MANIFESTO

#64

MUSE TWENTY FANZINE

CIò CHE è SEMPRE STATO

2024.03.02

Testo di Francesca Fontanesi

Catturando il senso del vestire come un’abitudine umana profondamente e intuitivamente radicata, la collezione FW24 di Issey Miyake segue forme organiche e texture che evocano un’atmosfera calda e primordiale. Dai drappeggi fluidi alle silhouette voluminose, ogni capo sembra trasmettere un senso di libertà e nomadismo.

 

Apre la sfilata un abito menta e turchese in maglia e dalle maniche lunghissime, unito a un tubo a maglia che come un fiore a campanella si allunga attorno al collo e copre il capo. Un’altra struttura a costine gira intorno al busto, e così una serie di abiti caratterizzata da forme scultoree inaugura la collezione. Realizzate in un tessuto già presentato nella SS 2024 e dalla texture leggera e materica, le silhouette sono il risultato di un accurato studio sulle forme. I materiali leggeri in carta washi e fibre elastiche conferiscono agli abiti morbidezza nei volumi; sembrano quasi elementi metafisici. Seguono pantaloni in triacetato e lino, la cui silhouette – ovviamente, asimmetrica – è ottenuta sfruttando la larghezza di un pezzo di tessuto quadrato. Le maglie senza cuciture della serie sono ispirate alla forme della natura, il busto e le maniche a costine contrastano le forme floreali sui polsini e sugli orli lavorati a giarrettiera. Le maniche si avvolgono intorno al collo e al corpo, e il tutto non perde mai di tipica tridimensionalità. Ricchi drappeggi si muovono insieme alle silhouette voluminose, pur mantenendo per tutta la collezione un’atmosfera texture calda, primordiale. Il gesto di vestire il corpo è qualcosa che precede la creazione intenzionale di abiti.

Una collezione di abiti come questa non è definita da epoca e contesto, ma si sviluppa da un atto primitivo e universale, ed evoca un senso di originalità.

 

Per Casa Miyake, approcciarsi a questa attività porta alla scoperta di drappeggi, stratificazioni, pieghe e torsioni, forme asimmetriche, e giocosità, traducendosi in abiti dalle forme organiche e poco manipolate. In una tavolozza di colori che va dal verde pastello all’ottanio, dal nero al porpora, e dal panna al fucsia, le silhouette risultano fluide e flessibili. I tradizionali plissé del marchio si aprono in una sorta di mantello fatto di varie strati di tessuto leggerissimo, e le maglie tubolari senza cuciture vengono indossate sottosopra e al rovescio.

Spezza la sfilata la serie Behind the Scenes, che mostra deliberatamente il processo dietro la costruzione di una maglia senza cuciture, mentre la successiva è basata sull’idea di blocchi di colore impilati e lavorati a maglia senza cuciture con una costruzione a doppio strato. Mentre le modelle e i modelli proseguono sulla passerella, ogni abito sembra avere due livelli ed è indossato in in vari modi, manipolando a livello visivo la sezione bicolore o infilando corpo e braccia in diverse aperture. Si susseguono stampe accattivanti che rappresentano il naturale dinamismo dei fiori selvatici, mentre l’effetto di restringimento dato dal cotone e dalla lana durante il processo di infeltrimento rende più audace la texture e i dettagli della collezione. Le spalle dei cappotti e dei ponchi sono plissettate. Le pieghe circolari e rettangolari scompaiono sui tessuti velati, realizzati alternando filati di poliestere sottili e trasparenti a filati più robusti, per far sì che la struttura risulti delicata ma rigida allo stesso tempo. Le silhouette ampie e ariose ricordano la figura di un nomade errante. La palette include un rosa vivido che ricorda il tramonto, mentre il khaki richiama la fredda tonalità del cielo – un momento prima che cali la notte.

“Ci sono una potenza, un’energia e forza che troviamo solo nella natura o in qualcosa di veramente essenziale”.

– Satoshi Kondo

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