Colui che deve essere ricordato come il primo della storia, capace di creare una nuova tipologia di curatori d’arte moderna per la sua generazione. Ed è proprio grazie ai suoi contribuiti, che il curatore diventa un ruolo e allo stesso tempo una fonte di espressione dell’arte contemporanea. I lavori presenti nell’esposizione rappresentano il connubio dei suoi sessanta anni di carriera, la maggior parte dei pezzi provengono dal suo archivio personale, fino ad ora mai esposti ad un pubblico. L’esposizione è formata da set televisivi, opere d’arte, cataloghi, fotografie, e ogni altro elemento rilevante che ha plasmato il suo pensiero critico in questi anni. La mostra è stata sponsorizzata da Gucci, che per l’occasione, ha creato delle divise su misura per lo staff e i guardiani del museo, che vengono considerati come degli angeli custodi di un giardino immaginario, volti a dirigere i visitatori in un viaggio spirituale.
Il lavoro di Oliva è sempre stato contaminato dal suo interesse per le Neo-Avanguardie sviluppatesi in Italia (Transavanguardia Italiana) e nel resto d’Europa nella fine degli anni 60, insieme alla critica del Manierismo, che ha portato il ruolo centrale dell’artista a divenire secondario, da quando la citazione ha sostituito la totale creazione. Oliva ha provato, con successo, a creare un collegamento tra arte Povera ed arte Concettuale, usando parole e immagini, comportamenti e comunicazione, facendone nuovo metodo per interpretare l’arte come disciplina in continuo mutamento. La mostra è esposta nel museo di arte contemporanea vicino alla città di Torino, nel Palazzo di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Il concept dell’esibizione è stato prodotto da Arolyn Christov-Bakargiev e dallo stesso Achille Bonito Oliva, e successivamente realizzato da Andrea Villani, coordinatore della cura del CRR (Centro di Ricerca di Rivoli). Una delle collaborazioni più recenti che viene presentata è la collaborazione con il cantante Harry Styles per GucciFest in conversazione con Bonito Oliva. Tra i pezzi iconici presenti in esposizione troviamo ad esempio, Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro, Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp e Metrocubo d’Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto.