MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

PRADA UTOPIA

2024.06.17

Testo di Francesca Fontanesi

Miuccia Prada e Raf Simons presentano la collezione Prada Uomo Primavera/Estate 2025 all’interno del Deposito di Fondazione Prada, intrecciando dettagli surreali e riferimenti alla cultura rave per spingerci a mettere in discussione la contingenza delle percezioni.

La nuova collezione Prada Uomo Primavera/Estate 2025 di Miuccia Prada e Raf Simons propone una conversazione in merito ai concetti contemporanei di verità e finzione, ma soprattutto di (ir)realtà – nonostante Miuccia abbia apertamente dichiarato di detestarne la fuga. Vista da lontano potrebbe apparire in modo diverso, i dettagli semplicistici, quasi ingenui, casuali, ma da vicino le percezioni si trasformano: dettagli in fil di ferro animano i colletti e gli orli degli indumenti con un dinamismo irreale, come se vivessero di vita propria. Escono da casette di legno e aprono la sfilata giovani modelli accessoriati da enormi occhiali da sole a visiera che coprono il volto apparentemente costruiti in materiale riflettente, se non fosse che attraverso un’analisi è possibile notare case, sedie a sdraio e televisori applicati sulle lenti, rendendo difficile distinguere tra il riflesso reale della passerella e le allucinazioni sulle montature. Altrove, cinture con fibbia trompe-l’oeil sono dipinte sui pantaloni, mentre le camicie che spuntano al di sotto delle giacche sono in realtà maglie intarsiate in un unico pezzo. Gli indumenti, volutamente stropicciati, patinati e invecchiati, portano i segni del tempo: le proporzioni sono errate, e l’imperfezione è un altro segno di vita, di realtà. I capi rubati dall’armadio del padre o della madre si adattano in modo diverso al corpo; le proporzioni errate volutamente lunghe o tagliate di un maglione da supereroe vengono combinate e inserite in un nuovo contesto in modo istintivo, mentre i dipinti di Bernard Buffet sono riproposti stampati come sulle t-shirt da concerto. Proseguendo, diversi trench da tutti i giorni sostituiscono le attuali tendenze oversize e lasciano emergere le tasche in pelle, contrastate dalle felpe con cappuccio e alla maglieria dai colori vivaci, donando una freschezza tempestiva all’universo intellettuale Prada.

 

“Questa collezione è nata da una suggestione istintiva, da un dialogo spontaneo tra idee che ci passavano per la testa in un determinato momento, idee concretizzate in modi inaspettati – che rappresenta il modo in cui abbiamo lavorato. Abbiamo voluto creare capi da indossare oggi”.

– Miuccia Prada & Raf Simons

La palette di colori è tutta un verde acceso, rosso, viola Miu Miu, giallo, azzurro e marrone. Sfilano alcune calzature con punta d’argento e nuove versioni color-blocked dell’inconfondibile mocassino della Casa. Proseguendo sul sentiero Prada la tuta da lavoro fa diverse apparizioni, ma questa volta riproposta con cerniere colorate fluo che percorrono entrambe le gambe e arrivano fino al collo. Essendo un elemento simbolico dei free parties della metà degli anni Novanta, l’inclusione di questo indumento nella collezione ha un senso particolare, soprattutto mentre i suoni techno rimbombano negli spazi austeri del Deposito della Fondazione – un chiaro riferimento ai suoni elettronici dell’heritage musicale belga di Raf Simons: la cultura rave costituisce praticamente la base del suo linguaggio creativo, ed è qui che lo si vede intrecciare senza soluzione di continuità la cultura giovanile nelle proprie collezioni fin dal debutto, come ad esempio nella collezione AW01 Riot! Riot! Riot! o, più recentemente, nel rave al Printwork di Londra della SS23. Traspare uno spirito di libertà, di tenero ottimismo, di energia. Il ravescape fiabesco realizzato all’interno del Deposito della Fondazione Prada raduna e riunisce le persone; oggetti di diversa provenienza vengono ponderatamente accostati attraverso contrasti imprevisti, ma con una spontaneità ricercata e attenta. Una capanna, la struttura più semplice per antonomasia, si erge come totem dell’essenziale, del necessario e del reale e si traduce in abiti immediati e non artificiosi. Una concezione utopica invita a mettere in discussione la contingenza delle percezioni, a riesaminare, a osservare le cose più da vicino: per Prada, accorciare le distanze riflette l’emozione istintiva dell’individuo alla prossimità, alla condivisione dello spazio e allo stare insieme.

“Quando si è giovani si agisce seguendo l’istinto, immemori delle conseguenze e senza troppo arrovellarsi. Meno teoria, più prassi”.

– Miuccia Prada & Raf Simons

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