Lo sguardo è l’elemento caratteristico e focalizzante dell’ultima collezione Miu Miu; i nostri occhi colgono infatti ciò che si vuole effettivamente vedere, ciò che ci piace, ciò che sentiamo più vicino alle nostre idee e pensieri. Il punto di vista diventa un pieno atto di intervento, di invenzione e di riflessione. Il guardare è un processo istintivo, la vista è uno dei cinque sensi che per natura umana abbiamo a disposizione, quello che ci aiuta a dare un’immagine chiara a tutto ciò che ci circonda. I modi di vedere sono diversi, definiti da interesse e attenzione, e possono trasformare il percepito o l’oggetto stesso. Guardare qui diventa una finestra per pensare, uno spazio personale in cui fare dialogare ciò che direttamente si acquisisce e ciò che invece si può dedurre dalle percezioni.
“L’idea al centro di questa collezione era guardare alla moda da un punto di vista personale. Mi interessa sempre molto il modo in cui le persone vedono le cose, la loro considerazione.”
La collezione rende protagonisti attivi i modelli e i capi. La lavorazione è uno degli strumenti che permette di dare una direzione alla percezione di chi osserva, a delineare degli aspetti che vogliono essere enfatizzati o, al contrario, celati. Le forme dei look presentati in passerella sono esagerate, le proporzioni vengono trasformate da disegni e tagli di colori e materiali sovrapposti in molteplici strati, tutti questi aspetti si fondono con il corpo stesso che diventa un elemento fondamentale per la resa estetica di ogni abbinamento. Al fianco di layers infiniti di tessuti vi sono trasparenze e mini lunghezze inequivocabilmente sensuali e femminili, così come le silhouette lineari e allungate che mixano sapientemente elementi ripresi da ispirazioni di guardaroba completamente diversi tra loro: a farla da padrone è l’archivio del brand, alternato a capi d’ispirazione sporty o athleisure e ad essentials che catalizzano l’attenzione di chi è seduto a pochi metri dalla passerella. La tecnica e la materializzazione cambiano in maniera pratica il modo di leggere e vedere gli indumenti stessi, così come l’ampia palette colori che varia da tonalità fredde quali bianco, nero, grigio, blu e verde militare, a colori caldi e intensi come il viola, il rosa antico, il bordeaux e il giallo. Tra gli accessori sono diverse le varianti proposte per borse e scarpe. La Hobo Miu Wander in nappa matelassé è presentata in diverse misure e colorazioni, i bauletti sono in pelle liscia o matelassé con logo lettering in rilievo frontale, le maxi bag a spalla sono caratterizzate da lunghe tracolle e piccole borse rettangolari vengono portate a mano con portachiavi importanti. Le calzature invece prevedono tre varianti: gli iconici mocassini con tacco basso dalla linea affusolata sono qui presentati in molteplici varianti colore e rivisitati con fini fibbie, le francesine si trovano in versione allacciata oppure con chiusura in metallo e infine torna la collaborazione Sneakers 57 New Balance x Miu Miu nei toni del bianco e del blu.
La ricerca attenta di Miuccia Prada regala una trasformazione unica dei capi sia a livello di struttura che di collocazione sul corpo, raccontandone le caratteristiche più intime e familiari. Tutti gli elementi si muovono intorno alla figura: gonne al ginocchio e mini culottes, felpe con cappuccio e ampi bomber, cappotti dal taglio maschile e corti twin-set. Robustezza e fragilità coesistono in una proposta di materiali e tessuti insolita e interessante, cotone e lana in diverse lavorazioni, pelle rivisitata in mini abiti ma anche in giacche e cappotti strutturati, tulle con stampe a pois o con applicazioni floreali, o ancora pelliccia e velluto. L’idea di guardare influenza anche l’essenza stessa dell’abbinamento degli abiti, gli abiti sovrapposti sono infatti complessi e gli strati necessitano di una valutazione più da vicino. La curiosità spinge la mente a conoscere e capire.
“Questa collezione esplora l’idea del guadare, il concetto che – attraverso uno studio attento – i capi possono essere trasformati sia nel modello che nel modo in cui vengono indossati.”
È interessante cercare di capire come la persona affronta il processo naturale che si stabilisce tra vanità e pensiero, la sperimentazione ne è la chiave di lettura. Il Palais d’Iena accoglie una serie di passerelle sopraelevate affiancate dall’istallazione dell’artista sudcoreana Geumhyng Jeong. Il suo lavoro indaga il mondo della performance artistica lavorando sul suo corpo, e sull’interazione di esso con gli abiti. Gli schermi posti all’interno dello spazio mostrano infatti un progetto realizzato appositamente per lo show. Attirano l’attenzione dello sguardo attento di chi osserva e lasciano trasparire la vera esigenza di essere guardati. Raccogliendo questo caleidoscopio di elementi sul quale è necessario riflettere ci rendiamo conto di quante possibilità di percezione e riflessione ci circondano. Per Miuccia Prada il défilé è un vero e proprio “invito a riconsiderare”.