MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

Mundus Subterraneus

2024.01.20

L’immaginario radicale, profondo e senza limiti di Robert Smithson per la storia dell’arte contemporanea è stato uno dei contributi più interessanti e affascinanti fino ad oggi. Il suo lavoro, conosciuto principalmente per ciò che si può racchiudere nel concetto di Land Art, spazia fino a concetti di sedimentazione ed entropia, presentati nella mostra della Marian Goodman Gallery di Parigi attraverso una vivace incarnazione visiva che evidenzia l’attualità dell’artista.

In una riflessione del 1972 Smithson descrisse i suoi primi lavori come dei “tentativi e indagini” realizzati in un momento in cui era interessato alle origini e alla natura archetipica delle cose. Queste sono le preoccupazioni che lo hanno ossessionato e smosso fino al 1960, quando si interessò al cattolicesimo attraverso T.S. Eliot, avvicinandosi così, a quella linea di pensiero. Mundus Subterraneus si concentra su questa fase di tentativi e indagini nella creazione artistica dell’artista, in un momento in cui Smithson si descriveva come autore di disegni fantasmagorici di mondi cosmologici. Questi schizzi oggi rappresentano un’analisi grezza e senza freni dell’idea di modernismo e dei sistemi di conoscenza. Robert Smithson. Mundus Subterraneus – Early Works, presentata dalla Marian Goodman Gallery e sviluppata in collaborazione con il Professor Adrian Rifkin, è un’esposizione che si concentra sui lavori su carta dell’artista i quali vedono come protagonisti motociclisti vestiti di pelle, città che si sgretolano, fotogrammi cinematografici, libri occulti e intrecci erotici che si scontrano con riferimenti ai dogmi della storia dell’arte, della religione e del totalitarismo. Mundus Subterraneus mostra anche una selezione di rari manifesti e materiali stampati legati ai progetti di Smithson che spaziano dai tardi anni ’50 agli ’80 in sedi come la Artists Gallery di New York, la Castellane Gallery, la Dwan Gallery e il Jewish Museum. Smithson crea conversazioni e contraddizioni combinando immagini divergenti dalla storia dell’arte, dai film e dalle riviste fetish. I lavori giovanili di questo incredibile artista includono dinosauri accostati a collage di pubblicità, fotogrammi di film con colonne corinzie e statue dell’antichità sovrapposte ad astrazioni pop luminose e motociclette volanti.

ROBERT SMITHSON
, Paris in the Spring, 1963
. Pencil with collage on paper
Paper. Courtesy Holt/Smithson Foundation and Marian Goodman Gallery.

L’opera di Smithson è di una purezza perversa e vincente nella sua totale indifferenza alle liturgie dell’arte moderna e alla loro teologia modernista. La mostra stravolge e apre nuovi spazi vuoti all’interno della sua pratica.

ROBERT SMITHSON
, Hands Stigmata, 1961
. Gouache on paper
. 
Courtesy Holt/Smithson Foundation and Marian Goodman Gallery. © Holt/Smithson Foundation /Licensed by Artists Rights Society, New York.

 Ci sono corpi umani che si trasformano in alberi, riferimenti alla superstizione e all’esoterismo, figure di fluidità di genere e figure  queer dall’ultra-mascolinità. “The Secret Partner” degli Ealing Studios e la copertina del disco “Wonderful, Wonderful” di Johnny Mathis sono utilizzati come fotogrammi dal film del 1961. In quanto complicati da decifrare, i primi disegni di Smithson, sono stati raramente visti e richiedono molto studio e ricerca per riuscire a trarre una lettura precisa, ma risultano oggi necessari per comprendere appieno l’ampiezza dell’approccio critico di Smithson ai segni e alle strutture della società moderna. Robert Smithson: Mundus Subterraneus è organizzata da Lisa Le Feuvre, direttore esecutivo della Fondazione Holt/Smithson, e dal professor Adrian Rifkin. La mostra è accompagnata da un giornale illustrato con un testo commissionato dal professor Rifkin. Il professor Rifkin insegna nelle scuole d’arte dal 1970, e più recentemente è stato professore di scrittura artistica alla Goldsmiths, University of London. Anche il saggio di Robert Smithson del 1961, The Iconography of Desolation, è incluso nel giornale, insieme alle illustrazioni delle opere chiave della mostra. In questo senso, anche se quest’opera di Smithson non si vedeva da nessuna parte, avrebbe potuto, pur nella sua invisibilità, accompagnare artisti come Peter Blake, David Hockney, Patrick Proctor, Allen Jones, Pauline Boty, Derek Boshier, Joe Tilson o molti altri che hanno prestato poca attenzione ad Anthony Caro come asse di come la pittura o la scultura dovevano diventare nelle teleologie dominanti degli Stati Uniti. Come Smithson stesso sostiene in diversi suoi scritti, e come nel saggio di Olmsted e Central Park15 – forma di Land Art proveniente dal Pittoresco inglese è esemplare – la messa in relazione dei materiali artistici non richiede una teleologia. Ecco perché la distinzione tra queste opere e i suoi earthworks o mirror works o boxes non è fatta come prova di una progressione ma di una sperimentazione.


Courtesy Holt/Smithson Foundation and Marian Goodman Gallery. Photo credit: Alex Yudzon © Holt/Smithson Foundation /Licensed by Artists Rights Society, New York.

Per maggiori informazioni mariangoodmangallery.com

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