MANIFESTO

#65

MUSE TWENTY FANZINE

FAN FICTION

2023.09.04

Text BILL POWERS

Sofia Coppola ragiona sull’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui attraverso una storia composta da piccole esperienze comuni a molte donne. Quella di Priscilla è sicuramente unica, ma allo stesso tempo personale e intima, e incredibilmente veritiera per ogni spettatrice.

Ricordo un pensiero di Elizabeth Peyton, la quale una volta disse che per lei nella ritrattistica non esiste una gerarchia basata sulla fama o sul significato storico. Un dipinto di Kurt Cobain o del Principe Ludovico la affascina tanto quanto la rappresentazione di un ex amante o di un amico artista. Credo che Sofia Coppola condivida la stessa sensazione. I fratelli frutto dalla mente di Jeffrey Eugenides sono culturalmente validi quanto le battaglie di una sposa adolescente nella vita reale, che sia austriaca o americana.

 

Ricordo che Marc Jacobs, un amico della Coppola, una volta ha ammesso di non avere alcun segreto per il mondo. È solo che nessuno li conosce tutti. I suoi film hanno questa sensazione. Qualcosa di sussurrato all’orecchio. Ho rivisto Bling Ring di recente e mi è sembrato un copione scritto con lo stile del telefono senza fili. Anche Lost in Translation – L’Amore Tradotto ha il profumo degli anni della formazione, ricordati a metà. Anni fa un terapeuta mi ha saggiamente condiviso che non è importante quel che accade nei sogni, ma ciò che si prova  nel mentre.

 

Ricordo David Salle lamentarsi con me del fatto che i critici si basano troppo sul soggetto, su cosa voglia dire o rappresentare un dipinto. Salle sosteneva che è tutto assolutamente riduttivo. Perché un’interpretazione deve essere così letterale? E cosa ne rimane del resto? Di quanti gradi c’erano quel giorno, dell’atmosfera o della gravità? L’occhio non può catturare tutto, ma ci sono altre considerazioni da fare. Penso alla povera Cleo di Somewhere mentre prova ad abbracciare il padre, che è una scimmia di ferro. Cerchiamo calore da uomini di ghiaccio e ci chiediamo quale cuore si scioglierà per primo. Sentimenti come nuvole, nuvola sopra nuvola, in un cielo pieno di nuvole. Sofia preferisce sempre l’evocativo al provocatorio. Delle belle ragazze, una birra fredda.

Sofia Coppola, from Archive (MACK, 2023). Courtesy of the artist and MACK.

“È stato un rompicapo. Mi piace adattare i libri perché è come un gioco, qualcosa che devi capire. Non è spaventoso come una sceneggiatura originale perché sai che il materiale piace già a te e ad altre persone. Ho iniziato adattando alcuni capitoli, solo come esercizio. Ma mi sono appassionata così tanto che ho finito per scrivere un’intera sceneggiatura”.

– Sofia Coppola

Sofia Coppola, from Archive (MACK, 2023). Courtesy of the artist and MACK.
Sofia Coppola, from Archive (MACK, 2023). Courtesy of the artist and MACK.
Andrew Durham, from Archive (MACK, 2023). Courtesy of Andrew Durham and MACK.
Andrew Durham, from Archive (MACK, 2023). Courtesy of Andrew Durham and MACK.

Ricordo quando ho visto per la prima volta Starstruck di Gary Lee Boas, dove Sofia Coppola pareva essere in qualche modo coinvolta. Sembrava che alcune immagini appartenessero a lei. Si trattava soprattutto di reportage di celebrità, come Lucille Ball con un cappotto di visone all’uscita di una première, o Dennis Hopper con un cappello da cowboy nero, più in versione mago hippie che del cattivo nel genere Spaghetti Western. È assolutamente comprensibile che a Sofia Coppola sia piaciuto, perché dopo aver visto tutti i suoi film ve lo posso dire: è una fan di Gary Lee Boas. Lei dirige con empatia. Le persone vengono messe in circostanze che sfuggono al loro controllo. Come sopravviveranno i personaggi? O forse non sopravviveranno?

 

Ricordo di aver visto la serie documentario di Fran Lebowitz, Una vita a New York [Pretend It’s a City], in particolare la parte dove lei canta le lodi di Edith Wharton. È raro che qualcuno nato in un contesto particolare racconti la propria esperienza in modo così convincente dall’interno, come ha fatto la Wharton con L’età dell’innocenza. Di solito gli scrittori dipingono un universo a cui aspirano, basta pensare alla narrazione… Quindi, sì, forse Maria Antonietta era una nepo-baby, ma questo non è il punto. Tornando al mio precedente accenno a Elizabeth Peyton, una volta le è stato chiesto in un’intervista che senso avesse realizzare un ritratto di Napoleone duecento anni dopo la sua morte. Jacques-Louis David non gli aveva reso giustizia? Peyton rispose che l’imperatore francese non poteva che apparire diverso ai nostri occhi, attraverso una lente contemporanea… Un imperatore in qualche modo nuovo ai margini del XXI secolo. Sia che si tratti di un soggetto in vita o postumo, tutti noi ne siamo testimoni oculari. La storia accade perché custodiamo le cose che amiamo. Ma non tutto ciò che amiamo può essere salvato.

 

 

SOFIA COPPOLA: FAN FICTION

Testo di BILL POWERS.

Andrew Durham, from Archive (MACK, 2023). Courtesy of Andrew Durham and MACK.

Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra Elvis Presley per la prima volta ad una festa, l’uomo che è già una superstar del rock and roll diventa una persona del tutto inaspettata nei momenti privati: nasce una cotta elettrizzante, diventa un alleato nella solitudine e un migliore amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola racconta il lato inedito di uno dei più grandi miti americani: il lungo corteggiamento e il turbolento matrimonio di Elvis e Priscilla, che si muove geograficamente dalla base militare tedesca alla tenuta da sogno di Graceland, in un ritratto profondamente sentito e straordinariamente dettagliato di amore, fantasia e fama. “La cosa più difficile nella stesura della sceneggiatura è stata rielaborare i tanti incredibili dettagli contenuti nel memoir Elvis & Me di Priscilla. Mi interessava cercare di immaginare come dovesse essere crescere in quel mondo attraverso i suoi occhi”, dice Sofia Coppola. “L’ho trovato molto interessante e sono rimasta colpita da quanto fosse personale e rivelatore. Mi è piaciuto molto come sono descritte in un modo così diretto e relazionabile tutte le fasi che la maggior parte delle ragazze attraversa per diventare donna, ma in un’ambientazione così unica ed eccentrica a Graceland, con Elvis Presley. Quando la moglie di mio cugino Kate Gersten mi ha detto che stava lavorando a un musical sulla storia di Priscilla, mi ha spinto a rileggere il libro. Mi sono così immedesimata nella sua storia e nel suo mondo vivido, e quanto deve essere stato folle frequentare un liceo cattolico femminile a Memphis mentre viveva con Elvis a Graceland, lottando per rimanere sveglia in classe e studiare dopo aver fatto festa tutta la notte con Elvis e i suoi amici. Ho apprezzato la forza che ha dimostrato nell’andarsene per trovare la propria identità dopo essere cresciuta cercando di essere la sua idea di donna ideale. All’inizio temevo che potesse essere troppo simile a Maria Antonietta, ma quando ho parlato con Priscilla sono riuscita a capire meglio la sua prospettiva e ho iniziato a pensare a come potesse diventare un film a sé stante. Avrebbe avuto le sue sfide, come quella di inserire così tanto della sua vita in due ore – e come avrei fatto a trovare qualcuno che che interpretasse Elvis. Jacob Elordi l’ha fatto proprio come me lo immaginavo: in maniera sottile, evocando la sensazione di lui come veniva descritto da Priscilla nella sua vita privata. Sono stata molto contenta di incontrare Cailee, con cui Kirsten ha adorato lavorare, ed è stato incredibile vedere come si sia trasformata da quindicenne a ventottenne nel giro di poco. Su questo set mi sono sentita nel mio elemento, facendo ciò che amo. Potevo vedere momenti che sembravano film del passato, ma spero che ora sia il mio stile e che tutta la mia esperienza sia confluita in questo film. È stato un nuovo tipo di pressione lavorare alla storia di qualcuno che è vivo, e ho sempre voluto che Priscilla ne fosse felice. Penso che sia stata una relazione complicata e in un’epoca diversa. Spero che il pubblico riesca a percepire come era per lei, e vedere come tutti noi passiamo attraverso tante esperienze per diventare ciò che siamo.”

 

For further information

a24films.com

@a24

“È una grande tradizione di Coco Chanel avere amici artisti e sostenere le arti e so che per CHANEL e Virginie Viard è importante continuare a partecipare così tanto al mondo artistico. Significa molto per me che CHANEL abbia sostenuto il mio film e abbia reso possibile tutto questo per noi.”

– Sofia Coppola

(L-R) Cailee Spaeny Credit: Sabrina Lantos.
(L-R) Cailee Spaeny Credit: Sabrina Lantos.
(L-R) Cailee Spaeny.
(L-R) Jacob Elordi, Cailee Spaeny Credit: Philippe Le Sourd.

Sostenuto da CHANEL, l’ultimo lungometraggio di Sofia Coppola è fortemente ispirato al senso dello stile, al fascino e alla personalità di Priscilla Presley, alla cui eleganza sensibile e rock’n’roll la cineasta ha reso un vero e proprio omaggio hollywoodiano: eyeliner cat-eye, acconciature bouffant e upswept, abiti a tubino… CHANEL sostiene i registi e le istituzioni che si dedicano alla settima arte e incoraggia la creazione cinematografica, proseguendo i legami avviati da Gabrielle Chanel che, già nel 1930, si recò a Hollywood per disegnare i costumi dei film prodotti da Samuel Goldwyn. Hollywood è stata al centro dell’ispirazione di Virginie Viard per la collezione Cruise 2023/24 della Maison, presentata a Los Angeles. CHANEL ha un’amicizia creativa di lunga data con Sofia Coppola. L’attrice collabora regolarmente con la Maison, in particolare filmando il backstage delle sfilate, come per le collezioni Métiers d’Art 2019/20 e Haute Couture Autunno-Inverno 2021/22.

 

Priscilla è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia il 4 settembre 2023.

“La scena del matrimonio è un momento così iconico; abbiamo visto così tante fotografie e film… Per me è davvero l’apice della storia. […] Virginie Viard ha realizzato la sua interpretazione basandosi sull’abito storico: un incredibile abito da sposa Haute Couture con il bellissimo pizzo che è una tocco di classe di CHANEL per il personaggio di Cailee Spaeny, qualcosa che non saremmo mai stati in grado di realizzare noi stessi. […] Ne sono così grata.”

– Sofia Coppola

Photo Courtesy Chanel. Copyright Philippe Le Sourd.

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