Maison Alaïa, insieme al direttore creativo Pieter Mulier, decide di intraprendere un viaggio emozionale attraverso la bellezza della danza e della moda. Due forme d’arte intense e profonde che si raccontano e si fondono l’una nell’altra. La narrazione che parte da questo progetto è quella di una femminilità moderna, potente e affascinante. L’attrazione per la storia che si cela dietro ogni abito porta gli artisti ad incarnare perfettamente delle figure sinuose ed eleganti. La modernità dell’estro creativo di Mulier si ritrova in maniera eccellente nel balletto Pit, la prima creazione di Bobbi-Jene Smith e Or Schraiber per l’Opéra di Parigi caratterizzato da un ritmo incalzante e frenetico. Concepisce i costumi per lo spettacolo seguendo il grande savoir-faire e le importanti competenze tecniche della Maison. La scenografia moderna trasporta il pubblico in un universo sensuale, tribale e drammatico allo stesso tempo.

I look creati per il balletto sono delle armature morbide e flessibili, create con alcuni dei materiali iconici utilizzati da Alaïa. L’ispirazione è il movimento stesso dei ballerini, leggiadro e soave, libero. I drappeggi impiegati si adattano alle curve dei corpi, alle loro forme, alle loro silhouette. Le tonalità sono quelle del bianco e del nero, che avvolgono 12 ballerini e 9 ballerine evidenziandone in maniera unica e sublime ogni movimento. I corpi sono qui valorizzati, esaltati, celebrati. Elevano la stessa coreografia portata in scena dai due ballerini e coreografi. L’idea della fusione tra le due forme d’arte è fonte di grande entusiasmo, lo spettatore riesce a concepire l’arte ad un altro livello, la moda e la danza hanno bisogno di convivere per poter suscitare emozioni e sensazioni del tutto autentiche. Entrambi gli aspetti rappresentano elementi vivi di una rappresentazione, visioni di un viaggio emotivo che porta l’occhio attento dell’osservatore a guardare con occhi diversi la storia moderna che si nasconde dietro questi costumi travolgenti.
Per maggiori informazioni maison-alaïa.com.
