L’uomo Dior che sfila per la prossima Primavera/Estate è maturo e ricercato, strutturato e all’avanguardia, moderno e contemporaneo. L’estetica presentata in questa collezione è inclusiva e personale, attinge in maniera sapiente alla storia della Maison, all’heritage delle direzioni creative passate, celebrandone dettagli e caratteristiche più significativi e rappresentanti, in un melting pot rievocativo di tanti grandi stilisti che hanno fatto la storia del costume e della moda. Dior nasce come brand dedicato unicamente alla donna, qui infatti emerge la volontà di raccontare un’estetica inclusiva e identitaria: dal classicismo alla modernità, dalla sartorialità allo streetwear, dal femminile al maschile, dal new look alla new wave. Dalle silhouette di Yves Saint Laurent ai ricami di Gianfranco Ferré, dai cabochons di Monsieur Dior alle texture di Marc Bohan. Le biografie dell’archivio Dior si fondono a quella di Kim Jones, tradizioni e materiali della sartoria britannica si incontrano con gli elementi dell’haute couture, rivelandone radici e storia. Una modernità vivace, dinamica e moderna, pratica e facile, ma allo stesso tempo sofisticata. Il formale si trova vicino al casual, il lusso si unisce all’utilità.
“Il cuore di Dior è la silhouette, la forma, la tecnica e la lavorazione di altissimo livello. Mi piace pensare che in cinque anni di presenza qui, non l’abbia mai dimenticato. È una cultura che abbiamo ereditato dal passato della moda femminile, e applicato al presente della moda maschile.”
Capi semplici e archetipi dell’abbigliamento maschile quali l’Harrington, la polo, il girocollo, il cardigan. Il tutto si trasforma da ordinario a straordinario grazie a tecniche simboliche di lavorazione ed elementi che attraversano il tempo e gli stili di Dior: il tweed, i ricami, e il cannage. La sartoria presenta un’attenzione particolare ai volumi, agli spacchi, alle pieghe e alle scollature, chiari riferimenti al lavoro di Saint Laurent. Le proposte degli abiti maschili appaiono rilassate e presentati in colori fluo e brillanti che spiccano nella vasta proposta dei classici grigi Dior. “È la mia combinazione di colori preferita: grigio e neon”, dice Kim Jones. La palette colori vira dai tenuti toni pavone, crema, beige e cenere che entrano in contrasto con i toni pop di azzurro, giallo, fucsia e lime. Le scarpe prendono ispirazione dall’iconica Lady Dior del 1995: i mocassini presentano un nuovo logo circolare. Le borse appaiono invece in una varietà di forme, colori e texture incredibile: dalle selle pop e fluorescenti fino ad arrivare alle cartelle in cannage colore cognac, zaini d’ispirazione utilitarista in tweed e borse arrotolate in pelle. Stephen Jones ricrea una selezione di berretti in cui le tipiche coccarde sono sostituite da fiori di velluto ronghua prodotti in Cina da dinastie e lavorati per l’occasione dagli atelier Dior per trasformarne la tradizione e celebrarne l’eleganza.
“È un collage di influenze provenienti da diversi predecessori ed epoche Dior a cui volevamo rendere omaggio allo stesso tempo, insieme ad alcune nostre. Tutti sono collegati attraverso la texture e la tecnica, insieme ad alcune icone pop di Dior, in particolare il cannage.”
La grande scenografia minimale accompagna un défilé ricco di ispirazioni, dettagli e colori. I modelli emergono letteralmente dal pavimento, dalle stesse botole che li inglobano di nuovo una volta terminata la passerella. L’atmosfera e la scenografia è totalmente asettica, per abbracciare in maniera più piena le tante idee raccolte da Kim Jones per la prossima collezione uomo. Il designer dedica ancora una volta al classico abbigliamento maschile un trattamento couture, e lo rievoca in maniera ancora più chiara e decisa con una corrente di riferimenti alla subcultura britannica. La colonna sonora esalta il caleidoscopico mondo pensato per l’occasione, con Jones al centro e i pezzi d’archivio a formare la corolla colorata che permette a chi osserva di dare forma a molteplici strutture simmetriche uniche.