Anthony Vaccarello decide di portare in passerella una donna ultra semplice ma allo stesso tempo ultra chic, descritta in una collezione ridotta all’osso, all’essenziale. La volontà del Direttore Creativo è stata quella di eliminare ogni orpello e decorativismo che attanaglia la visione della moda tradizionale. La donna SL è pragmatica, ha un atteggiamento severo ma allo stesso tempo femminile e sensuale. Le proposte sono occasioni da giorno con silhouette più morbide e sciolte rispetto al carattere delle passate stagioni. Vaccarello decide di puntare su una nuova tela, bianca e incontaminata, su cui poter disegnare e costruire un nuovo capitolo del brand, omaggiandone l’heritage e i caratteri distintivi che riecheggiano nelle menti di chi osserva e si vede invece trascinato a capofitto in un mondo di omologazione. La rivisitazione del quiet luxury diventa per Saint Laurent un’intuizione in cui caratteri di femminilità e mascolinità collimano nella chiara ispirazione alle donne pilota e aviatrici. Amelia Earhart e Adrienne Bolland sono solo due delle personalità pioniere che hanno fatto parte della ricerca del designer, e che hanno permesso di raggiungere un risultato in pieno stile SL: una raffinatezza assertiva, un connubio di guardaroba, e una scelta libera.


“Vedo così tante cose complicate, così tanti ricami, così tante cose decorative, che volevo togliere tutto, non fare più del necessario. Creare una tela pulita. Cominciare un nuovo capitolo per Saint Laurent.”
La giacca sahariana è l’elemento chiave attorno al quale si sviluppa il racconto dell’intera collezione, una chiara ispirazione al mondo del Nord Africa, nel quale il fondatore Yves Saint Laurent è cresciuto. Un bagaglio culturale d’inestimabile valore e di continua suggestione. Creata per la prima volta in un pezzo unico in occasione di un servizio su Vogue Paris nel 1968, si è trasformata poi in un capo cardine per la Maison, diventando oggetto di desiderio sia per il guardaroba femminile che per quello maschile. La Safari jacket viene presentata su pantaloni maschili morbidi con tagli e pence importanti, completi che vediamo nei colori del nero, verde, beige, crema, marrone e bordeaux. I tagli e le linee rimangono rigorosi, come i volumi delle jumpsuit d’ispirazione utilitaria. La femminilità più determinante appare nelle trasparenze dei top, negli abiti a camicia e nelle gonne dritte al ginocchio con tasche applicate e cinture di pelle in vita. Anche la scelta dei materiali si riduce al necessario: il cotone e il lino occupano tutto il défilé, ad eccezione della mussola che contraddistingue le ultime uscite da sera.

I make-up sono ispirati agli anni ’80, con capelli laccati indietro a scoprire il volto, il rossetto rosso ad accendere i volti delle muse che sfilano e che sfidano con lo sguardo l’orizzonte lontano. I gioielli hanno un’importanza indiscutibilmente unica, l’oro e l’argento si uniscono in orecchini dalle forme importanti che illuminano il viso e il décolleté, i grossi bracciali rigidi vengono indossati su morbidi guanti di pelle, quasi a voler donare un’aspetto di preziosità anche ad un accessorio apparentemente banale. Gli occhiali da aviatore completano quasi tutti i look, con lenti scure e linee fascianti. I tacchi, vertiginosi, e declinati negli stessi toni della palette colori dei tessuti impiegati per i look, sono ormai un tratto distintivo della femminilità a cui Vaccarello non può più fare a meno.

“Non fare quasi nulla per me è difficile, soprattutto quando devo realizzare una camicia e un pantalone.”
Quello che appare di diverso in relazione alle ultime collezioni è la voglia e forse necessità di dedicare più spazio alla portabilità dei pezzi, creando molte più proposte di couture daywear e meno abiti pensati per la sera. La direzione del Direttore Creativo appare semplice e umile, decisa a ridare importanza a quel glamour parigino fatto di forza e consapevolezza nelle donne. Con quest’ultima collezione estiva vi è una spinta in più, una voglia ancora più sentita ed evidente di raccontare una visione caleidoscopica di un mondo moderno in continua evoluzione, in cui però i valori della moda, della contemporaneità e della sofisticatezza rimangono ben saldi alla storia. Un’eleganza morbida, innovativa e visionaria. Un sapore d’Africa e di terre lontane nella volontà di radicarsi in un heritage così importante.

