MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

A DECADE-LONG ADVENTURE

2024.03.06

Text by Lucrezia Sgualdino

IT’S A BEAUTIFUL JOURNEY. I’M CONTINUING IT.

 

Una chiara retrospettiva nel lavoro di Nicolas Ghesquière per Louis Vuitton è la collezione andata in scena per l’Autunno-Inverno 2024-2025. Un decennio di moda che ricorda forti emozioni, riflessioni e sentimenti. 

This is a particular evening. A meaningful evening.

Ten years ago, you came to my first show for Louis Vuitton. I remember the feeling of “beginning”, the immense joy I felt to be among you. This joy is still here. Ten years later, this evening is a new dawn…

I wanted to continue this inspiring journey, open to the future and to the world, the philosophy of Louis Vuitton. It’s a beautiful journey. I’m continuing it.

I thank you for sharing these past ten years of design with me. Ten years to a creator is the time to say things well.

I thank Bernard Arnault for his trust. Thanks to Michael Burke. Thank you, dear Delphine Arnault. And thank you today, Pietro Beccari.

And I thank you and all those who make up Louis Vuitton, those who have allowed me to build and express this ever-renewing story.

You were with me, the 5th of March 2014, one morning. You are here again with me today, this evening. Tomorrow.

 

Nicolas,

5th March 2024

La sensualità moderna e la femminilità visionaria sono le caratteristiche principali del lavoro del Direttore Creativo Nicolas Ghesquière, un gioco intrinseco nella sua visione personale e unica di moda dal carattere incredibilmente riconoscibile. La memoria appare come il faro guida per l’ispirazione e la riflessione intorno alla collezione, una direzione precisa, chiara e diretta, che riprende i valori della Maison, insieme ai caratteri che sono diventati riferimento degli ultimi dieci anni di collezioni donna del marchio. La rappresentazione di un’estetica avviene qui attraverso particolari sofisticati, volumi e materiali che si alternano, che dialogano e che si contrappongono allo stesso tempo, codici classici reinterpretati, visioni futuriste dall’ispirazione sci-fi. L’atmosfera diventa intima con la narrazione di un viaggio, quello tanto caro a Louis Vuitton, che oggi diventa inclusivo e ampio, cadenzato da una ritmica intensa ma morbida, pungente ma avvolgente. 

“Ricordo la sensazione di inizio, l’immensa gioia che ho provato nell’essere in mezzo a voi. Questa gioia è ancora qui. Dieci anni dopo, questa sera è una nuova alba… Ho voluto continuare questo viaggio d’ispirazione, aperto al futuro e al mondo, la filosofia di Louis Vuitton.”

– Nicolas Ghesquière

La collezione include una ricerca di tessuti e materiali incredibile, si passa da drappeggi leggeri adornati da paillettes e brillantini di vario genere, dall’essenza effimera e preziosa, fino ad arrivare a strutture importanti, quasi costrittive, che trasmettono invece idea di forza e decisione, importanza e fermezza. L’accostamento di materiali diversi è ancora una volta la chiave dei look presentati in passerella, sovrapposizioni uniche, effetti patchwork di sensazioni e rese differenti, tonalità a contrasto ed effetti unici. Basi diverse, dai tessuti più classici con filati di cotone a scelte tecniche, futuristiche, moderne; la pelle viene impiegata sugli abiti così come sugli accessori; il raso conferisce lucentezza alle proposte, e viene ancora una volta reso unico nella sua totale bellezza da stampe e colorazioni simbolo della Maison; vi sono poi dettagli applicati, se così si possono definire, come le tasche dalla chiara ispirazione all’utilitarian wear, insieme a impunture e piccoli tagli; anche le lunghezze si alternano, in giochi di sovrapposizioni e successione. L’abilità artigiana e manifatturiera racchiude in sé tutti gli elementi del défilé, dai guanti di pelliccia alle doppie zip, dalle cinture gioiello alle rifiniture degli abiti, dai dettagli applicati alle sfrangiature realizzate a mano.

La linea della creatività rimane chiara in mente a Ghesquière, che si lascia trasportare dal suo spirito guida, seguendone la giusta direzione e il limpido cammino. Tutte le parole utilizzate nel suo linguaggio durato dieci anni si fanno ancora una volta vive e costanti. Mai nulla è lasciato al caso, e mai nulla si ripete, bensì tutto viene pensato e ricreato proprio per raccontare un nuovo capitolo di storia. L’affinità con tutto il lavoro passato è inevitabilmente evidente, e sarebbe strano il contrario, ma rimane lieve e sfumata, appena percettibile, è l’immaginazione a prendere il sopravvento. Tutto ciò che risulta familiare e conosciuto cambia, si evolve, si rinnova e si plasma con l’evoluzione e, ancora una volta, sarà lo scorrere del tempo a darci ragione.

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