MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

GUT FEELINGS

2024.09.17

Testo di MUSE Team

Autoritratti, scene familiari, nature morte e fotografia di strada; nessun soggetto è escluso dalla pratica artistica di Chetrit, ora in mostra nella Galleria 10 Corso Como.

Talia Chetrit
10·Corso·Como, Milan
From September 18th until November 17th, 2024

Le immagini di Talia Chetrit occupano uno spazio e un tempo difficili da definire: possiedono l’immediatezza di un’istantanea e la qualità un po’ sbiadita di un momento di vita fissato sulla pellicola, eppure di fronte ad esse abbiamo la sensazione di qualcosa che è stato attentamente pianificato, di una tensione verso gli aspetti compositivi e narrativi delle immagini, che l’artista esalta attraverso una precisa coreografia di pose e accessori. Chetrit fa un uso schietto eppure ricco di sfumature dell’obiettivo fotografico, attingendo alla storia della fotografia mentre solleva interrogativi intorno ai temi della rappresentazione del sé, della sessualità e delle dinamiche di potere. Le sue immagini – tanto poetiche e provocatorie quanto attentamente elaborate – combinano intensità emotiva e qualità compositive: sono un esercizio critico su cosa significhi guardare un’immagine e su cosa si provi nel mettersi in posa per l’obiettivo, un’indagine sulle implicazioni formali del gesto di inquadrare e sulle dinamiche psicologiche che emergono quando diventiamo il soggetto dell’inquadratura. Autoritratti, scene familiari, nature morte e fotografia di strada; nessun soggetto è escluso dalla pratica artistica di Chetrit, che si interroga sull’attuale validità dei generi fotografici, infondendo nelle immagini il candore della fragilità e il senso della provocazione. Il titolo della mostra suggerisce la molteplicità di significati che la parola gut evoca in inglese: oltre al suo significato letterale, la parola incarna metaforicamente idee di coraggio o di sfrontatezza, oppure indica una reazione emotiva viscerale o un istinto. In questo senso il titolo riflette la molteplicità di temi formali ed esistenziali che le opere contengono.

Talia Chetrit, Red Eyes, 1994/2017. Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York. in THE TOP image: Talia Chetrit, Logo, 1996/2017. Photos: Achim Kukulies.

“Anche se ho sempre lavorato con il mio intero archivio di negativi, a partire dalla prima metà degli anni Novanta fino a oggi, questa mostra presenta in particolare fotografie della mia storia espositiva. Analogamente a come ho curato i libri del mio lavoro, sono interessata all’opportunità di unire i fili e creare un dialogo tra le mie mostre passate”.

 

– Talia Chetrit

Talia Chetrit, Face #1, 1994/20. Photos: Achim Kukulies.

Scatti recenti si affiancano a fotografie realizzate a metà degli anni Novanta – come Logo (1996/2017) e Face #1 (1994/2017) – in cui Chetrit, allora adolescente, ritrae le sue amiche d’infanzia. Un’altra opera degli esordi, Murder Picture #3 (1997/2017), raffigura un’amica dell’artista mentre posa come vittima di un omicidio in quello che sembra essere un vagone della metropolitana. Queste immagini evocano la violenza e il voyeurismo della società contemporanea: se consideriamo il tempo come il materiale per eccellenza della fotografia, questo gesto assume un doppio significato; da una parte sottolinea come, in quanto esseri umani, esistiamo nel tempo, dall’altra evidenzia come manifestiamo i continui mutamenti delle nostre sensibilità attraverso forme storicamente determinate, come la moda. Le opere successive, come gli autoritratti Untitled (Body) e Self-portrait (Mesh Layer), combinano messa in scena, esibizionismo e auto-parodia, sfidando le rappresentazioni tradizionali della femminilità. La mostra include anche ritratti dei membri della famiglia di Chetrit, esplorando gli stereotipi e le contraddizioni delle relazioni familiari. Anche in queste opere, la moda è presente come elemento di esplorazione dell’identità e delle convenzioni sociali: Chetrit utilizza anche un obiettivo telescopico per catturare vedute urbane, dove i soggetti sono anonimi e sfocati, senza connessione emotiva. Le nature morte della mostra, come Angels e Rubber Nipple, trasmettono tensioni psicologiche e temi come l’amore romantico e la genitorialità. L’opera Studio Chair suggerisce il legame tra seduzione, abbandono e assenza. Come la vita contemporanea – o la vita in sé e per sé – l’arte di Talia Chetrit può apparire a volte sconcertante: comunica onestà eppure contempla l’inganno, si addentra nei sentimenti mentre ne analizza le contraddizioni. Ciascuna di queste opere ci invita a riflettere sulla natura sfaccettata delle relazioni umane e sui modi in cui i rapporti sono plasmati, omologati e perpetuati attraverso il dominio della rappresentazione.

Talia Chetrit, Mom (Ball), 2022. Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York.

Per maggiori informazioni 10corsocomo.com.

VIEW FROM THE EXHIBITION "GUT" ON VIEW NOW AT 10 CORSO COMO, MILAN.

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