Il concetto che viene rimarcato nella nuova collezione estiva di Louis Vuitton è il soft power. Un ossimoro affascinante che accompagna il viaggio del direttore creativo fin dal giorno zero, dal suo ingresso in una Maison che ha fatto la storia della moda e di cui si è ritrovato a dover rivisitare codici ed heritage. Il suo lavoro è ancora una volta impeccabile, funzionale, coerente e sapientemente dosato per un occhio critico ma attento, che rimane affascinato dalla ricerca e dalla mano riconoscibile di Ghesquière. Il soft power letteralmente rappresenta la delicatezza e il potere, l’austerità e il romanticismo, il bello e il pratico, la combinazione unica di realtà opposte tra loro. La collezione stessa è radicata sull’idea del contrasto. Il movimento delle modelle si contrappone alla staticità statuaria della passerella, ricreata assemblando i classici bauli del brand. I tessuti setosi si definiscono in drappeggi e tailleur dalle forme morbide. Le sovrapposizioni fanno capolino sotto forma di alternanza di materiale e colore. I pantaloni si accorciano al ginocchio e perdono le classiche forme impostate. Le gonne midi hanno forme svasate, e quelle mini invece rimandano ad aspetti geometrici. Il tessuto tecnico, d’ispirazione sportswear, presenta colorazioni astratte e viene indossato sotto giacche stampate e voluminose, strette in vita. Le sagome delle spalle sono massimaliste e affilate, a richiamare quelle silhouette drammatiche degli anni ’80. Le stampe invece sono prese in prestito dalle opere d’arte di Laurent Grasso (cinque dipinti della serie Studies into the Past). Contrasti. Simmetrie. Trame. Tutto raccolto in un défilé ricco ma allo stesso tempo effimero, presente ma allo stesso tempo vaporoso, bohémien ma allo stesso tempo meccanico. L’energia è vibrante e i dettagli sono profondi. Le maxi collane arrivano fino alla vita. Le borse sono classiche e rivisitate, ma anche nuove e fresche. Morbide e strutturate. In monogram e in colori sgargianti. Le scarpe seguono invece due serie distinte, la prima con fasce di pelle compatte e la seconda con piume svolazzanti.
La collezione si fonda su i contrasti, dando vita ad un movimento incessante. Nell’abbigliamento rappresenta il rapporto dialettico tra due poli che sono al tempo stesso opposti e armoniosi: la morbidezza di una struttura per natura rigida. Leggerezza irriducibile. Energia vibrante. Profondità grottesca. Opulenza vaporosa. Delicatezza spigolosa: una femminilità decisa. La meccanica del fluido.
Il potere esce appieno dalle scelte stiliste di Ghesquière, un’attenzione incredibile alla centenaria attenzione al savoir-faire artigiano, una decisione di seguire scelte culturali e sociali che evolvono ma rimangono tali e radicate in elementi cardine. L’arte di vivere diventa moda, diventa narrazione e profusione di un sentimento morbido e armonico. L’energia che ne esce è davvero vibrante. La profondità è estremamente fluida. La rappresentazione della moda francese viene pensata attraverso un fil rouge che collega il passato al futuro, passando per la contemporaneità. Un’estetica sofisticata, ricca di elementi comprensibili solo a degli occhi attenti, fatta di elementi che racchiudono un’unicità culturale straordinaria. La collezione è priva di imposizioni, è libera e giovane, è ricercata e lineare. Le proposte catalizzano l’attenzione di chiunque, un lavoro che continua ad appoggiarsi sulle tendenze del momento pur rimanendo fedele ad uno stile personale ben preciso e a dei canoni di un brand che non possono certamente passare inosservati. Una chiara linea tracciata tra storia e innovazione, tra ieri e oggi, tra oggi e domani.