La tecnologia crea nuove realtà e nuove identità, un mondo di cloni digitali.
La presentazione della collezione Balenciaga SS22 riflette sul modo in cui la tecnologia influenza il nostro modo di percepire la realtà. Vediamo il mondo attraverso un filtro, in cui tutto è perfetto, conforme, photoshoppato. Non siamo più in grado di decifrare il falso dal profondamente falso.
Cloni digitali, fotogrammetria, volti scannerizzati con tecnologia 3D: il vocabolario della moda è cambiato: e questo è esattamente ciò che Demna Gvsalia ci ha mostrato nella sua passerella bianca lungo la quale ogni look della collezione SS22 è stato indossato da Eliza Douglas, un’artista che per diversi anni ha aperto o chiuso gli show del brand, apparendo spesso anche in molte delle campagne. Le modelle camminavano lungo una passerella minimalista al ritmo di una colonna sonora d’ispirazione sci-fi composta da BFRND e caratterizzata da una voce artificiale che recitava le parole del brano “La Vie En Rose.”
Sperimentando con il potere ed i limiti della tecnologia lo show pone inoltre una domanda cruciale riguardo il concetto di autenticità, contraffazione e appropriazione nel contesto dell’industria moda. Una riflessione che prende forma nel Hacker Project. L’iniziativa vede capi nei quali i codici di Gucci e Balenciaga si fondono: interpretazioni concettuali dei pezzi iconici di Gucci presentati al pubblico come prodotti di Balenciaga.
In generale la collezione è caratterizzata da tagli sartoriali destrutturati e studiati per accompagnare il corpo in diverse silhouette. I trench, i cappotti ed i bomber, pezzi inconfondibili del brand, sono riproposti in versione double-face, donando al capo due funzioni estetiche.