MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

THE 80S: PHOTOGRAPHING BRITAIN

2024.11.20

Testo di Felicity Carter

Registrare una Gran Bretagna in trasformazione e catturare i cambiamenti sociali. La Tate Britain esplora il mezzo fotografico e il modo in cui è diventato uno strumento di rappresentazione sociale, di celebrazione culturale e di espressione artistica durante gli anni ’80.

The 80s: Photographing Britain

Tate Britain, London

From November 21st, 2024 until May 5th, 2025

Questa settimana la Tate Britain presenta la sua ultima mostra, The 80s: Photographing Britain. L’exhibition, che ospita quasi 350 immagini e materiali d’archivio del decennio, analizza come i fotografi abbiano utilizzato il mezzo fotografico per catturare il paesaggio sociale, politico ed economico del decennio.

 

I cambiamenti sociali degli anni ’80 hanno dato vita a un periodo di intensa creatività per la fotografia e la Tate Britain abbraccia queste espressioni artistiche: si tratta infatti della più ampia rassegna sullo sviluppo del mezzo fotografico nel Regno Unito negli anni ’80, ad oggi.

 

Esponendo le opere di oltre 70 artisti e collettivi basati sull’obiettivo, The 80s: Photographing Britain si concentra su una generazione che si è impegnata con nuove idee di pratica fotografica, tra cui Maud Sulter, Mumtaz Karimjee e Mitra Tabrizian, e documenta i cambiamenti sociali in tutto il Regno Unito, dai paesaggi post-industriali di John Davies a Stockport ai ritratti della disoccupazione giovanile di Tish Murtha a Newcastle.

 

La mostra illustra anche gli sviluppi tecnici della fotografia, dai progressi della pratica a colori all’impatto della teoria culturale di studiosi come Stuart Hall e Victor Burgin, e l’importanza delle riviste britanniche di fotografia, Ten.8 e Camerawork, che hanno messo in luce la fotografia umanista, socialista e attivista.

Paul Reas, Hand of Pork, Caerphilly, South Wales, 1985-1988 © Paul Reas. Martin Parr Foundation.
opening image: Martin Parr The Last Resort 23 From 'The Last Resort' 1983-1985 Tate Purchase 2002 © Martin Parr / Magnum Photos.
Anna Fox Work Stations, Independent Video Production Company 1988 The Hyman Collection, Courtesy of the Centre for British Photography © Anna Fox.
Peter Fraser, Untitled, from Arnolfini Series, 1984 © Peter Fraser. All Rights Reserved, DACS Artimage 2024.

In un periodo tumultuoso per la politica britannica, vediamo le potenti immagini degli scioperi dei minatori di John Harris e Brenda Prince, le manifestazioni contro il razzismo di Syd Shelton e Paul Trevor, oltre ai progetti di Willie Doherty e Paul Seawright in risposta al conflitto in Irlanda del Nord.

 

L’esposizione registra anche una Gran Bretagna in trasformazione e le crescenti disparità tra i meno abbienti e gli eccessi delle multinazionali, presentate attraverso le immagini dell’avidità di Anna Fox, le rappresentazioni assurde della Middle England di Martin Parr e i ritratti dell’East End londinese che sta scomparendo di Markéta Luskačová e Don McCullin.

 

Roy Mehta, Zak Ové e Vanley Burke ritraggono le loro comunità multiculturali, mentre le opere di Roshini Kempadoo, Sutapa Biswas e Al-An deSouza evidenziano le identità diasporiche e l’autoritratto di Maxine Walker celebra le idee di bellezza e femminilità nera.

David Hoffman, Nidge & Laurence Kissing, 1990 © David Hoffman.
Paul Trevor, Outside police station, Bethnal Green Road, London E2, 17 July 1978. Sit down protest against police racism, 1978 © Paul Trevor.
Melanie Friend, Greenham Common, 14 December 1985, 1985, reprinted 2023. © Melanie Friend, Format Photographers.

La visibilità era un altro tema chiave del decennio, sullo sfondo della Sezione 28 e dell’epidemia di AIDS, e i fotografi usarono il mezzo per mostrare la comunità LGBTQ+ – alla Tate lo vediamo attraverso Ajamu X, Lyle Ashton Harris e Rotimi Fani-Kayode, che contestano gli stereotipi attraverso ritratti intimi.

 

La mostra si chiude con una serie di opere che celebrano i movimenti controculturali degli anni ’80, come l’energica documentazione di Ingrid Pollard e Franklyn Rodgers sulle esibizioni underground e la cultura dei club, l’emergere della rivista i-D e il suo impatto su una nuova generazione di fotografi come Wolfgang Tillmans e Jason Evans, che con lo stilista Simon Foxton hanno cavalcato questa nuova ondata di cultura giovanile – e hanno ispirato altri a farlo – mentre la Gran Bretagna si avviava verso gli edonistici anni ’90.

 

 

Per maggiori informazioni visit tate.org.uk.

Jason Evans, Simon Foxton, [No title] From the series Strictly, 1991. Tate: Presented anonymously 2001. © Jason Evans.

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