Sabato de Sarno decide di trasferire in questa nuova collezione Gucci Primavera/Estate 25 un personale senso degli incontri: quelli tra le persone, ma anche quelli tra la precisione del taglio, il percorso della silhouette e l’elettricità del colore. Il tema dell’abbigliamento da surf ricollega il pubblico alla passione del Direttore creativo per la cultura e per quel qualcosa che ha detto di aver individuato nel libro di memorie di William Finnegan, Barbarian Days, che scrive: trascorre i suoi vent’anni viaggiando per il mondo facendo surf, facendo molte esperienze e incontri con persone diverse, che lo aiutano a scoprire il suo senso di libertà. I lunghi capispalla in lana o in pelle con alte tasche verticali e aperture esagerate sul retro riprendono elementi già presenti nel percorso Gucci, mentre il formale si declina in due forme: una con giacca monopetto a tre bottoni e maniche pressate per preservare la silhouette e pantaloni con linguetta abbottonata alla caviglia, l’altra doppiopetto, dritta e rilassata, realizzata in popeline leggerissimo. Le giacche in cotone sono cortissime – come gli shorts – e con zip, quelle in pelle sono over e hanno colletti a contrasto che sembrano in velluto a coste, invece è pelle goffrata, mentre le camicie non sono classiche bowling shirt ma prendono in prestito le tre tasche del mondo dell’utilitywear. A volte hanno decorazioni di perline, o fiori ricamati applicati. Le polo a maniche lunghe sono lavorate a mano con un intarsio di paillettes. I soprabiti sorbetto, verde e giallo, sono decorati con frange che riprendono il moto delle onde mentre accompagnano i movimenti del corpo, nell’esatto momento in cui la turbolenza armonica tra i colori concorrenti in questi look diventa una testimonianza della dichiarazione d’apertura della collezione.
“Questa collezione parla di incontri, tra la città e la spiaggia, tra persone che amano la vita. Parla, insomma, di libertà. Io mi sento libero quando non c’è distanza tra le mie parole e il pensiero”.
Amo la moda che accoglie.
Protagoniste assolute: le stampe. Presenti in tre variazioni – tutte in molteplici combinazioni di colori – riprendono palme, delfini o foglie di ibisco sulle silhouette morbide realizzate in cotoni da camicia. Su alcuni indumenti sono bordate con frange di perle, su altri l’intero design è in perline ricamate. A volte le stampa appaiono sulle t-shirt indossate sotto le camicie con colletto proposte in frange a strati o rivolte in avanti, dove la variazione in ibisco è tradotta in un jacquard su denim indaco. Tra le pareti del nuovo Spazio Cuore di Triennale Milano, che riprende una vasta attività di valorizzazione e ripristino del design originario del Palazzo dell’Arte elaborato da Giovanni Muzio nel 1933, prosegue l’evoluzione dell’Horsebit declinato su stivali e mocassini dalla punta scultorea e affilata. Un gruppo di borse si presenta in grappoli modulari: si ispirano per la maggior parte alla valigeria d’archivio Gucci, con il logo bonded sulla pelle spazzolata, e un sistema di componenti rimovibili, eccetto per la B Bag si evolve in due nuove dimensioni – small e super super mini. Quelle in pelle imbottita sono morbide come cuscini, con chiusura magnetica; quelle a tracolla con la patta sono chiuse dall’iconico moschettone Gucci. Torna il moschettone, questa volta in versione doppia a chiudere le cinture. Bracciali e collane sono segmentati in un richiamo del bambù che riprendono il tema del surf. Gli occhiali, indossati o portati all’indietro, hanno montature spesse, sostenute da cinturini logati in colori vivaci. Dai cinturini per occhiali spugnosi alle borse a tracolla in fluo-patent morbido e spugnoso, tutto abbonda di vita e di colore.
“Il mio lavoro non è fatto per impressionare subito, ma per essere avvicinato e conosciuto, come una persona che scopri nel tempo”.