La settimana dedicata alla Haute Couture si divide sempre tra Maison che presentano abiti somiglianti ad opere d’arte, realizzando pezzi unici inaccessibili alla vita di tutti i giorni, e altre che, come Fendi, propongono per la Primavera-Estate 23 abiti con un taglio più classico, legati alle tecniche dell’artigianato e all’eleganza. Kim Jones infatti esprime la volontà di creare una collezione che faccia leva sullo studio delle lavorazioni e sui tessuti pregiati, rispondendo allo stesso tempo alle esigenze dei clienti, che desiderano abiti couture umani e accessibili. Il risultato è una celebrazione degli atelier che realizzano i capi, dell’intenso lavoro e impegno emotivo che prova chi li produce e chi in futuro li indossa. La collezione è costituita da una larga scelta di abiti da sera che mantengono vive le tradizioni presentando forme differenti e un profondo studio dei dettagli in una versione sofisticata e contemporanea. Il flou si concentra sulla forma dell’abito, ma anche l’idea dell’insieme viene ripresa in un senso nuovo, con una nozione di flusso intenzionale e di flessibilità che sostituisce l’impenetrabilità dell’intera collezione.
“In questa stagione, ho voluto concentrarmi sulle tecniche e l’artigianato della Couture, con la leggerezza, la fluidità e l’atteggiamento di oggi. È una celebrazione degli atelier e degli artigiani che realizzano questi capi, l’intenso lavoro
e l’impegno emotivo per ogni pezzo.
Kim Jones per la realizzazione della collezione presenta due parti differenti: la prima comprende lunghi abiti drappeggiati e trattenuti con grandi moschettoni presi direttamente dal mondo dell’arrampicata e rivisitati in chiave raffinata: costellati con piccoli cristalli, mantengono però la loro forma originale che sottolinea la loro provenienza e ne enfatizza la scelta di virare l’Haute Couture verso la contemporaneità. Una seconda parte di vestiti invece è orientata a raccontare la mutazione della lingerie in intere proposte da sera creando un’atmosfera romantica e sensuale, che non incontra mai il volgare. Kim Jones ha dato inizio alla realizzazione proprio partendo da un pezzo classico che ha profondamente segnato gli anni ’90, facendo tesoro anche della storia del costume, e riferendosi anche alle sottovesti del ‘900. La lingerie per la prossima stagione è rivisitata, riproposta al pubblico in una versione eterea, quasi sognante: spalline sottili, lavorazioni di pizzo che giocano sull’effetto vedo-non-vedo e profonde scollature sulla schiena sono le caratteristiche della femme fatale disegnata da Kim Jones. I colori sono chiari e leggeri, declinati in una tonalità che li rende freddi, donando alle modelle un carattere rigido, quasi da farle apparire alienate dal mondo terreno. Balze di pizzo, paillettes, sagomature per il seno che ricordano quelle del bustino e drappeggi che rendono le silhouette dolci e morbide. Il romanticismo degli abiti è accompagnato da accessori che presentano dei forti dettagli: le mini bag dal carattere futurista hanno il manico che ricorda una catena, mentre le chiusure riprendendo il moschettone utilizzato sui capi, questa volta però mantenendolo grezzo nel suo materiale originario; gli orecchini sono vistosi, ricoperti di cristalli e i lunghi guanti sembrano essere realizzati totalmente in acciaio, enfatizzando il concetto di capi freddi e ultraterreni, ripreso anche nel tacco delle scarpe.
“La collezione è un mondo interiore trasformato in uno esterno – sia in senso figurato che letterale – con un senso di biancheria intima che diventa abito da sera.”
Un’abile “sprezzatura” di fatto e disfatto che permea il tutto: un’imperfezione mirata per raggiungere una perfezione più umana. Kim Jones realizza un abbigliamento che non è solo da guardare, ma da vivere. I drappeggi e le legature sul corpo, insieme ai motivi di arricciatura a mano, donano un senso scultoreo e gli utilissimi moschettoni sono trasformati in dettagli di estremo lusso. Il designer ha reso accessibile la Haute Couture, trasformandola in elegantissimi abiti da sera che si fondono in modo organico con dettagli contemporanei. L’obiettivo è quello che i suoi abiti siano vissuti, e non solamente guardati.