È l’instabile equilibrio tra eleganza e libertà ad attraversare tutta la collezione primavera-estate 2024 disegnata da Maximilian Davis per Ferragamo, presentata durante la Milano Fashion Week. Tutti i look collaborano insieme per una nuova idea di sartorialità italiana con l’intento di riconoscersi in una chiara identità, fatta da capi puri, sinceri ed onesti. La prossima stagione sembra interrogarsi sull’idea tradizionale di guardaroba, per poi distinguersi dall’evidente voglia di leggerezza e compostezza, figlia dello spirito caraibico che caratterizza il background del designer. Sorge infatti tra l’aurea dei vestiti un forte parallelismo tra i codici italiani e quelli caraibici, un’ispirazione di contrasti che crea a tutti gli effetti un ensemble di silhouette sofisticate. Maximilian Davis propone come si fa in una coreografia, un lavoro corale sul rigore, sulla ricerca delle forme e soprattutto sull’armonia di un ritmo, regalando agli occhi dei più una lezione di minimalismo poetico che affonda in maniera necessaria nella storia del Made in Italy. È infatti la sartorialità il grande elemento ad essere interrogato in passerella.
“Ho voluto che ogni elemento sembrasse molto più leggero, non solo per i tessuti e le costruzioni, ma anche per la corrispondenza con il modo in cui le persone vogliono realmente vestirsi.”
Oltre all’ispirazione verso i codici provenienti dalla sua terra d’origine, la collezione ripensa anche ai contrasti rappresentati dal movimento italiano dell’Arte Povera, che spesso accostava materiali naturali ad elementi industriali, elevando la quotidianità attraverso una profonda riflessione concettuale. In passerella, il lino e i cotoni semplici sono abbinati con eleganza e precisione, accoppiati sui rasi delle cappe o trattati per assumere l’aspetto della pelle; gli accessori e i dettagli scultorei in legno lucidati assieme alle silhouette severe tagliate in tessuti naturali ribadiscono ancora una volta la riflessione sulla leggerezza. Così come nell’Arte Povera si riduce ai minimi termini impoverendo i segni per ridurli ai loro archetipi, anche la donna Ferragamo, vestita da abiti essenziali e tagli rigorosi, si contamina con elementi utility che conferiscono dinamicità ai look. Le linee dei body in maglia color block e gli abiti drapé che enfatizzano e accarezzano il corpo si alternano ai volumi fluttuanti di tuniche in seta stampata. Anche l’uso del colore è poetico e calmante, un azzurro cielo limpido che infonde benessere, il trench e il tailleur di raso cerato che mimano l’effetto della pelle verde sublimano il desiderio di indossare quel colore, e poi, in finale il corpetto di vernice nera.
“C’è un sentimento di familiarità che riconosco nel modo di vestire e di vivere italiano: una naturalezza molto vicina allo spirito caraibico. È l’idea di poter seguire sempre il proprio ritmo, e il proprio tempo.”
Le linee impeccabili delle silhouette sartoriali degli anni ’50 deviano verso una dimensione di fluidità. I drappeggi morbidi in jersey di viscosa – ereditati dall’heritage fiorentino ed evocate dagli abiti caraibici del XVIII secolo – incontrano l’immagine delle armature rinascimentali, con corpetti sagomati in pelle spazzolata e inserti rigidi e lucenti. In passerella gli short cortissimi da uomo influenzati dal loungewear, le magliette attorcigliate, gli stivali alti in vernice. Le forme a cui il designer dà corpo attraverso la ripetizione sono sensibili e audaci, come il dettaglio in nappa latex e gaucho Iak, materiali che richiamano l’impronta estetica di Davis ricorrendo alla maestria degli atelier di Ferragamo. Tutto è pensato per garantire comfort e praticità, come il nuovo tacco-gabbia a banana con una preziosa finitura oro, ispirato dal modello d’archivio del 1955, Calipso. L’esplorazione del maschile invece lo fa tutto l’heritage del brand, reinventato con il lessico della contemporaneità: oxford, mocassini e modelli driver sono decostruiti o rifiniti con inserti a contrasto in latex.
“Il feticismo è insito nel DNA del mio lavoro, c’è qualcosa di molto moderno nel volerlo incorporare nella vita e nel guardaroba di tutti i giorni.”
Con questa ricetta fatta da un equilibrio tra semplicità e modernità, tra concettuale e commerciale, Davis ha realizzato una collezione desiderabile, ovvero ricca di capi e accessori da voler indossare, eppure l’ha fatto mantenendo una certa magia nella narrazione. La sfilata di Ferragamo SS24 è un atto di umiltà e anche un insegnamento a guardare indietro, alla storia del prodotto, per guardare avanti.