Robin Kid: Searching for America
Templon Gallery, New York
From September 4th until October 26th, 2024
Robin Kid, alias The Kid, è un artista multidisciplinare autodidatta di origine olandese. Le sue opere si rifanno a una varietà di immagini sociali, politiche e tradizionali del passato e del presente le cui sfumature ribelli, religiose, fantastiche e talvolta offensive attingono intuitivamente dal mondo della pubblicità, da internet, dall’industria dell’intrattenimento e dai suoi ricordi d’infanzia, così da produrre narrazioni ambiziose, enigmatiche e stimolanti che mettono in discussione il mondo polarizzato del XXI secolo.
A partire dall’inizio del XXI secolo quelle che sono sempre state percepite come distinzioni tradizionali hanno lasciato spazio a confini sempre più sfumati: la propaganda si mescola con le notizie, la Chiesa con lo stato, e i brand con l’arte. La nuova mostra di Robin Kid, Searching For America, è un viaggio provocatorio e curioso attraverso una moltitudine di diverse Americhe — da quella che conforta a quella che preoccupa, da quella che crea a quella che distrugge. Attraverso il suo lavoro, l’artista si tuffa a capofitto nel vortice dell’iconografia americana come esportazione, il tipo di immagini che ha plasmato la morale, le paure e le aspettative per generazioni in tutto il mondo. Evocando sentimenti di incertezza insieme alle nostre speranze e sogni più ingenui dell’infanzia e dell’adolescenza, Robin Kid illustra come la nostra coscienza collettiva, plasmata da ricordi programmati, possa servire da allegoria per la storia nel suo complesso; affrontando questioni sociali e politiche più ampie, sia in modo diretto che astratto, evidenziando la natura fluida e talvolta fittizia della nostra comprensione del passato e delle nostre aspettative per il futuro. Affascinato dal potere del consumismo, Kid utilizza il linguaggio dei cartelloni pubblicitari — fatto di colori vivaci, slogan audaci e la promessa generale che il futuro può solo migliorare — per esprimere il disincanto percepito dalle nuove generazioni. Combinando pannelli in acciaio inox sagomati con dipinti a olio e sculture in alluminio in un modo giocoso e simile a un giocattolo, l’artista crea cartelloni idealizzati delle nostre paure e dei nostri desideri condivisi, il tutto in un particolare contesto di intenso potere e controllo. I dipinti, le sculture e le installazioni di Kid, filtrati attraverso una sensibilità europea, esplorano una cultura che è al contempo immediatamente familiare e profondamente aliena, ma la cui influenza è innegabile.
Ispirandosi a James Rosenquist, ai combines di Robert Rauschenberg e alle prime opere di Jim Dine come Lawnmower e Child’s Blue Wall, i nuovi pezzi di Robin Kid sono ibridi — né dipinti né sculture, ma entrambi insieme. Invadono lo spazio dello spettatore, richiedendo attenzione e avviando un dialogo. Queste opere, sgargianti e minacciose ma perfettamente equilibrate, agiscono come pubblicità che evocano una potente nostalgia. Ci ricordano di un tempo e di un luogo da cui siamo, e forse siamo sempre stati, esiliati.
Per maggiori informazioni templon.com.