Sin dall’antichità, nella cultura giapponese la carta washi – il cui ciclo vitale inizia e finisce con la terra – è stata una risorsa indispensabile per la quotidianità. Comprendere e lavorare questo materiale, instaurandovi un vero e proprio dialogo, riflette la natura stessa del brand ISSEY MIYAKE ed è coerente con il suo impegno nell’integrare l’artigianato tradizionale giapponese in un modo di vestire pensato per la contemporaneità. La mostra On Washisi dirama all’interno degli store di Tokyo e Osaka e include una speciale installazione realizzata con la carta washi che ricorda quanto presentato a Parigi in occasione della sfilata Spring Summer 2024. Creata con l’artista Yoshihisa Tanaka, è corredata da un film documentario e una video intervista a Tanaka e all’ head designer di ISSEY MIYAKE, Satoshi Kondo. La carta washi impiegata è il prodotto della continua ricerca e sviluppo del marchio insieme ad artigiani, ingegneri e produttori in tutto il Giappone. Il modo in cui si muove e si trasforma organicamente rispondendo ai cambiamenti dell’ambiente circostante, richiama un elemento vitale. Questa naturale fluidità e giocosità sono parte integrante del design and making di ISSEY MIYAKE. Il washi viene utilizzato da oltre 1.000 anni come tessuto per l’abbigliamento, in particolare nel nord del Giappone – la sua struttura lo rende molto più resistente della carta normale – per questo e non solo Issey Miyake ne rimase affascinato durante la sua vita, utilizzandone le fibre uniche nelle sue collezioni, mescolate con poliestere o cotone per creare nuovi tessuti innovativi.
“Ho immaginato un’installazione di carta washi in cui i pezzi trasmettessero tutti queste qualità al massimo e per questo ho fatto molti studi cercando di trovare le loro dimensioni appropriate rispetto alla scala del luogo.”
In effetti, il fascino storico di Miyake per il washi è indice del suo più ampio approccio pionieristico: il connubio tra tradizione e modernità, artigianato e innovazione, la capacità di partire da un semplice quadrato di carta per arrivare a una nuova e audace proposta di tessuto, texture o forma. La carta Washi è anche tradizionalmente utilizzata per gli origami, un’altra storica forma d’arte giapponese che ha affascinato Miyake e alla quale sono stati spesso paragonati i suoi abiti scultorei e intricati. Un pezzo di carta washi, una volta plissettato e piegato, può essere facilmente portato in giro in un formato compatto, e si può appendere facilmente fissando un solo punto. Oggi ogni collezione che il team Issey Miyake compone è un riflesso di ciò che abbiamo imparato precedentemente, poiché la filosofia del fondatore e il suo approccio al design e alla produzione sono il fondamento dell’identità del marchio e la fonte di ispirazione per la ricerca sul design di questo brand. Un senso di gioia e meraviglia, alla base di tutta la ricerca, sembra rimanere fedele e stabile. I capi sono progettati per un senso di facilità e leggerezza, regalando così giocosità, presente nella progettazione e nella realizzazione stessa di un capo, e può anche portare alla meraviglia. Si tratta di progettare e realizzare un capo che non sembra tale, soprattutto quando è steso, e solo nel momento in cui lo si prende in mano e lo si indossa ci si rende conto che è indossabile. Tuttavia, la fama mondiale di Miyake si deve alla capacità di combinare moda, tecnologia e artigianato. Innanzitutto inventando la tecnica secondo cui il vestito doveva essere realizzati da un unico pezzo di tessuto. Poi insistendo all’infinito sulla plissettatura e le tradizionali tecniche di piegatura giapponesi. Le pieghe a fisarmonica dei suoi modelli potevano però essere lavate in lavatrice, senza perdere la loro forma e offrivano la facilità dell’abbigliamento da casa. Così, oggi, come nelle migliori tradizioni giapponesi, la fabbrica utilizzata da Tanaka continua l’antico rituale di produrre carta washi a mano, anche se per questo progetto ha utilizzato una piccola macchina per produrre carta in rotoli di centinaia di metri.
“Descrivo la reazione degli abiti come qualcosa che parla e risponde al movimento di qualcuno che passa, nonché ai cambiamenti risultanti nel flusso d’aria, nell’onda sonora, nell’umidità e persino nelle emozioni della persona.”