sorella maggiore. Fin dal film Junior, ci siamo prese cura l’una dell’altra e ci siamo sostenute a vicenda sia sul lavoro che nelle nostre vite private. Abbiamo sviluppato una fiducia cieca reciproca, che mi ha fatto sentire al sicuro anche nei momenti più complessi ed intensi delle riprese.

“Ultimamente sto pensando sempre più spesso di passare dietro la macchina da presa e diventare regista, e lavorare in un film di David Lynch è il mio sogno più grande.”
GO Hai lavorato spesso con registe donne. Hanno tratti comuni nel loro modo di dirigere e nella loro visione?
GM Non più dei registi uomini con cui ho lavorato. Scelgo persone che abbiano una loro visione da condividere e un universo, dei personaggi che mi toccano.
GO C’è un regista con cui sogneresti di girare? Se sì, perché?
GM Sognavo di interpretare una giocatrice di calcio, in uno stadio, facendo festeggiamenti e allenandomi per il ruolo. Sono stata fortunata ad aver avuto l’opportunità di interpretare Marinette Pichon nel film diretto da Virginie Verrier, che uscirà il 7 giugno in Francia!
GO Ha mai pensato di passare dietro la macchina da presa e di diventare regista?
GM Ultimamente ci sto pensando sempre di più.
GO Cosa pensi avresti fatto se non l’attrice?
GM Credo che mi sarei dedicata al management della ristorazione o di eventi, qualcosa che non mi facesse annoiare.
GO Quali sono i suoi progetti futuri?
GM Ho due film in uscita quest’anno: Rue des Dames di La Rumeur che uscirà il 10 maggio e Marinette di Virginie Verrier che uscirà il 7 giugno.
In questa Cover story di Febbraio Garance indossa l’ultima collezione SS23 di Fendi. Fresca, minimalista e colorata. Per la stagione, Kim Jones disegna capi che parlano direttamente alle nuove generazioni. Una linea giovane e fresca, dove c’è sempre continuità nella nuova silhouette FENDI. La collezione rappresenta infatti un nuovo pas- so nel consolidamento dell’estetica di Kim Jones. La palette di colori vivaci e pop, il senso di pragmatismo, che fonde lusso e funzionalità, e la silhouette dritta e affusolata incentrata sul minimalismo… tutto ricorda gli anni Novanta e i primi anni 2000. Lo stesso strutturalismo austero della passerella, fatto di linee colorate in contrasto con lo sfondo grigio cemento, è un parallelismo con la silhouette minimal anni ‘90, resa moderna e leggera dalla palette di colori vivaci.
Leggi l’intervista completa sul numero di Febbraio, Issue 61.
