MANIFESTO

#61

ART NOW

STATES OF ONENESS

2022.10.10

Text by Lucrezia Sgualdino

Kamala Ibrahim Ishag, pittrice sudanese e pioniera nell’arte del suo paese, presenta la sua prima personale a Londra. Una raccolta ricca di opere storiche e presenti va in scena alla Serpentine Gallery. 

Kamala Ibrahim Ishag è stata una delle prime donne a diplomarsi e a proseguire la sua formazione accademica nell’arte. Si è fin da sempre interrogata sulla conoscenza artistica e sulle tradizioni estetiche proponendo modelli di lavoro anti-accademici e rivoluzionando la tecnica tradizionale e sfidando le concezioni maschiliste dell’arte. Nel 1971 fonda infatti il Crystalism, il cui manifesto fornisce commenti estetici su categorie importanti come il tempo, la conoscenza, la misurazione dello spazio, il linguaggio, la bellezza e la contingenza degli elementi dell’arte. Il movimento non solo caratterizza il proprio progetto come liberale, forte messaggio in un’epoca in cui il Sudan seguiva una versione del socialismo come politica ufficiale, ma anche il mondo come infinito e illimitato; cercò di rivendicare il piacere come mezzo per scoprire la verità; intese le apparenze e le percezioni degli oggetti solidi come semplici suggestioni; e abbracciò un materialismo eterodosso basato sulla contraddizione reciproca. 

Gli aspetti immateriali della vita delle donna in Africa sono sempre stati il centro del suo lavoro. Ha indagato cerimonie culturali e religiose, rituali e culti di ogni genere. Nei suoi dipinti si è lasciata ispirare dal lavoro di William Blake e Francis Bacon, dipingendo corpi e volti femminili, deformi e mostruosi all’interno di spazi ampi e poco definiti. Spesso questi entrano in interazioni con la natura, aspetti della mitologia e storie di spiriti. La palette colori è attenuata e morbida, tutte le tonalità rimandano ai colori dolci si sole, sabbia e cielo. Oggi tutto il suo lavoro confluisce nella mostra States of Oneness.

“Per la mostra ho realizzato nuovi dipinti che sono esposti insieme a opere della mia carriera. Sono tutti collegati da immagini di esseri umani e piante – gli elementi essenziali che costituiscono tutta la vita. È meraviglioso lavorare con la Serpentine, la Sharjah Art Foundation e The Africa Institute a questo progetto.”

– Kamala Ibrahim Ishag

Two Women (Eve and Eve), 2016.
Dinner Table with Embroidered Cloth, 1974.
Procession (Zaar), 2015.

Il ciclo della vita, mutevole e inevitabile, in continuo movimento si ritrova in opere come Women in Crystal Cubes, 1984 e Four Faces of Eve, 2016, presenti nella mostra. Nel dipinto Blues for the Martyrs, 2022 vediamo volti intrappolati in sfere che fluttuano in un ambiente azzurro; rappresenta un omaggio al massacro dell’Assedio di Khartum in cui persero la vita decine di uomini e donne annegati in un fiume. Queste figure sono qui immaginate come la nuova vita che rinasce tramite le piante. La connessione tra l’essere umano e la flora viene esplorata anche in Bait Al-Mal, 2019: ritrova il paesaggio della sua infanzia, figure e case che si uniscono tra alberi e radici. Kamala nel suo ampio lavoro ha trovato la chiave per rivisitare una tradizione dura e impegnativa plasmando uno stile innovativo unico e personale diventando mentore per molto giovani che hanno deciso di prendere a cuore la sua stessa idea di lavoro nell’arte moderna. 

 

L’exhibition, organizzata con Sharjah Art Foundation in collaborazione con The Africa Institute, si potrà visitare dal 7 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 presso la Serpentine South di Londra. 

 

Per maggiori informazioni serpentinegalleries.org.

Kamala Ibrahim Ishag. Photo: © Mohamed Noureldin.
Kamala Ibrahim Ishag: States of Oneness, 2022. Photo: George Darrell, Courtesy Serpentine.

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