Per la FW24 Gucci porta in passerella coprispalla con paillettes dégradé, abiti bustier e tuniche in lana e cashmere double-face. Nessuno ricamo. Grafiche anni Settanta caratterizzano gli abiti chemisier e i tessuti jacquard sui caban; in apertura sfila un completo composto da giacca e pantaloncino, accessoriato da una cintura sottile e stivali in pelle morbidissima – quasi burrosa – sopra al ginocchio, mantenendo lo spirito minimalista già presente dal primo debutto di Sabato De Sarno. Gli abiti chemisier della precedente FW23 questa volta sono reinterpretati attraverso lunghezze midi, abbinati a slip double-G a vita alta. Un abito in pizzo nero a maniche lunghe sposa un paio di slingback ispirate agli iconici mocassini di casa Gucci, il più forte riferimento all’heritage del brand. I tessuti di pizzo sono impreziositi da ricami e velluti, le sottovesti stratificate con cura e tenute insieme da laccetti graziosi: le paillettes si dedicano invece alla maglieria. I twin-set non seguono la tradizione, ma sono un pezzo unico. Per il prossimo autunno, i look slanciati sono onnipresenti: un onesie di lana crepe grigio antracite riesce a essere sportivo ed elegante allo stesso tempo sposandosi alla perfezione con un paio stivali da equitazione rossi sopra il ginocchio. Arriva il momento dei protagonisti assoluti di questa collezione Gucci: i cappotti.
“Voglio semplicemente combinare ciò che odio con ciò che amo”.
Come sottolinea la Casa, fare un capospalla è un atto di sartorialità. Un simbolo di cultura tecnica per eccellenza: si parte dalla costruzione, si passa per la fodera e per l’interno, ci si muove tra come cade il tessuto, come si muove quando è indosso, come cambia il suo colore se la lana si mischia a fibre più moderne. Ogni volta è un percorso minuzioso, in cui ogni azione può cambiare il risultato finale. La collezione Autunno Inverno 2024 è una ripetizione ossessiva di quel percorso, una messa in serie di piccoli atti sovversivi delle regole del prêt-à-porter. Il cappotto protagonista, in panno e dalla silhouette maschile, ha una finta inglese, un’abbottonatura nascosta e posta sul retro che lo trasforma in un abbraccio. Lo stesso succede sui bomber, sui caban, sui chiodi di pelle.
Sotto la musica degli Irrepressibles appare una nuova borsa a mano: logo piatto e traforato per lasciare in vista ciò che si cela sotto, realizzata con una pregiata nappa da abbigliamento dalla consistenza setosa e naturale, accoppiata con uno strato leggero che la rende delicata al tatto. Questo modello, chiamato non a caso GG Milano, si distingue per la sua eleganza. Un’altra borsa – questa volta a forma di mezza luna – ispirata ai motivi equestri presenti nell’archivio di Gucci viene reinterpretata con uno stile modernista e adornata con un nuovo logo. Ancora, una clutch arricciata, sorretta da una barra in metallo dorato che richiama l’iconico bambù. Infine, una borsa a secchiello Bamboo, dalle linee ampie e avvolgenti. Gli stivali da cavallerizza, simbolo del rapporto tra Gucci e il mondo equestre, presentano un gambale ispirato al classico tubo, completato da un morsetto in una nuova versione allungata, incluso in un’inedita interpretazione cuissardes. I mocassini Horsebit si trasformano in sandali plateau dall’artigianato raffinato, realizzati in un unico pezzo lavorato con cura. Una collana proveniente dall’archivio, placcata in oro e decorata con borchie, si intreccia con un fiocco nel medesimo tono del capo aderente al collo. Per cogliere lo straordinario, dove si dà per scontato che si trovi l’ordinario.
“I miei sogni, così come la mia moda, dialogano sempre con il reale. Perché non sono alla ricerca di un altro mondo da abitare, piuttosto di modi per abitare questo mondo”.