Il primo black dress sfila in passerella con una dozzina di fiocchi. Versioni rosa chiaro e viola scuro dello stesso abito si susseguono, insieme a molte altre varianti del fiocco che si fa simbolo ed esorta ad abbracciare un’iperfemminilità denigrata troppo a lungo. Incluso sulle gonne in tweed robusto nella parte anteriore e in seta ricamata in quella posteriore, dando l’impressione che chi le indossi porti in vita un grembiule legato sopra a una sottoveste, rende ancora più palpabile l’eterna fascinazione di Miuccia per le divise. C’è un’abbondanza di costruzioni doppie; gran parte della collezione presenta una notevole differenza tra il fronte e il retro: rouches e balze riconsiderano la loro forma e funzione. Serietà davanti, intimità dietro. Ma Prada e Simons non giocano solo con i fiocchi. Ci sono giacche da college con la patch “P” sul petto e l’anno di fondazione di Prada, 1913, cucito sulle maniche; ci sono twinset di maglioni in abbinamento con gonne a metà polpaccio e pradissime gonne midi, che potrebbero dare l’impressione di un’allure rigida e distinta, se non fosse per la sapiente costruzione geometrica a cuciture. E ci sono poi altri abiti dal look vintage con dettagli a filigrana che ornano gli orli; le modelle portano piccole borse sospese da mini-cinture tra i gomiti e – come in ogni sfilata Prada, non a caso – tra le mani accostate al petto, un gesto retrò che rimanda agli anni Sessanta. L’idea dei diversi pezzi di storia è resa letterale tramite gli abiti frammentati, come ad esempio i completi, i cui frontali sono realizzati in lana sartoriale. Se tutto ciò può sembrare deliziosamente nostalgico, gli abiti da cocktail stile anni Cinquanta alla fine della sfilata, realizzati insieme ai guanti coordinati, sono l’esempio perfetto della capacità di Prada e Simons di reinventare topoi familiari in pezzi contemporanei ancora più forti, identificativi, desiderabili.
“Abbiamo affrontato l’idea di romanticismo, che forse in questo momento è ancora considerato un tabù, soprattutto nella moda. Gli abiti di questa collezione rivelano un senso di romanticismo che tocca i valori dell’amore e dell’attenzione”.
Ma c’è qualcosa di più dietro questi tessuti rosa, delicati e allo stesso tempo indistruttibili: un’aura di impegno politico, appropriata per questo secolo storico. La vera essenza di Prada risiede nella sua caratteristica capacità di andare oltre il semplice status di un brand, con un approccio al design unico, tagliente, un senso dell’avanguardia e un impegno costante verso l’innovazione. Si fondono un’estetica futuristica con un’eleganza intramontabile: non è più solo una collezione, ma rappresenta un’attitudine. Altri elementi tratti dalla storia influenzano capi stereotipati di oggi, come il chiodo, il bomber e la maglieria, cambiandone linee e particolari. Il concetto di frammento si riflette letteralmente nei dettagli incorporati sugli abiti e nelle parti ritagliate su tutto il corpo, spogliate per esporre gli strati interni. Le gonne, in cui la seta si contrappone alla lana sartoriale, formano una facciata di tessuto su cui si alternano delicatezza e vigore. La silhouette attillata viene attenuata da un’accentuata verticalità. A loro volta, le qualità gestuali dell’universo femminile diventano intrinseche, con borse sospese e occhiali da sole che richiamano il maquillage: I modi di essere – ma anche di apparire – diventano strutture del fare, tracce intangibili di vite umane che assumono concretezza. In passerella per la FW24, i tradizionali materiali maschili vengono rilavorati fino a renderli intrinsecamente femminili; i cliché della femminilità – fiocchi, ruches e balze – vengono riconsiderati, il loro significato radicalmente rivalutato. Perché persistono? Perché attraggono? La sfilata solleva domande e innesta risposte, segnando l’inizio di una conversazione con il mondo, uno scambio di idee. Questo istinto, questo desiderio di comunicare ed esprimersi, è un impulso umano fondamentale come il toccarsi, trasmettere i propri sentimenti attraverso gli abiti che indossiamo.
Everything from politics to fashion to art, everything we are comes from our past.
Questa FW24 abbraccia il passato e anche il futuro, dimenticando per un momento il presente. Durante la sfilata, sono gli accessori a dare la connotazione eccentrica: cloche piumati e in velluto con visiere da baseball; borse Cleo tenute sospese da cinghie di pitone; occhiali affilati. Il cappello in questa collezione Prada è un’espressione personale: un copricapo che comunica qualcosa, al di là dell’estetica sobria di un semplice berretto da baseball. Nella passerella è una tendenza in ascesa: i cappelli esageratamente alti, realizzati con materiali come la rafia e le piume colorate, propendono verso l’eccentricità. Alcuni sembrano avere la consistenza di un mazzo di peonie, mentre gli altri (in una palette che varia dall’ultravioletto al grigio, dal marrone al verde) appaiono stratificati. Non mancano però il classico nero o il blu navy, presenti sia sugli indumenti tecnici e sopra i blazer precisamente tagliati, sia sugli abiti semplici e dalle silhouette più aderenti; tuttavia, l’amore di Prada per le combinazioni di colore eccentriche – come il verde accostato al rosa pallido, il rosso acceso al fucsia, e il giallo all’arancione – resta distintiva anche nei décolleté a punta con tacco a blocco. I cliché femminili sono ricontestualizzati. Sulla passerella le energie di Prada e Simons si scontrano ogni volta, e il risultato è un’enorme battaglia visiva di potere. Se Prada rappresenta una ventata di freschezza rilassata, semplice anche quando stravagante, e basata su un atto umoristico-intellettuale, Raf Simons da parte sua gioca con una serietà cool, il cupo e l’oscuro. Modernisti autodichiarati, insieme hanno riflettuto sui ricordi per questa stagione, esplorando frammenti del nostro trascorso attraverso la lente della bellezza come ricordo degli orrori del passato. Guardare indietro, per guardare avanti.