MANIFESTO

#65

MUSE TWENTY FANZINE

DANIELLE ORCHARD

2021.10.01

Photography CLEMENT PASCAL
Interview BILL POWERS

In conversazione con l’arista di New York Danielle Ochard, che ispirandosi all’anatomia femminile, crea seducenti ritratti di donne riprese in romantiche ma ordinarie scene quotidiane. Il languido tepore presente nelle composizioni della Ochard, e la sua tecnica di utilizzare  i colori, ci introducendo ad un’ ampia riflessione sulla relazione tra donne e cannoni di bellezza.

[BP]  Quando ho intervistato Cecily Brown sui suoi bagnanti, mi ha specificato che la nostra concezione di “bagnanti” oggi giorno è completamente diversa rispetto a quella che aveva un pittore come Cezanne.

[DO]  Mi interessano i temi storici dell’arte, la piscina è quindi nel mio lavoro un sostituto del classico lago o ruscello. Si ritaglia una parte di scena, con solo l’allusione di una piscina utilizzando un blu dell’acqua leggermente diverso dall’acquamarina che si vedrebbe invece nella vita reale. Il posizionamento delle figure, così come la natura languida delle pose, è sicuramente un riferimento a un ambiente del XIX secolo che non esiste più; un bagnante oggi assume un aspetto quasi aspirazionale.

[BP]  Quel che dici è particolarmente vero! Soprattutto se vivi a New York City dove possedere anche solo una vasca da bagno è un lusso incredibile! Volevo chiederti: come mai gran parte delle tue donne dipinte ha i piedi sporchi? Qualcuno sostiene che sia un cenno al famoso dipinto di Caravaggio della Madonna con Bambino, dove Maria ha i piedi sporchi. 

A clean face, 2021.

[DO]  Diciamo che questo dettaglio non era in cima ai miei pensieri quando ho dipinto i primi piedi sporchi. È più una minuziosità. Cammino spesso a piedi nudi nel mio studio e finiscono per essere disgustosi. Lo vedo quasi come un gesto di penitenza, come San Francesco che si toglie le scarpe prima di pregare. La connotazione religiosa è una dimostrazione di umiltà. 

[BP]  Completamente contrario a Matisse che si metteva in ghingheri per dipingere perché credeva che fare arte fosse un’esperienza estetica e quindi il pittore doveva presentarsi sulla tela con un abbigliamento adatto all’occasione.

[DO]  Che è ancora molto ritualistico. Mi piace citare nei dipinti vecchie abitudini non pianificate, ora diventate rituali intenzionali. È quasi una forma di superstizione. E penso che molti artisti siano superstiziosi.

[BP] Fammi un esempio. 

[DO]  Io e la mia amica Nikki Maloof a volte scherziamo sul fatto che certi telai siano maledetti se possiedono un brutto dipinto sopra. 

[BP]  Ci sono molte sigarette nei tuoi dipinti. Questo perché ti manca fumare? So che Dike Blair avrà cocktails e sigarette nei suoi prossimi lavori, sto sperando che dipingere questi oggetti ti risparmi dal consumarli nella vita reale.

[DO] [sapcer] Per quanto mi riguarda, le sigarette e le candele permangono nel tempo, il che le rende interessanti da dipingere. Come spettatori sappiamo dove collocarci in una linea temporale riconoscibile. Quasi come la miccia accesa di una bomba: sai quanto deve durare.

 

Continua a leggere l’intervista su Muse September Issue.

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