È l’idea di una piacevole e romantica passeggiata nelle vie di Roma a farsi strada nella collezione, dove l’ordinario si amplifica e diventa straordinario; come quando in una città particolarmente affascinante si finge di essere in un film ascoltando negli auricolari la colonna sonora preferita. Kim Jones regala voglia di ambizione: indossare degli abiti significa raccontare ai passanti la propria storia, intrecciandone altre fino a che lo stile personale e disinvolto riflette il mondo interiore di chi lo indossa. Sono infatti la tradizione – tutta italiana – e l’armonia delle forme a caratterizzare le scelte stilistiche presentate in chiave quotidiana ma ben radicata nella costruzione del prodotto, qualità da sempre intrinseca nel marchio che a breve festeggerà i cento anni di storia. Le proposte di Kim Jones esplorano la facilità di vestire di una certa libertà romana, dove l’imperfezione diventa una sensibilità umana e dove la ricerca si posiziona nel comfort e nella tranquilla fiducia che abiti e accessori regalano a chi li indossa. Come se la SS24 di FENDI collaborasse a costruire una visione per il guardaroba femminile della donna italiana, cioè a comunicare quel gusto per la concreta e rassicurante semplicità del quotidiano.
“A Roma c’è un’eleganza nella disinvoltura e nel non preoccuparsi di ciò che pensano gli altri: questo è il vero lusso. In questa collezione ho voluto riflettere questo aspetto. Si tratta di donne che si vestono per se stesse e per la propria vita.”
Vi è quindi un senso di dualità che permea la collezione. Un equilibrio da trovare tra comfort e sfarzo, tra femminile e maschile. Gli abiti infatti sono pragmatici e giocosi, la sartoria si unisce ai materiali maschili, come il finissimo kid mohair, applicati a una sensibilità più fluida e femminile quando combinati con seta e maglieria. Un cappotto over trova un’eco femminile nelle scarpe con la cavigliera in metallo e un pratico fondo borchiato utilizzato per facilitare e mantenere la presa. In breve, l’utilità e il comfort maschili si fondono con un tocco femminile, pensando all’agency di chi li indossa.
Le borse di Silvia Venturini Fendi, Direttore Artistico Accessori e Uomo, sfilano in varie dimensioni, materiali e tecniche, rifuggendo dall’idea di un unico abitudinario modello. La collezione in questo senso gioca con i codici di Fendi, riprendendo l’iconografia delle borse Peekaboo, Baguette, Origami e First, ma introducendo al contempo la nuova Flip, una shopper che si ripiega in una clutch, costruita da blocchi di colore. Anche qui come a ribadire che non c’è una sola donna FENDI.
“Non si tratta dello spettacolo di essere guardati, ma della realtà dell’indossare e della sicurezza e chic che ne deriva. Non si tratta di essere qualcosa, ma di essere qualcuno.”
Il lavoro svolto sulla palette colori stravaganti è essa stessa una firma, in gran parte ripresa dalla collezione donna primavera/estate 1999 di Karl Lagerfeld per la Maison, da cui sono stati ripresi e rielaborati abiti chiave come la sottoveste in giallo acido e la tradizionale cintura a tendina dei pantaloni sartoriali che viene qui ripiegata per rivelarne la costruzione. Contemporaneamente, il passato di FENDI è reso presente da codici e motivi ricorrenti che risalgono agli inizi della Maison. Il filo conduttore della Selleria lega tutte le categorie, dalle borse ai capi di abbigliamento in pelle, per poi trasformarsi in un filo metallico sulle scarpe, e infine ribadito nei gioielli Filo da Delfina Delettrez Fendi, Direttore Artistico della Gioielleria FENDI. Qui si trova l’apice dell’esplorazione giocosa e astratta del logo FF. Sul concludersi di questa passeggiata immaginaria per le vie romane, andando oltre la Fontana di Trevi e trovandosi sulla passerella della Fashion Week milanese, si vedono sorgere monumentali le iconiche borse Fendi; una scenografia che Jones regala agli spettatori come a voler raccontare ancora una volta l’atmosfera idillica e contemplativa di Roma, la città eterna.
“Quando sono a Roma, ogni giorno cammino dall’hotel al Colosseo indossando i miei auricolari. È come ascoltare la colonna sonora di un film immaginario con i personaggi FENDI che vedo lungo la strada.”