L’atmosfera che accoglie gli ospiti è un chiaro riferimento allo spirito del viaggio tanto caro alle radici del brand e all’immaginario del suo fondatore, Monsieur Louis Vuitton. L’ambiente avvolgente rappresenta le pareti drappeggiate di una mongolfiera, di colore arancione. La tonalità si sparge per tutto l’allestimento, dalla passerella metallica alle sedute tutt’intorno. È stato lo scenografo americano James Chinlund ad affiancare il Direttore Creativo nella creazione di questo spazio, un’idea che si lega in maniera per niente didascalica al concetto della temporalità e a quello del viaggio appunto. Il gioco e il teatro in movimento sono elementi che sembrano riaffiorare tra i tessuti delle varie uscite… Tra alternanze di volumi, materiali, colori, stampe e più in generale, silhouette. Il glamour chic dell’eleganza francese trova spazio tra il moderno e il contemporaneo. Il filo narrativo del designer si evolve guardando al futuro, con una moda che diventa fluida e meno impostata, morbida e non più costruita.
“Dal punto di vista temporale è così coerente con la storia di Louis Vuitton.”
La collezione descrive una nuova femminilità francese, fatta di leggerezza e rigore, di volumi e contrasti. Vi sono morbidi bomber di seta e bustier rigidi, lunghe gonne ampie in chiffon stampato, e mini lunghezze voluminose. La vita alta è accostata a sottili bretelle nere, le maxi cinture appaiono basse sulla vita. Le fantasie e i colori sono sovrapposti a contrasto, le pieghe sono rigide o lasciate libere per tutta la lunghezza, lo streetwear si fa young e chic. I caratteri del romanticismo si leggono tra le note degli chiffon e nei toni tenui e pastello, mentre la praticità risulta chiara nella scelta della pelle e dei cotoni più strutturati. Anche gli accessori sono rivisitati, diventano pratici nell’intenzione di essere funzionali per il viaggio. Le bag sono maxi e super capienti, oppure mini ed essenziali. Ai loghi si alternano materiali differenti, tra cui pelle martellata opaca, in vernice lucida, o in tinta unita con grandi loghi. Le scarpe tornano a definire la comodità e l’utilizzo, i tacchi sono bassi e non del tutto sottili, la pelle appare morbida.
“Vuitton è un marchio di lusso ma è funzionale, fornisce un servizio: viaggiare meglio. La mobilità è importante nell’abbigliamento.”
Il colore circostante e quello presente nell’intero défilé insieme alle proposte uniche e innovative di forme e tagli sprigiona la stessa energia che riecheggia anche grazie alla colonna sonora scelta per l’occasione. Un’assemblaggio di pezzi dell’artista musicale francese Zaho de Sagazan. Un ritmo cadenzato che aiuta nell’intento di rendere la collezione meno effimera e contemplativa del solito racconto a cui Ghesquière ci ha abituati, bensì una narrazione più giovane, fresca e dinamica, meno idealizzata e più pratica. L’occhio attento non può comunque far altro che notare la sapiente abilità artigiana e l’innata e straordinaria maestria manifatturiera che viene evocata nei dettagli di ogni abito. Ancora una volta quindi, la costruzione della collezione si muta in elementi couture divenendo protagonista indiscussa della collezione per la donna Louis Vuitton, e trasportando chiunque osservi all’interno di un mondo incantato, teatrale e scenografico.