MANIFESTO

#63

CHANGE OF SPACE

SAMARA WEAVING

2023.02.22

So che non voglio essere ripetitiva. Non voglio essere associata ad un tipo. Ad esempio quando ho letto Azriel, non mi aspettavo di morire dalla voglia di fare la parte di una psicopatica muta. Ero davvero elettrizzata perché era cosi spaventoso come ruolo.

SAMARA WEAVING IN CONVERSAZIONE CON RADIO SILENCE (TYLER GLLETT & MATT BETTINELLI-OLPIN)

 

TG Non sono pronto.

SW Avete mai intervistato qualcuno prima d’ora?

MBO Sì, ci è capitato. Abbiamo intervistato un amico con cui abbiamo lavorato.

TG È davvero entusiasmante vederti. Mi sento come se avessimo passato più tempo insieme nelle ultime 24 ore di quanto non ne abbiamo trascorso per anni, tranne per l’esperienza di Montreal.

SW Lo so! Ho amato ogni secondo del viaggio a Montreal, e vi ho avuto tutti per me per tre giorni di fila. 

TG Quando hai girato Chevalier?

SW Due anni fa, a Praga. 

MBO Parlaci del canto, oggi abbiamo avuto una lunga conversazione a riguardo.

SW Sembra che io abbia cantato per davvero?

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MBO Sì, sembrava stessi cantando veramente, e ci stavamo chiedendo “Quale sarà il suo segreto?”.

SW No, non ero io, ma una stupenda cantante italiana. Però ho imparato, ho preso lezioni di canto per tanto tempo, perché è molto difficile fingere di cantare. Ho dovuto cantare sopra la sua voce mentre facevo la scena. Dovevo proprio farlo a squarciagola, e volevo che il pavimento mi inghiottisse. Era davvero snervante, c’erano folle di persone, e c’erano anche molti cantanti sul set, Kelvin è un cantante fantastico e io dovevo esibirmi di fronte a lui. Mi ricordo che andavo alle registrazioni di questa stupenda cantante d’Opera che cantava per me, c’era una nota in particolare che lei riusciva a tenere per 16 barre e io nella mia testa pensavo “Io dovrò cantare sopra questo, non riuscirò mai a mantenere il mio fiato per così tanto!”. Così le ho chiesto “Ma è possibile fare un respiro in mezzo a questa nota?” e lei ha risposto “No, non lo farei mai, piuttosto la morte!”.

TG Ogni ripresa sarà finita con una risata. Non so come tu sia riuscita a sostenere un’esperienza così emozionante. 

SW Drammatico, vero? Grazie a dio c’era il mio maestro di musica Michael Roberts, che mi ha salvata e ha reso il canto divertente, infatti ho continuato ad esercitarmi anche dopo, voglio imparare come si deve. 

TG Davvero? È eccezionale. Magari Grace canterà un’aria in Ready or Not. Chi lo sa?

SW Sì certo… L’opera è davvero difficile. 

TG È una cosa sovrumana, non mi capacito di come riescano a farlo. 

SW Siamo andati a vedere l’opera quando eravamo a Praga, e quando la si ascolta dal vivo, ci si rende conto che è tutta un’altra storia.

TG Una delle cose di cui parlavamo io e Matt, è che entrambi abbiamo davvero amato il film, ovviamente come progetto in generale, ma la tua performance nello specifico, in quanto ci hai fatto vedere una tua sfumatura che entrambi abbiamo notato. Ovviamente, noi la conosciamo bene questa sfumatura avendo già lavorato con te, però in un film storico come questo, che parla di musica classica, poteva tendere ad essere un po’ soffocante, ma stranamente è risultato avere molto carattere. C’è cosi tanta leggerezza. Non è mai risultato mediocre. Il tuo personaggio in particolare, e i tuoi superpoteri, fanno emozionare e fanno a pezzi tutti allo stesso tempo. Il progetto si è rivelato strutturato e molto reale. 

SW Grazie, è molto bello sentirselo dire. Stephen voleva che tutto fosse molto concreto, anche se l’asticella era davvero alta. Penso che lui sia un fan dell’ultrarealismo, ha guardato Age of Innocence, e voleva emanare quella sensazione, non voleva che il pubblico si preoccupasse che la storia appartenesse ad un altro tempo. Anche se è successo molto tempo fa, da attore vuoi comunque essere in grado di relazionarti con questi personaggi e vuoi che il pubblico si connetta con queste persone, altrimenti sarebbe come guardare un documentario su un’epoca passata. È stato scritto stupendamente, Stefani ha fatto un lavoro incredibile, le devo tanto, è stato davvero facile relazionarsi ai personaggi e trovare il loro cuore. Ho voluto pensare a loro come a come persone vere e non come degli animali mistici. Ho provato a umanizzarli il più possibile nella mia testa, mi sono chiesta quali sono le versioni contemporanee delle sofferenze di quel tempo. Da donna, mi logora la condizione di lei che è intrappolata e non può fare niente… per fortuna ora è molto meglio.

TG Sì, abbiamo avvertito qualcosa di molto contemporaneo nel suo punto di vista, anche se era basato su una certa epoca. 

SW Quant’è selvaggio?

TG È davvero selvaggio. Penso che la magia di questo film sia che, anche se ambientato in un contesto storico ben preciso, tutto ciò di cui il film parla è reso veramente moderno. 

SW Lo so. È qualcosa di incredibile che non puoi credere sia accaduto davvero, ma sta ancora accadendo.

Jewelry SWAROVSKI Harmonia, shirt GUCCI, trousers GREG LAUREN.
Jewelry SWAROVSKI Millenia, t-shirt DEAR DAMA, shirt A-COMPANY,
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TG Qual è stato il percorso per il tuo coinvolgimento al progetto?

SW In realtà ho fatto il provino per Maria Antonietta cinque anni fa, perché era in circolazione da un po’. Era passato così tanto tempo che me ne ero completamente dimenticata, non avendo più avuto notizie, pensavo che l’avessero già filmato e che probabilmente fosse già uscito da qualche parte. Poi ho ricevuto una chiamata improvvisa “Vuoi recitare nella parte di Marie Josephine?” e io non mi ricordavo più di cosa si trattasse, quindi ho risposto “Ricordami per cosa?”. Ho letto la sceneggiatura ed era fenomenale, lei (Stefani) è una maestra e io sono ossessionata dal suo film Vita da Vampiro.

MBO Hai qualche bella storia di retroscena da raccontarci su Vita da Vampiro?

SW Ho un paio di gossip succosi ma non credo di avere grandi fatti concreti, posso dire che alla festa di compleanno di Stefani c’era l’attore che ha interpretato Guillermo (Harvey Guillen), e ho passato la serata a fissarlo. Sono ancora folgorata, devo riprendermi…

TG Oggi siamo rimasti noi colpiti da te.

SW Ma smettila, sono rimasta sbalordita quando… posso dire chi c’è nel film?

TG Certo.

SW Quando ho visto Courtney Cox, se mai riuscirò a vederla dal vivo.

TG Certo che la vedrai dal vivo. È una leggenda, lei è lo status degli anni ’80 per noi.

SW Sembra così cool, e ruba le scene in tutti gli Scream. Riesce a tenere l’asticella molto alta, e gestisce il tutto senza sforzo.

MBO Chi era il tuo riferimento quando hai iniziato la tua carriera da attrice?

SW Il primo film che ho visto, avevo tredici anni e mi sono arrabbiata perché io non ne facevo parte, mi chiedevo per quale motivo non mi avessero coinvolta.

TG (Ride) Non sei stata invitata alla festa.

SW Sì esatto, il film era Pirati dei Caraibi. L’ho visto in Italia, quando avevo dodici anni, e sono rimasta furiosa per una settimana perchè non ero stata coinvolta in qualche modo. Più che la recitazione, penso fosse il mondo immersivo che mi aveva colpita maggiormente del film. Poi ho visto Toni Colette in Le Nozze di Muriel. Non avevo mai visto una donna che recita la parte della pazza pasticciona. Sono cresciuta guardando Clueless e tutti quei film degli anni ’90, dove le donne si mostravano stupende e composte, e poi c’era la parte dell’amica goffa. Vedere Toni Colette essere la star recitando la parte della pazza mi ha rapita.

TG È fantastico. Stavo giusto pensando a tutti i tuoi lavori e a quanto questa reference ne sia parte. Sei ovviamente molto bella ed è una tua grandissima caratteristica, ma non hai paura di far vedere il tuo lato folle. Mi ricordo prima di Ready or Not, che Searchlight (Pictures) ci aveva mandato dei materiali di te di Guns Akimbo, dove avevi le sopracciglia decolorate, tatuaggi in faccia e quindi noi ci chiedevamo “Ma come la stanno proponendo?”. Poi ovviamente ti abbiamo conosciuta, ed eri entrambe queste cose. Credo che la follia della performance di Toni Colette ti abbia influenzata decisamente, e si vede molto nella tua recitazione.

SW Sì, è il mio posto felice, non mi devo preoccupare di avere un certo tipo di aspetto e allo stesso tempo posso fare la pazza.

 

 

Leggi l’intervista completa sul numero di Febbraio, Issue 61.

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