MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

MOVING PICTURE

2023.09.14

Interview HANS ULRICH OBRIST

Menelaos Karamaghiolis racconta il suo rapporto personale e lavorativo con la pratica artistica intrapresa, quella del cinema e più in particolare dell’immagine in movimento. Attraverso le sue parole veniamo trasportati all’interno di un mondo apparentemente lontano e differente.

HANS ULRICH OBRIST IN CONVERSAZIONE CON MENELAOS KARAMAGHIOLIS 

 

HUO Vorrei che ci parlassi di come tutto è iniziato, di come ti sei avvicinato al cinema e di come il cinema si è avvicinato a te. Sono anche curioso di sapere quali sono le tue ispirazioni.

MK Le storie degli altri sono sempre state per me un modo efficace per vivere una vita significativa. Ho iniziato a pensare al cinema fin da quando ne ho memoria, leggendo la letteratura e cercando di animare quelle storie con le immagini. Essendo il figlio più piccolo, ero solito rubare i libri dei miei fratelli. A 10 anni avevo già accesso al Marchese de Sade e ad altre storie erotiche e libidinose. Poi, cercavo di immaginare e creare le mie immagini in movimento con un cast preso in prestito da film, riviste e persone che avevo conosciuto e che avevano avuto un impatto su di me. Subito dopo la caduta della dittatura, ascoltavo per giorni i miei fratelli analizzare i film di Pasolini, Bergman e Angelopoulos. E ho iniziato a sognare il cinema in un’epoca in cui era difficile fare cinema in Grecia. Ecco perché Angelopoulos e tutti quei pionieri sono stati importanti; perché qui non c’era un’industria cinematografica o una solida formazione. Negli anni ’70 e ’80 ci voleva forza per decidere di fare cinema sperimentale o film d’autore in Grecia. Quei cineasti sono stati molto attivi politicamente contro il regime e hanno cambiato tutte le scelte stilistiche e formali del cinema. Negli anni ’70 hanno partecipato a festival all’estero, ma il pubblico greco non riusciva a trovare i loro film nelle sale locali, soprattutto nella mia città natale. Quando ho convinto i miei genitori a lasciarmi trasferire ad Atene da solo, all’età di 14 anni, ho trovato un cinema dove potevo vedere film ogni giorno. In questa nuova città e in questa nuova vita, ho iniziato a capire che in Grecia ci sono così tante storie, antiche e contemporanee, che potrebbero alimentare il cinema e qualsiasi tipo di immagine in movimento in modo forte.

Rom, 2023.

HUO Ti sei trasferito ad Atene a 14 anni, e hai detto di aver incontrato tutte le persone che sognavi di conoscere. Ci racconteresti di questi incontri?

MK Da adolescente trascorrevo le vacanze nella mia città natale, dove lavoravo tutto il giorno in una stazione di servizio, in una macelleria e in molti altri posti. Mentre aspettavo il cliente successivo, leggevo una rivista di moda dell’epoca e le sue interviste a persone straordinarie che avrei voluto incontrare. La maggior parte di loro l’ho incontrata. Ad Atene non ci sono confini netti tra quartieri e classi sociali. Vivendo da solo, avevo abbastanza libertà per scoprire la città fingendo di essere un adulto. Vassilis Vassilikos, lo scrittore di Z, che Costa-Gavras riprese nell’omonimo acclamato film, divenne un buon amico quando avevo 18 anni, e lo è ancora. È stato lui a introdurmi al magico mondo della scrittura cinematografica, essendo anche un bravo sceneggiatore. Mi ha fatto conoscere persone che non avrei mai immaginato di incontrare: Milan Kundera, per esempio, o Jorge Semprún. All’epoca si riunivano ogni primo lunedì del mese nella stanza segreta di un bar di Parigi, separata dalla sala principale da una tenda. È così che ho conosciuto importanti intellettuali di tutto il mondo che trattavano tutti allo stesso modo. Ho avuto l’opportunità di conoscere i miei idoli in giovane età; questo ha creato nuovi valori che mi hanno portato verso le vere persone straordinarie: gli antieroi che mi danno la forza di definire la mia arte in maniera più essenziale.

“Tutti i miei lavori sono basati su storie vere, e non potrebbe essere altrimenti. Questo approccio mi ha dato tutte le variazioni di temi e argomenti di cui avevo bisogno, e anche l’opportunità di fare esperimenti formalistici.”

– Menelaos Karamaghiolis

A Bird in search of a Cage, 2023.
Rom, 2023.
Mrs Dankbar, 2023.

HUO Il tuo percorso è iniziato con lo stile documentaristico, poi ti sei fermato ed è iniziato un intero periodo in cui ti sei dedicato a film e lungometraggi di successo. Infine, c’è stato un ritorno, anche se in maniera differente, al documentario. Vorrei sentire qualcosa in più riguardo questo viaggio perché penso sia davvero affascinante…

MK Tutti i miei lavori sono basati su storie vere, e non potrebbe essere altrimenti. Questo approccio mi ha dato tutte le variazioni di temi e argomenti di cui avevo bisogno, e anche l’opportunità di fare esperimenti formalistici. Ora, utilizzando questo nuovo mondo digitale in tutti i modi possibili, ho iniziato a filmare da solo dopo il 2011, creando un nuovo rapporto con il documento per l’arte che immagino. Ecco perché il team di cui faccio parte si chiama Døcumatism: sento che dobbiamo approfondire il vero potere del documento e come esso può motivare e ispirare l’arte. Da qualche anno a questa parte, a causa dell’interminabile crisi greca, siamo circondati da storie e immagini intense che hanno offerto un nuovo impulso ai film documentari, e questo si può vedere molto chiaramente nelle opere di giovani registi e artisti. Negli ultimi dieci anni, ho avuto la sensazione che nessuna fiction potesse rappresentare con precisione queste storie stimolanti che accadono intorno a noi, senza distorcerle, ma parlando dei loro veri protagonisti.

Jace, 2023.

HUO Puoi raccontarci di come il Døcumatism si è evoluto? È un movimento, quindi come tale dovrebbe avere un manifesto e stavo pensato se ce ne sia uno. Com’è concretamente organizzato il Døcumatism? Si può dire che sia tu l’artefice o il catalizzatore? 

MK Mi spaventa qualsiasi tipo di relazione proprietaria o egocentrica nei gruppi e nelle opere d’arte. Credo nell’incontro con le persone, faccio delle interviste con loro e poi inizia una relazione che dà vita a opere d’arte collettive. La struttura del Døcumatism è nata dall’esigenza di non distorcere la realtà, ed è stata plasmata dal corso e dall’evoluzione delle opere stesse, dalle esigenze dei suoi membri. È iniziato come un gioco con il suprematismo di Malevich. 100 anni fa, questo ci diceva di liberare la nostra immaginazione per creare. Nel nostro secolo, tutti sentiamo che il documento è presente in modo cruciale nei notiziari, sui nostri schermi, ma allo stesso tempo è usato in modo inappropriato. Quindi, potrebbe esserci un nuovo modo di ricercare ulteriormente come utilizzare il documento come punto di partenza per liberare l’immaginazione e la creatività, senza imporre una rappresentazione noiosa o limitata? Attraverso tutte le azioni basate sull’immagine in movimento e sul documentario, abbiamo incontrato persone, che raramente incontriamo o evitiamo di incontrare, che hanno sentito il bisogno di avere l’opportunità di esprimersi, di cercare di trovare soluzioni ai loro problemi sociali cruciali e alle loro restrizioni; così come di cancellare la pericolosa invadenza dell’obiettivo nelle loro vite, trasformandolo in uno strumento di supporto. Credo che queste siano le persone più creative che ho incontrato nel corso degli anni. E l’arte è un modo molto breve e interessante per esprimere se stessi con una modalità politica significativa. Durante il processo, abbiamo scoperto che l’immagine in movimento può essere un punto di partenza per azioni importanti, incontri e risvegli; inoltre, l’immagine in movimento è un linguaggio conciso che rivela la verità e porta a una libera espressione che non impone solo una rappresentazione realistica.

 

Leggi l’intervista completa sul numero di Settembre, Issue 62.

Jace, 2023.

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