MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

The World As It Goes

2024.03.20

Text by Francesca Fontanesi

Una spirale vertiginosa in cui le immagini vengono generate per dialogare tra loro come in un caleidoscopio genera ritratti e reinterpretazioni di un’identità vacillante.

Le monde comme il va (The World As It Goes)
March 20–September 2, 2024
Bourse de Commerce, Paris

 

 

 

I fantasmi del passato sembrano risorgere come monito nelle opere di Maurizio Cattelan, Cindy Sherman, Luc Tuymans e Sun Yuan & Peng Yu. Le opere di Anne Imhof, Doris Salcedo, Wolfgang Tillmans, Rosemarie Trockel, Christopher Wool e altri reagiscono alle utopie in crisi del nostro mondo contemporaneo, mettendole in scena e diventando ricettacoli di una furia silenziosa che l’arte esprime e trasfigura. Dipinti “Huis clos”, conflagrazioni, rovesciamenti domestici, immagini doppie, ritratti di identità vacillanti, reinterpretazioni e riprese sono il soggetto delle opere di Peter Doig, Marlene Dumas, Martin Kippenberger, Sturtevant, Frank Walter e Franz West.

La Bourse de Commerce con Le Monde Comme Il Va presenta diverse nuove opere della collezione di François Pinault, riunendo lavori principalmente a partire dagli anni ’80 a oggi. La mostra rivela l’acuta consapevolezza del presente espressa da artisti come Maurizio Cattelan, Wolfgang Tillmans, Damien Hirst, Anne Imhof, e Peter Fischli. L’esposizione allude al tumulto e alla turbolenza degli eventi attuali, dove tutti i punti di riferimento stabili sembrano vacillare e scivolare via: il titolo proviene da un racconto filosofico di Voltaire in cui un angelo reca un inviato per osservare i comportamenti di un popolo lontano, poiché gli dei non sanno più se meritano di vivere o se debbano essere distrutti per fare spazio a una civiltà nuova e forse migliore. Di fronte alle contraddizioni dell’umanità e alla sua esitazione, il narratore decide alla fine di lasciar “andare il mondo come deve andare”, fidandosi del fatto che gli esseri umani prenderanno il destino nelle proprie mani. Le opere della Collezione Pinault selezionate per questa mostra testimoniano un momento di incertezza, ma servono anche a coinvolgere i visitatori nell’impeto di questa spirale vertiginosa che continua a girare indipendentemente dall’uomo. La profonda consapevolezza degli artisti è dimostrata dalla monumentale e delicata opera di Kimsooja installata nella Rotonda del Museo: uno specchio immenso posto a terra inverte l’architettura e, con essa, l’ordine del mondo. Avvicinandoci, vediamo il cielo cadere nel terreno sotto i nostri piedi al centro della Bourse de Commerce. L’invisibilità del materiale, che riflette semplicemente la realtà circostante, ci ricorda che siamo i protagonisti di questa narrazione.

Peter Doig, Pelican (Stag), 2003–2004, oil on canvas, 278.4 × 202.7 cm (with the frame). Pinault Collection. Photo: Mark Woods. © Peter Doig / ADAGP, Paris, 2024.
SUN YUAN & PENG YU, OLD PERSONS HOME, 2007,13 LIFE-SIZED SCULPTURES AND 13 ELECTRIC WHEELCHAIRS, VARYING DIMENSIONS. PINAULT COLLECTION. COURTESY OF THE ARTISTS AND OF GALLERIA CONTINUA. © SUN YUAN & PENG YU / ADAGP, PARIS, 2024.
Bertrand Lavier, Dino, 1993, Wrecked Ferrari Dino 308 GT4, 130 × 420 × 180 cm. Pinault Collection. Courtesy of the artist. Photo: Rebecca Fanuele. © Bertrand Lavier / ADAGP, Paris, 2024.

l primo piano emerge una panoramica: Fischli & Weiss espongono una parte della loro vasta impresa che prevede la modellazione in argilla di una storia (necessariamente parziale) dell’umanità (Suddenly this Overview, 1981-2012). Nelle gallerie al piano terra e al secondo piano, la selezione di opere della Collezione Pinault mostra come gli artisti contemporanei, che lavorano sia sulla scia delle avanguardie sia nello spirito del proprio tempo, spesso impieghino strategie di provocazione, sovversione e infiltrazione per lavorare contro i valori tradizionali e per gettare un generale velo di dubbio sulle nostre definizioni di arte. Le opere di Maurizio Cattelan, Damien Hirst e Jeff Koons, prime icone della Collezione Pinault, rivelano la loro complessità una volta ricollocate in un contesto di circolazione di immagini, oggetti e valori che segna la storia dell’arte degli anni Ottanta e Novanta. Inoltre, attaccano i meccanismi alla base di varie strutture di potere – politiche, istituzionali o di altro tipo – e formulano un commento più amaro di quanto possa sembrare sulla società in cui queste opere sono state prodotte. Le scelte collezionistiche di François Pinault hanno sempre rispecchiato la sua passione per un’arte in sintonia con il suo tempo, sia essa impegnata socialmente o semplicemente osservatrice, provocatoria o più cupa. Di fronte agli eccessi e ai paradossi della nostra società e del nostro mondo, così come alle difficoltà del nostro tempo, gli artisti sono a volte profetici e visionari, altre volte filosofici. A volte sono cinici e ironici, spesso sono poetici e incantevoli. È il flusso di immagini che si lasciano trasportare dai movimenti del mondo, la loro capacità di riflettere la realtà o, al contrario, di creare una mise en abyme intorno ad essa, di risuonare in empatia o in ironia con il passato e il presente che hanno alimentato la Collezione Pinault negli ultimi cinquant’anni.

“In primo luogo, ci sono i capolavori, quelle creazioni molto speciali che, pur incarnando un momento singolare e potente nella storia dell’arte, resistono all’erosione del tempo, dello sguardo e della critica. In secondo luogo, ci sono le linee di forza che si incontrano in una collezione quando questa acquisisce un certo status”.

– François Pinault

Per maggiori informazioni pinaultcollection.com.

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