GRAND BAL

2023.04.06

UN PERCORSO VISIVO, SONORO E TATTILE

 

Ann Veronica Janssens lavora al confine tra arte e scienza, sperimentando gli aspetti più inafferrabili della materia, e riflettendo sulla luce. L’indagine performativa dello spazio le ha permesso di creare opere in evoluzione continua.  

L’artista belga Ann Veronica Janssens ha sempre posto al centro della sua ricerca il colore, la luce e i fenomeni naturali, sperimentando all’interno della sua pratica artistica con caratteristiche specifiche di una serie di materiali scelti attentamente per ogni sua analisi. Vetro, specchi, alluminio in forme e tonalità naturali vengono fatti interagire con la percezione umana della realtà, evocando in questo modo un linguaggio unico, con motivi lineari e colori puri. Lo spettatore viene completamente disorientato e spiazzato dagli elementi effimeri e intangibili che percepisce come parte integrante delle opere dell’artista. Sono la luce, il suono e l’acqua tre dei principali elementi che le permettono di riproporre una percezione sensoriale del reale unica e sconcertante. Chi si ritrova immerso nelle sue opere infatti sente di dover mettere in discussione a sua volta concetti quali vuoto e materialità dell’esistenza, sia a livello fisico che psicologico. L’exhibition, a cura di Roberta Tenconi e presentata a Milano, è considerata una raccolta coreografica di istallazioni di grandi dimensioni e lavori più intimi e personali, e si espande dalle navate di Pirelli HangarBicocca fino all’area esterna. Lo spettatore viene invitato a muoversi tra atmosfere al limite del surreale e riferimenti pratici a contesti reali della contemporaneità. 

Ann Veronica Janssens, Portrait.
Courtesy Esther Schipper Gallery © Andrea Rossetti.

“La luce è il mio materiale principale. La uso in tutte le sue forme, liquide, solide, gassose… e come riflesso… Diventa una sorta di dimostrazione delle radiazioni che produce.”

– Ann Veronica Janssens

Ann Veronica Janssens, Blue, Red and Yellow, 2001 – Open date. Steel, wood, polycarbonate, blue, red, and yellow films, fog machine, 365,8 x 470,5 x 933,1 cm. Installation view, Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk, 2020. Courtesy the artist and Louisiana Museum of Modern Art. Photo Kim Hansen.

Il desiderio dell’artista è quello di creare una manifestazione della realtà differente, di sperimentare in maniera inusuale ogni aspetto impalpabile della realtà umana. Il concetto di arte che presenta al pubblico è l’esperienza stessa che ogni suo lavoro ha sulle persone. La mostra presenta sculture, video, installazioni sia fisiche che sonore. L’opera stessa diviene luogo di percezione, e da qui la scelta degli elementi impiegati nei suoi lavori risulta essere in continua evoluzione; l’opera quindi non è più l’oggetto in sé, ma è la percezione a diventare il vero centro. Tutte le alterazioni create per l’occasione si inseriscono in maniera dinamica e armonica nel percorso. Lo stesso nome “Grand Bal” vuole evocare una dimensione superiore, performativa e dinamica che si crea nelle relazioni tra i diversi lavori presentati. Quello che l’artista vuole ottenere è la vera consapevolezza negli occhi dello spettatore di un profondo interesse verso fenomeni sensoriali condivisi, ma allo stesso tempo la possibilità per ognuno di compiere un percorso imprevedibile e personale. 

 

 

Per maggiori informazioni pirellihangarbicocca.org.

Ann Veronica Janssens, Lost in Space, 1997. A cyberlight projects a point of light every two seconds, which varies each time in location, diameter and colour, and illuminates different details of the space. Variable dimensions Courtesy the artist and Kunstmuseum Luzern. Photo Aglaïa Conrad.

“Nel mio lavoro ci sono forme semplici di proporzioni ridotte. È come se io mi rimuovessi e riducessi sempre di più per provare ad arrivare alla dimensione minima.”

– Ann Veronica Janssens

Ann Veronica Janssens, Section 2, 2011. Wind fog, Variable dimensions.
Courtesy the artist and Le Quartier - Centre d'Art Contemporaine de Quimper. Photo Dieter Klik.
Ann Veronica Janssens Magic Mirror Pink #2, 2013 – 2017
Courtesy the artist and White Cube Photo © Ben Westoby
Ann Veronica Janssens MUHKA, Anvers, 1997 Collection 49 Nord 6 Est – Frac Lorraine
Courtesy the artist and M HKA / Museum of Contemporary Art Antwerp © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE © Syb.L. S.
Ann Veronica Janssens Blue glass roll 405/2, 2019
Courtesy the artist and Louisiana Museum of Modern Art
© 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Photo © Poul Buchard
Rose, 2007 Courtesy the artist, Institut d’Art Contemporain, Villeurbanne/Rhône-Alpes and Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Photo © Andrea Rossetti

MALICK BODIAN

Adolescence

2025.11.11

Nel suo nuovo libro, Adolescence, Malick Bodian esplora la fragile soglia tra infanzia e maturità, costruendo un racconto di crescita e appartenenza dove i ricordi diventano paesaggio interiore e memoria condivisa.

Richard Prince

FOLK SONGS

2025.11.07

La nuova mostra di Richard Prince, Folk Songs, è come un disco che gira al contrario: una colonna sonora visiva della sua stessa leggenda. L’artista sostituisce l’ironia elettrica con qualcosa di più intimo, più umano: un ritratto e una playlist di immaginazione inquieta.

JEWELRY

Art Deco Revival

2025.11.06

Van Cleef & Arpels celebra l’eleganza senza tempo in un museo che è esso stesso protagonista. Un viaggio tra epoche e culture, dove l’Art Deco prende vita nel dialogo tra architettura e maestria orafa.

Friedrich Kunath

Aimless Love

2025.11.05

Friedrich Kunath si incontra con Bill Powers in una conversazione che sfuma il confine tra arte e confessione. Il loro scambio diventa un’esperienza nostalgica attraverso ricordi, humor e malinconia, tracciando il terreno emotivo della mostra più personale di Kunath fino ad oggi, Aimless Love.

DANIEL ARNOLD

You Are What You Do

2025.11.04

Con il libro You Are What You Do, nel teatro incessante delle strade di Manhattan, Daniel Arnold dà forma a un racconto di ironia e compassione, dove ogni gesto, ogni volto e ogni ombra contribuiscono a un mosaico che restituisce la città non com’è, ma come si sente.