MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

HARRY NURIEV

2022.10.05

Photography CLÉMENT PASCAL

Interview PAIGE SILVERIA

Harry Nuriev in conversazione con Paige Silveria. Un punto di vista con schemi monocromatici, un minimalismo del tutto personale descritto nel lavoro con la forma, il design infatti trasforma ogni cosa da una forma all’altra.

PS Parlami dell’evoluzione del tuo lavoro dalla nascita di Crosby Studios.

HN Attualmente sto sviluppando la mia visione in modo più profondo e più ampio, come ho sempre fatto. Non ho mai cambiato direzione. Quando inizio un nuovo progetto, per prima cosa mi concentro sul nome dello stile; e al momento sono approdato al trasformismo, che deriva dalla trasformazione. Ho deciso di inventare una mia parola per questo, perché nient’altro soddisfa il mio stile, infatti il design che creo si evolve da un concetto all’altro. Lavoro con la forma, e il design trasforma un oggetto da una forma all’altra. Per quanto riguarda la mia pratica, mi piace guardarmi intorno e riflettere su ciò che vedo. Penso che oggi viviamo in un’epoca in cui abbiamo davvero tanto. E come designer, devo capire cosa fare con tutto ciò, come gestire i contenuti che già esistono…

PS Il linguaggio è davvero importante? 

HN Penso sia l’unica cosa davvero importante, è necessario sviluppare il proprio. Altrimenti, se non viene definito con sufficiente chiarezza, si perderà insieme a milioni di altre voci. È un aspetto su cui mi soffermo particolarmente durante le lezioni che tengo agli studenti dei master universitari, rivolgendomi a questi giovani, talentosi e ambiziosi. La definizione del proprio linguaggio è davvero molto importante.

PS Qual è stato il motivo che ti ha spinto a trasferirti a Parigi? 

HN È molto bello lavorare e vivere vicino alla propria comunità, alle persone che danno forma al proprio settore. Trascorrere del tempo insieme permette di pensare in maniera naturale a nuove idee da sviluppare. Abbiamo ancora lo studio a New York, quindi viviamo tra le due città, anzi in realtà siamo su tre assi diversi, tra le due e la California. Ad oggi penso che Parigi sia il posto giusto in cui stare. Tutta l’energia è qui. A fine giornata c’è la voglia di creare qualcosa di speciale e avere una bella chiacchierata, di essere parte di qualcosa di grande. Tra tutte le mete disponibili, al momento per me c’è solo Parigi.

PS Prima dicevi: “C’è una rinascita nel mondo del design oggi. Sono molti gli oggetti e i soggetti che hanno bisogno di essere ridisegnati, bisogna ripensare al luogo di lavoro e ricreare la shopping experience. È un momento molto importante per i designer di tutto il mondo”. Puoi dirci di più in merito? 

HN Penso che la moda negli anni Sessanta e Settanta fosse accessibile solo a determinate persone, e solo più tardi lo è diventata per tutti. Sempre più gente ha iniziato ad avvicinarsi a questo mondo. Oggi è un grande insieme. Si tratta di come ognuno comunica con i propri abiti e il proprio stile. Abbiamo accesso alle industrie e produzioni artistiche più belle del mondo. La stessa cosa è successa nel design: il marketing tradizionale e la buona qualità del prodotto non sono più sufficienti per i brand. Vogliono un altro tipo di esposizione, vogliono una sorta di posizionamento speciale. Non si può immaginare un prodotto senza lo spazio che lo circonda, il design che lo circonda, tutte cose che aiutano a dargli un contesto. È un veicolo molto forte per qualsiasi azienda. Ecco perché l’ho definita una rinascita, perché il design è sempre stato al terzo posto, con l’arte al primo e la moda al secondo. Per il design sta accadendo la stessa cosa che accadeva per la moda negli anni Sessanta. E ora, credo si stia affermando. Molti artisti vogliono essere designer, come altri designer volevano essere artisti. Penso che sia arrivato il momento di concentrarsi sugli interni, gli strumenti, la carta da parati, su come tutto questo viene realizzato. Non si tratta più di essere comodi, ma di questa sorta di movimento, della comunità, delle persone: questo è ciò che conta adesso. La carta da parati, il comfort, l’accoglienza, i colori, le texture e tutte queste cose della vecchia scuola non hanno più nulla a che vedere con la nuova realtà. Sono ancora importanti, ma solo a livello tecnico. Non contribuiscono a migliorare un brand. Le scarpe con il tacco molto scomode si indossano al posto delle scarpe da ginnastica. Queste sono le scelte che le persone fanno oggi. Questo è ciò che chiamiamo il rinascimento del design.

“Sono approdato al trasformismo. Ho deciso di inventare una parola mia per definirlo, dato che nient’altro soddisfa il mio stile. Questo perché il design che creo trasmette da una cosa all’altra.”

– Harry Nuriev

"The Bedroom" Design Miami, 2021
Web3 Cafe.
Crosby Studios x Dover Street Market.

PS Gli artisti possono essere molto influenti nel fare da pionieri a nuove pratiche. Parliamo ad esempio di sostenibilità, mediante utilizzo di scarti come materiale di partenza per il design… Cosa pensi che dovrebbe implicare il futuro del design circolare? Vedi un drastico cambiamento nel breve termine?

HN Non credo che sia nel futuro, è già successo ed è molto presente. Semplicemente non se ne parla più, ma è la nostra realtà attuale, uno standard che nessuno può negare. Per me è importante. Ho avuto l’istinto iniziale di fare qualcosa in questo spazio, come tutti gli altri artisti che hanno toccato quest’area, perché lo abbiamo pensato come un esempio da mostrare agli altri, non per svergognare qualcuno, ma per mostrare loro la strada. Non sempre ci limitiamo a pensare a nuove forme e nuovi modelli, a volte come designer è necessario ripensare a questi aspetti fondamentali. Alla fine di ogni anno di solito ci sediamo e pensiamo a ciò che abbiamo fatto durante i mesi trascorsi. Guardando indietro, possiamo proiettarci nel futuro. Non si può fare un solo esercizio in continuazione, non funzionerebbe. Quindi sì, è la realtà. Credo che noi l’abbiamo già abbracciata, e chi ancora non l’ha fatto, ovviamente dovrebbe farlo.

PS Hai esplorato la piattaforma Web3 sotto diversi aspetti, il Web3 Caffè con Gaia Repossi, il videogame di Crosby Studios… Puoi dirmi qualcosa di più riguardo il metaverso in generale e questi singoli progetti?

HN Abbiamo realizzato molti progetti digitali prima che diventassero di moda. Ne abbiamo fatti tanti, come ad esempio una collaborazione con Nike NYC in cui ho creato un divano digitale con il quale gli utenti potevano interagire usando i loro avatar. All’epoca si trattava di un progetto molto innovativo. Ora c’è la piattaforma speciale, la parola speciale per tutto ciò: Web3. Per noi è una nuova dimensione. Non c’è un significato specifico per il Web3: è solo una nuova opportunità per esplorare le proprie idee e il proprio mondo. Per me, finché viene utilizzato in modo sano dalle persone e finché è allineato con la trasmissione nel mio mondo, funziona. Gaia è mia amica e siamo anche vicini di casa a Parigi, quindi mi supporta in questa piattaforma. È stata la co-conduttrice del progetto Web3 Caffè. È stato bellissimo, abbiamo prima creato il mondo virtuale e poi lo abbiamo ricreato nel mondo fisico. E abbiamo lasciato che le persone interagissero con entrambi senza alcun gadget. C’era anche un videogioco che abbiamo progettato in una delle stanze…

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