MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

LEXIE SMITH

2020.12.21

Photography Clément Pascal
Fashion Kirby Marzec
Interview PAIGE SILVERIA

 

L’artista e scultrice di pane racconta del suo progetto “Bread on Earth” in un’intima conversazione.

PS  Il tuo stile di vita sembra abbastanza adattabile alle condizioni di lockdown; è cambiata di molto la tua routine dallʼanno scorso?

LS  Dobbiamo distinguere interessi e stile di vita (per non parlare di percezione esterna e realtà). Passavo molto tempo a viaggiare per lavoro prima del Covid. Non ero mai stata in un posto per più di qualche settimana da più di due anni. Quindi sì, come per la maggior parte delle persone, tutto è cambiato per me quando il lockdown è entrato in vigore.
PS Hai passato molto tempo alla Sky High Farm? Come si svolgono le attività in una giornata normale? In che modo il tempo trascorso lì ha influito sul tuo lavoro artistico?
LS Ho passato quasi tutta la Primavera e lʼEstate alla Sky High Farm e ci passo ancora molto tempo, anche se vivo nel Queens. Allʼinizio di Aprile ho piantato un piccolo appezzamento di grano e lʼho curato per tutta la stagione di crescita, fino alla raccolta e alla lavorazione manuale alla fine di Luglio e per tutto lʼAutunno. Le giornate nella fattoria sono diverse tra loro per le poche persone che la gestiscono. Cʼè del bestiame, un grande orto e un sistema di distribuzione delle donazioni da gestire. Per quanto riguarda la mia parte, ho aiutato i contadini occasionalmente con il diserbo, la semina e il raccolto, normalmente la fattoria ha degli stagisti per aiutare con questo tipo di compiti, ma il Covid lo ha reso impossibile questʼanno. Comunque ho davvero trascorso la maggior parte del mio tempo nella casa di proprietà, cucinando con cereali locali e condividendo risorse correlate attraverso lʼUSPS (United States Postal Service) e internet. Erano anni che non uscivo da un ambiente cittadino per così tanto tempo, e mentre ero nella fattoria ho cominciato a focalizzarmi più direttamente sulle preoccupazioni del settore primario, sul rapporto dellʼagricoltura primitiva a confronto con le nostre vite di oggi, e sul confronto tra realtà rurali e urbane.
PS Ho letto che hai provato a meditare. Come sta andando? Dallʼesterno, la tua vita sembra già così zen.

Throughout the story full look DIOR.

LS  Zen non è una parola che assocerei molto alla mia vita. Il mio ragazzo ha una routine di meditazione e yoga piuttosto ammirevole e sono stata fortunata a sperimentarla un poʼ quando passavamo ogni giorno insieme. Ma io personalmente non pratico, oltre a cercare di bere molta acqua, dormire abbastanza, mangiare molti toast, andare in terapia una volta a settimana e ballare il reggaeton a intervalli di venti minuti da sola nel mio appartamento. Sono una persona ansiosa e frenetica. Le mie attività probabilmente sembrano terapeutiche dallʼesterno perché… beh, ho bisogno di fare terapia.
PS Continuando il discorso relativo allʼidentità, questo numero di MUSE ha come claim It’s You that Matters (Sei Tu che Conti). Come pensi che possa essere rappresentato dallʼeditoria? Quanto pensi che influenzi il tuo privato? E come si contrappongono le due cose?
LS Trascorro periodi in cui rifiuto di esternare qualsiasi sentimento, quindi non devo preoccuparmi di sembrare quello che non sono e che inevitabilmente comprometterebbe la mia vera persona. Lʼeditoria si preoccupa più della forma che del contenuto. Noi siamo il soggetto, ma la stampa ci trasforma in oggetti perché promuove lʼestetica e ciò che per lei è rilevante. Entrambe le condizioni non possono coesistere senza un fondo di menzogna. Credo che il nostro privato sia questo. LʼIo pubblico è necessariamente alterato dal voler apparire diversi da quello che siamo. Amiamo i titoli. Amiamo essere al centro dellʼattenzione. Voglio dire, ci identifichiamo attraverso i ruoli. Non cʼè molto spazio per le sfumature. I media sono una rete di riferimenti, non di persone. Le interazioni personali sono morte, mentre le menzioni (@) sono vive e vegete. Cʼè una differenza. Ho scoperto che il mio vero turbamento deriva dal tentativo di fondere lʼIo pubblico con quello privato. Questo articolo non è da meno, sia che il tema del numero implichi o meno lʼautenticità. Lʼautenticità di chi? Cosʼè lʼIo di cui parla un brand o un media? È soggetto od oggetto? Il mio Io non è lo stesso del tuo. Il fatto che qualcun altro attesti la mia esistenza non la rende comunque reale.
PS Parlami della tua infanzia, della tua famiglia.

Throughout the story full look DIOR.

Le interazioni personali sono morte, mentre le menzioni (@) sono vive e vegete. Cʼè una differenza. Ho scoperto che il mio vero turbamento deriva dal tentativo di fondere lʼIo pubblico con quello privato.

– Lexie Smith

Throughout the story full look DIOR.
slug study, 2019.

LS  Ho una sorella gemella identica. Questo spiega quasi tutto quello che cʼè da sapere. Siamo cresciute molto vicine e lo siamo ancora. Ho anche un fratello maggiore, e a partire dalla mia adolescenza la famiglia si è trasformata in una specie di Brady Bunch (sitcom americana): molti fratelli e sorelle, compreso un altro paio di gemelli. La maggior parte della mia famiglia è ad Harlem, alcuni a Brooklyn, altri nel Connecticut. Sono cresciuta in una città chiamata Hastings-on-Hudson. Piccola, ma a soli trenta minuti a Nord di Manhattan. Penso che ora sia considerata molto cool, ma quando ero giovane era solo un piccolo posto tranquillo. Un ibrido abbastanza unico. Troppo piccolo per sostenere le catene di negozi, anche se si poteva comunque vedere il fumo dellʼ11 Settembre fuori dalla finestra. Ho passato la maggior parte della mia infanzia allʼaperto facendo svariate cose: rilegare libri, cucire vestiti, scrivere un sacco di storie. Mio padre è uno scrittore e anche mia madre lavora con i libri, quindi sono cresciuta circondata dalla letteratura. Ho visto scrivere libri e sceneggiature, e ho visto anche la difficoltà nel venderli. Ero molto ansiosa di trasferirmi in città e ho iniziato a seguire delle lezioni al FIT (Fashion Institute of Technology) nei fine settimana quando avevo appena tredici anni. Ho iniziato a lavorare in città quando ne avevo sedici, prima di trasferirmi in centro per il college con mia sorella un anno dopo. Da allora non siamo più tornati ad Hastings. Mia madre ha venduto la casa quasi subito, e nessuno della famiglia ci vive più.
PS  Di cosa scrivi esattamente? Pubblichi qualcosa di quello che scrivi?

LS La maggior parte di quello che pubblico è saggistico e/o legato al cibo, al momento. Scrivo narrativa e prosa, lʼho sempre fatto, ma tendo a tenerlo per me, a pubblicarlo in modo molto limitato, o a incorporarlo in opere dʼarte come narrazione o materiale correlato.

PS La tua pratica artistica legata al pane è ampiamente conosciuta. Parlami degli altri tuoi lavori.
LS La maggior parte degli altri lavori è passata in secondo piano rispetto al pane (e al grano, più in generale) negli ultimi anni, sia per necessità che per ossessione, ma sto iniziando a distinguere di nuovo tra Bread on Earth e tutto il resto. In particolare concentrando il pane più a livello commerciale, facendo meno lavoro fotografico e scultoreo con esso. Scrivo, lavoro con il design grafico, la stampa e il disegno, e sto sviluppando alcuni pezzi che sono più performativi ma troppo emergenti per essere degni di nota. La lotta contro gli sprechi rimane al centro di tutto quello che faccio, e il mio prossimo grande obiettivo sarà quello di fare in modo che il grano, appena macinato dai piccoli agricoltori, arrivi in città.

PS Su cosa si basa la comunità di Bread On Earth?
LS  Bread on Earth è al suo apice. Come scopo principale ha quello di tramandare storie, metodologie e di smuovere la percezione globale del cibo, e far sì che le persone si interroghino su come il pane sia riuscito a trasformare la propria percezione da un punto di vista politico ed industriale. Ho un debole per tutto quel mondo di forum online, un poʼ “vecchia scuola” e di nicchia. Ma la vera forza di Bread on Earth per me è fisica. Non è fatta per vivere digitalmente. Non è un sito web, non è unʼidea. Bread on Earth è stato ideato perchè esistesse nelle cucine delle persone, nei forni pubblici e tramandato di persona in persona nei laboratori. Insegnavo prima del Covid e non sono mai stata in grado di digitalizzare questo progetto, e non sono sicura di volerlo fare. Ci sono molte persone che lo stanno già facendo. In questo momento sto ideando un kit per tutti che permetta di preparare il lievito madre. Sarà fornito di tutte le informazioni necessarie: come conservarlo nel migliore dei modi, come utilizzarlo e condividerlo senza che finisca, così come io stessa sono stata in grado di farlo con oltre 1500 persone.
PS Mi è piaciuto molto ciò che hai detto in occasione della tua prima esposizione a SoHo: La reazione che ho avuto dalla gente è stata molto più forte di quanto mi aspettassi. Ciò che ha provocato è stato far sentire le persone molto vicine a me quando hanno mangiato questo pane che avevo fatto. Hanno iniziato a raccontarmi storie sulla loro famiglia, le loro vite e il loro rapporto con esso e come questo rapporto fosse cambiato. È poca lʼarte che a New York è in grado di suscitare una tale reazione. Mi piace che le persone si siano spinte verso un discorso così intimo. Sei stata poi in grado di replicare e sviluppare questo tipo di reazione?
LS  Sicuramente, più direttamente mediante lʼinsegnamento, ma ho notato una certa emotività dai feedback ricevuti a seguito dallʼesperienza con il lievito madre che ho offerto di spedire negli ultimi nove mesi. Le persone sono sinceramente toccate. Va tutto al di là di me. Cʼè qualcosa di estremante positivo in tutto ciò.

non scale, 2020.
Throughout the story full look DIOR.

MUSE TALK

STELLA

2022.02.24

” Mi è piaciuto molto studiare arte, ed è bello poter esprimere il mio spirito creativo, sia nel lavoro di modella che attraverso il mio senso dello stile. ”

– STELLA

MUSE TALK

KIKO

2022.02.17

” La vita è una sola, e credo che vivere facendo ciò che voglio davvero, sia il meglio che possa desiderare. ”

– KIKO

A TRIBUTE TO FAMILY

KIM JONES

2021.09.22

Fendi WW Creative Director Kim Jones in conversazione con Pamela Golbin, tra Roma e Londra.

JORDAN KRISTINE SEAMÓN

2021.05.31

L’attrice, cantautrice e cantante americana racconta a Muse del suo nuovo canale YouTube e del suo progetto personale Identity Crisis.

MUSE Talk

ALICE PAGANI

2021.05.25

Protagonista della serie Netflix Baby e ora protagonista dell’horror romantico Non Mi Uccidere di Andrea De Sica.