MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

DIOR TAKES SCOTLAND

2024.06.04

Testo di Francesca Fontanesi

Nel 1955 Monsieur Dior presenta il suo lavoro nella sala da ballo del Gleneagles Hotel, nel Perthshire. Per la Cruise 25, la Scozia riassume il ruolo di cornice narrativa: nei giardini del castello Drummond memorie e suggestioni si connettono in un movimento generativo di forme e materiali.

Maria Grazia Chiuri ha aperto e chiuso la sfilata di questa nuova Dior cruise 2025 – tenutasi nei giardini rinascimentali del Drummond Castle – con il suono delle cornamuse. Situata in cima a una strada stretta e tortuosa, completamente circondata da alberi, la fortezza del XV secolo ha visto avvicendarsi un numero infinito di cavalieri e di reali e si affaccia su un’impressionante distesa di giardini all’italiana: attraverso l’intreccio della storia della Maison con la storia drammatica e talvolta sanguinosa della Caledonia sfilano abiti definiti da un senso di realismo profondamente radicato, ma che allo stesso tempo lo trascendono.

Consapevole di quanto la Scozia abbia influenzato la moda in generale e Monsieur Dior in particolare, che proprio qui sfilò nel 1955 per beneficenza, Maria Grazia Chiuri porta i quadri scozzesi e i kilt nella direzione del punk attraverso giacche con vita stretta, gonne ampie, stivali massicci e slingback con nastri, la materialità dei costumi e gli usi tessili locali filtrati in una collezione che ha variamente attinto alla geopolitica dei tessuti. Le immagini fotografiche della presentazione Primavera/Estate del 1955 diventano stampe oppure sono applicate sul margine dei caban e sono, all’interno, dei capi amuleto. Gli outfit tengono insieme elementi in contrasto, materiali di consistenze diverse come il velluto e il pizzo, e vestono le modelle di intransigente fierezza come la musica new wave degli Skids. I corsetti portano con sé una sensazione robusta, armoriale. Molte silhouette hanno maniche ampie che nelle camicie bianche esplodono sotto piccoli abiti dalla gonna arricciata e dalla pettorina lucente dei ricami, ricami che tornano su molti pezzi, scuri, cangianti, lunari o tempestati di perle, mentre i colletti di pizzo illuminano il nero. Il tartan, anche in tessuto leggerissimo, fa da filo conduttore e da omaggio per il simbolo che sono i kilt. Poi abiti di diversa lunghezza e giacche, cappotti o mantelle dai grandi cappucci. Si susseguono piccole giacche nel grigio dei tessuti maschili e le Bar jacket decorate dagli alamari in velluto nero, che ritorna nell’abito da sera dalla gonna smisurata evidenziata dal busto minuto, mentre le reti tessute diventano abiti lunghi che a loro volta si muovono leggeri nel mauve della nostalgia. In questa coreografia immaginativa si snoda la sequenza della collezione che funziona come terminazione di una rete di elementi interconnessi, narrativa che si estende fino a reinterpretare le storie e i personaggi che l’hanno preceduta.

“La Scozia è un riferimento importante nel mondo della moda, e volevo interpretarla in modo diverso. Per la mia generazione è fortemente associata al punk, ma c’è un altro modo di esplorarla, ed è attraverso i tessuti”.

– Maria Grazia Chiuri

L’unicorno e il cardo, simboli della Scozia, abitano una nuova declinazione del motivo millefiori e diventano ricamo araldico a ricordare la maestria in quella tecnica – o forma di autopreservazione? – di Maria Stuarda che emerge nel racconto di Clare Hunter: Embroidering Her Truth: Mary, Queen of Scots and the Language of Power. Il ricamo di una mappa della Scozia, sorta di dispositivo per muoversi in libertà nel proprio immaginario, produce su alcune creazioni della collezione una cartografia delle collaborazioni e degli incontri culturali organizzati appositamente per questa sfilata. Abbonda il tartan, tessuto simbolo di questa terra che nei tanti abbinamenti di colori e nella forma del kilt ha attraversato e continua ad attraversare, dal romantico al punk, la storia e il presente del vestire. Ricami di fiori ricoprono i corpetti. Emergono le parole fierce, nag, emotional, difficult e bossy sui tessuti, che non sono più solo vestiti ma impugnano il potere del pregiudizio e lo ribaltano. E in contrasto con la forza di queste parole ancora più pizzo, in canna di fucile e oro, sovrapposto e cucito insieme, con le cuciture increspate da minuscole linee di volant. Il tutto è accessoriato da perle sospese a collari di cuoio, borse crossbody in pelle borchiata e trapuntata, e stivali da biker sbottonati. Come per le sue precedenti sfilate resort – in Messico, in Spagna e in Marocco – Dior ha scelto di collaborare con designer e artigiani locali: tweed e cashmere sono prodotti da Johnstons of Elgin; la maglieria è accuratamente assemblata da Esk Cashmere; i copricapi cerimoniali sono cuciti da Robert Mackie. La ricerca intensa e incessante, e il senso quasi antropologico di come Chiuri lavora sulle proprie collezioni svelano il desiderio di andare oltre, per cercare il significato di ciò che si sta facendo e del suo perché.

Drummond Castle's formal gardens, which dates back to the 17th Century.

UN OSSIMORO AFFASCINANTE

2024.10.02

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SALT LOOKS LIKE SUGAR

2024.10.02

La filata Miu Miu Primavera/Estate 2025 disegnata da Miuccia Prada è un punto di partenza che raccoglie le idee di passato e futuro. È un racconto in cui il presente sembra essere troppo stretto, una raccolta di gesti spontanei che alterano radicalmente i capi classici.

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2024.10.01

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SS 2025

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2024.09.29

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ISSEY MIYAKE

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2024.09.28

Cos’ha la carta che ci fa sentire così a nostro agio? La Spring/Summer 2025 di Issey Miyake si focalizza sulla storia e l’artigianalità della carta. Elemento attorno al quale ruota tutta la sperimentazione della prossima collezione estiva. La natura si fa tramite del racconto di una moda pura ed autentica, poetica e in parte anche primitiva.