MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

Modern Escape

2021.07.13

Roquebrune-Cap-Martin, France
by MUSE

Vera e propria icona dell’architettura modernista, Villa E-1027, la prima creazione architettonica di Eileen Gray, testimonia il pensiero e l’attenzione che mise in ogni dettaglio del design. Equivale ad un manifesto sia per la sua architettura che per i mobili fissi e indipendenti, le lampade e le decorazioni che sono inseparabili da essa.

Nata Katherine Eileen Moray Smith nel 1978 nel sudest dell’Irlanda, Gray ebbe un passato privilegiato, che le consentì di approfondire i suoi studi. Iscritta alla Slade School of Fine Art per studiare pittura, fu a Parigi che rimase particolarmente colpita dai pezzi in stile Art Nouveau. Gli anni seguenti a Londra, la videro diventare studentessa del famoso artista laccatore giapponese, Seizo Sugawara. Il suo approccio alla laccatura si sviluppò in modo meno formale e iniziò ad applicare questo stile non solo a paraventi, ma anche a pannelli architettonici e a pezzi di arredamento stravaganti.

Eileen Gray and Jean Badovici, Villa E-1027.

Tornata a Parigi, aprì la Galerie Jean Désert per vendere gli arredamenti che lei e le sue amiche avevano progettato. Il lavoro più iconico di Eileen Gray è senza dubbio la villa E-1027. Fu nel 1924 che con il suo amante Jean Badovici, architetto e critico, iniziò a lavorare alla costruzione di una villa, E-1027, su una ripida scogliera che si affaccia sul Mediterraneo a Roquebrune, vicino a Monaco. La casa è il modello di un nuovo approccio al modernismo che riecheggia le case contemporanee progettate da Le Corbusier e Walter Gropius, per citarne alcuni. A forma di L e con un tetto piatto con finestre dal pavimento al soffitto rivolte verso il mare e una scala a chiocciola verso la camera degli ospiti, E-1027 era sia aperta che compatta. Gray progettò gli arredamenti e collaborò con Badovici alla sua struttura, mantenendola più delicata e più sensuale di quelle costruite dai loro colleghi.

Eileen Gray and Jean Badovici, Villa E-1027, mural by Le Corbusier.

Tuttavia dopo il suo completamento, nel 1929, Gray si separò da Badovici. Si concentrò su una nuova casa, Tempe a Pailla a Castellar, mentre Badovici rimase nella villa. Le Corbusier la visitava spesso e durante la sua permanenza nel 1930, dipinse otto enormi murales sui muri. Gray che non era stata consultata, lo accusò di “un atto di vandalismo”. Dopo essersi scontrata con il potente Le Corbusier, fu ostracizzata dal mondo del design e visse reclusa fino a quando il suo lavoro venne riscoperto alla fine del 1960. E sta per Eileen, 10 per la lettera J di Jean, 2 per la B di Badovici e 7 per la G di Gray, il nome della villa incorpora quindi le iniziali di Eileen e Badovici che riecheggiano ancora la storia del loro amore e la visione pioneristica che ha creato uno degli esempi più iconici dell’architettura Modernista.

Eileen Gray and Jean Badovici, Villa E-1027, Living room with furniture and rugs.
Eileen Gray and Jean Badovici, Villa E-1027, mural by Le Corbusier.

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