Faith Ringgold è una figura multidisciplinare che ha contribuito allo sviluppo dell’Harlem Renaissance e della cultura americana contemporanea. Grazie all’impiego dei suoi dipinti sperimentali su trapunta, fin dagli inizi della sua carriera si è distinta per essere stata una personalità in grado di trasformare il suo stile di pittura figurativa in un vero e proprio messaggio di protesta, riproducendo una narrazione in grado di evocare la storia della comunità afro americana.
La mostra dispone di una serie tra le più conosciute dell’artista, esplorando una visione tematica dei cambiamenti politici e sociali avvenuti in USA durante l’epoca contemporanea: la prima sezione dell’esposizione prevede i primissimi dipinti e murales dell’artista, dedicati alla sua cosiddetta tecnica personale del “super-realismo”; una modalità d’arte che si traduce in una denuncia e critica sociale contro le divisioni razziali e di genere, avvenute a partire dagli anni ’60. Durante questa fase, i lavori dell’artista mostrano riferimenti autobiografici, tra cui la partecipazione a cause collettive, come quelle per il sostegno al Back Panther Party e per la liberazione dell’attivista Angela Davis.
L’altra parte della mostra sfocia nelle tradizioni artigianali non occidentali, con esposizioni di “sculture morbide” tradotte in trapunte usate come tele duttili, ornate da bordi di tessuto intrecciato, ispirate ai thangka tibetani. Le trapunte raccontano una storia, e sono una vera e propria testimonianza e della vita dell’artista e così come allo tempo raccontano frammenti di storia moderna, delle condizioni sociali e trasformazioni culturali dell’Harlem Renaissance. Un’intera selezione di opere d’arte che si trasforma in una biografia professionale e personale di un’artista che ha sempre lottato per un futuro migliore, congiungendo narrazioni polifoniche all’emancipazione della cultura afroamericana del ventesimo secolo.